35. Squadra

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"Esami...? Laboratorio...? Cosa... Lo... Lo potrebbero fare davvero...? U-Una cavia...?".

Il panico era palpabile nella mia voce, mentre osservavo stralunato quel ragazzo che mi guardava curioso, ed al tempo stesso strafottente.

I geni Todoroki sembravano stati selezionati per creare i ragazzi più belli sulla faccia della Terra.

Ma quella bellezza veniva offuscata da quel pensiero feroce che sembrava pugnalarmi la mente, perché l'idea che potessero dividerci per... Studiarci era qualcosa di orribile.

"Oh, sì! Cavie! Vi apriranno addirittura il cervello, e con delle fantastiche pinze e dei laser andranno ad esplorare i cunicoli vuoti della vostra testa! E sai la cosa ancora più divertente? - In quello sguardo albergava una strana follia, che mi lasciava sempre piu spiazzato, inchiodato al muro con lui sempre più vicino - Sarete totalmente svegli e vigili!".

"Touya... Non mi sembra il caso di spaventarlo ancora di più... A volte mi chiedo come sia possibile che ti tengano al pubblico - Il grosso braccio di Natsuo si poggiò sul petto più magro di quello che probabilmente era il fratello - Non è vero niente di tutto ciò, ma probabilmente esami e test li vorranno fare se questo strano avvenimento dovesse uscire fuori...".

"P-Perché... Non lo sa nessuno...?".

"Hai vinto un premio! Sei veramente sveglio, sai? - I due zaffiri si sollevarono verso il cielo, affiancando la mia spalla sul muro dove ero appoggiato e incrociando le braccia al petto - Il mondo della medicina è avido... E senza scrupolo. Diventereste come fantocci pronti a subire ogni tipo di analisi esistente. Non è il massimo... E forse non è nemmeno giusto interrompere questa strana... Mutazione".

Il suo viso era serio, mentre osservava la fine del corridoio dove sembrava illuminata da un raggio di luce quella porta che sembrava chiamarmi...

Ma non aveva tutti i torti. Non potevo irrompere, urlando e sbraitando, rendendo pubblico ciò che era successo...

"Quindi... Cosa devo fare...?".

"Aspettare... Lui non.. non ricorda. E non sappiamo dire se è una cosa momentanea o permanente - Gli occhi nuvolosi di Natsuo andarono anch'essi ad osservare quella porta lontana, come se ci fosse un percorso infinito da percorrere... Ad ogni passo, essa si allontanava - Avete condiviso lo stesso cervello, quindi i ricordi ovviamente sono impiantati dentro di te... Però non è sicuro che siano anche dentro di lui. È difficile cercare risposte in qualcosa di sconosciuto".

"Quindi... Devo aspettare... E quanto devo aspettare? Ore? Giorni? Mesi? Io non so se riuscirò a resistere... È diventato tutto così strano e... E voglio trovare le risposte assieme a lui. Capisco che si sia svegliato da un coma estremamente lungo... Ma-".

"Oh, ma non è questo il problema! - Touya sollevò le mani interrompendomi, con un ghignò divertito sul viso - L'urlatore seriale non ha problemi riguardo l'essersi svegliato! Certo, come ben sai ha una muscolatura nulla, quindi non può muoversi... Le gambe sono come atrofizzate, quindi dovrà eseguire la tua stessa fisioterapia. Ma la testa... È fin troppo accesa. Quindi stiamo cercando di capire se questo è dovuto al fatto che potrebbe essere perché lui in realtà era sveglio, ma non fisicamente. Parli di giorni... Non lo sappiamo. In realtà potrebbero bastare secondi, o minuti... Qualche ora? Chi lo sa... O addirittura anni. Tu... Tu resteresti al suo fianco?".

I miei occhi vacillarono appena, rendendomi conto dell'effettiva situazione.
C'era quella possibilità in cui lui non si sarebbe ricordato di niente, ed io cosa avrei potuto fare?

Non lo avrei abbandonato... Ormai non ci sarei più riuscito.
Era stato una parte di me, e lo sarebbe stato anche in un futuro.

Perché lui lo aveva fatto, no?

Lui mi aveva aspettato per tutti questi anni... Mi aveva seguito e studiato, si era assicurato per me... E tutta questa casualità di avvenimenti doveva significare qualcosa, no?

Tutte queste occasioni dettate da qualcosa di più grande...

Lui era rimasto con me.

Mi voltai, lento, a guardare entrambi i dottori che aspettavano una mia risposta.

Touya, con un'espressione abbastanza strafottente, teneva un sopracciglio sollevato, mentre giocava con quel piercing che brillava tra le labbra tirate.
Invece Natsuo si era ammorbidito, con i lineamenti più dolci, e gli occhi che non rispecchiavano la solita freddezza.

La risposta era così semplice... Ed ovvia.

"Certo che resterò al suo fianco - Mormorai, sfilandomi lentamente la sciarpa da attorno al collo, con lo sguardo perso nel vuoto - Sarà dura... Ma il divertimento sta anche in questo... No?".

"Divertimento... Da quando stare con un isterico del cazzo è divertente?".

"È solo un po' scorbutico...". Sorrisi appena, mentre percepivo le dita tremare, con l'emozione che iniziava a crescere, perché lui si era realmente svegliato... Si era svegliato...

Ed un sorriso iniziò a sbucare sul mio viso, con gli occhi che si riempivano di lacrime, quasi da fare male.

Era passato così tempo... E sembrava così impossibile.

Ci eravamo riusciti... Forse per amore? Forse per caparbietà e lotta...? Non lo sapevo e non lo avrei mai scoperto... Ma ci eravamo riusciti.

"Ti prego, non frignare...!". Touya si sbatté il palmo della mano sulla fronte, mentre io mi fece scappare una risatina, e con foga mi asciugavo le lacrime, che sembrava che non volessero smettere di uscire.

Ma io ero felice... Ero realmente felice.

Lo avrei rivisto, avrei potuto stringerlo e non lasciarlo più andare.
I suoi occhi che avevo visto nei miei sogni... Così familiari e caldi, ma che trattenevano una costante guerra fatta di frecce incendiarie.

"O-Okay... Quindi... Cosa facciamo?". Mi voltai ad guardarli entrambi, con Natsuo che sorrideva apertamente e Touya che non mi guardava nemmeno, tenendo gli occhi sulla porta della stanza, quasi in attesa.

"Ma noi sappiamo già cosa fare".

E bastò terminare quella frase, quando quella porta si aprì, lasciando sbucare due occhi bicolori e un'espressione seria. Sembrava tutto dettato da un copione perfettamente scandito con il tempo...

Ci guardò, da lontano, osservando le nostre tre figure, ci studiò attentamente, prima di farci un cenno.
Quasi impercettibile, sollevando appena il mento nella nostra direzione.

Sembrava una barzelletta, una storiella irreale raccontata, perché bastò quel movimento ed i due ragazzi scattarono sugli attenti, ed il pavimento sotto i miei piedi svanì mentre il mio corpo veniva sollevato come se fosse stato una piuma, la più leggera, e le risa graffiate di Touya rimbombavano nel corridoio alle nostre spalle.

"Mi disgusta fare queste cose, ma sono fottutamente eccitato!".

"Mi disgusta fare queste cose, ma sono fottutamente eccitato!"

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