Capitolo 7

536 48 2
                                    

Gunter maledisse mentalmente Iniko quando lo vide togliersi il piumino che aveva addosso e notare quindi quel maledetto dolcevita nero che fasciava perfettamente il fisico asciutto dell'altro. Gunter sarebbe morto solo per poter toccare il corpo del biondo in quel momento ma sapeva che doveva trattenersi: non voleva mica sembrare un maniaco.

-come sta il ginocchio?- gli chiese Iniko distraendolo dai suoi pensieri mentre entrambi ringraziavano con la testa il cameriere che aveva appena portato i menù.

-niente di rotto per il momento ma devo evitare di fare salti o sforzarlo troppo per almeno cinque giorni- rispose sinceramente Gunter sbuffando e pensando che Iniko stava davvero bene con i capelli sciolti. Più lo osservava quella sera e più realizzava che era ancora più bello di quanto si fosse inizialmente immaginato.

-e per la prossima gara come farai?- domandò sorpreso Iniko e Gunter sospirò.

-mi allenerò quel poco che riesco, Minkah vorrebbe non farmi gareggiare visto che è molto vicina ma io voglio farlo quindi siamo arrivati al compromesso che gareggerò ma se durante il corto avverto dolori e passo per il libero mi ritiro-

-non sarebbe meglio riposarsi del tutto?-

-forse ma io odio stare senza pattinare per troppo tempo...mi ricorda l'incidente- spiegò con calma il rosso mettendo in automatico una mano sul suo ginocchio destro che in quel momento ea stretto in un tutore anche se non si vedeva visto che lo aveva messo da sotto i jeans che indossava, di certo non voleva farlo vedere a Iniko che sembrava parecchio preoccupato.

-immagino- sussurrò Iniko pensando a come si era spaventato quando aveva visto Gunter cadere a quel salto in malo modo e soprattutto non riuscire più ad alzarsi. Il continuo delle sue parole però fu spezzato dalle urla della gente che era intorno a loro e Iniko alzò lo sguardo verso il televisore per capire cosa fosse successo e sbuffò.

-tutto bene?- gli chiese Gunter guardando anche lui il televisore, attirato dalla urla, dove la partita di rugby che si stava svolgendo era appena finita.

-si- rispose il biondo -semplicemente dovrò sorbirmi mio padre che si lamenta che la sua squadra ha perso-

-tifoso accanito di rugby?- chiese Gunter che aveva appena trovato un modo di conoscere meglio l'altro.

-non solo, mio padre giocava nei Lions quando era giovane- spiegò Iniko con calma -e poi è diventato anche il loro allenatore solo che poi ha smesso di allenare e adesso si lamenta ogni volta che perdono visto che la considera ancora la sua squadra-

-e tu non hai seguito le sue orme?- domandò ancora Gunter facendo scoppiare a ridere l'altro.

-ma mi hai visto? Sono alto si ma ho preso la costituzione di mia madre quindi sono uno stecchino, mi avrebbero fatto fuori subito. Ci ho provato in realtà ma non fa per me come sport soprattutto perché è di squadra-

-ti piacciono gli sport individuali- capì Gunter che anche lui aveva provato tanti sport di squadra prima di decidere che quelli individuali gli piacevano di più.

-si almeno se sbaglio so che ho compromesso solo la mia gara e non quella degli altri. Mi mette pressione sapere che potrei aver mandato in fumo gli sforzi di altri per un mio errore-

-la pensiamo allo stesso modo- gli sorrise Gunter -i tuoi non hanno mai protestato per la tua scelta? Intendo il pattinaggio- domandò curioso il rosso. Voleva capire se l'altro avesse dovuto combattere come lui.

-no, mio padre pensava stessi scherzando perché la prima volta che mi portarono su una pista caddi di culo a terra dopo due secondi. Hanno accettato entrambi la mia scelta anche perché per loro lo sport deve essere fatto solo se piace e non costretti da altri: farlo costretti porta solo ad esaurirsi ancora di più-

-beato te- sospirò Gunter -i miei non hanno fatto altro che criticarmi e hanno smesso solo quando ho portato a casa risultati. Non erano comunque d'accordo con la mia scelta ma non dicevano niente perché vincevo- il rosso si mise a giocare distrattamente con le posate che aveva davanti.

-ti prego dimmi che non lo facevano perché è uno sporto da "femmine"- sussurrò Iniko e Gunter ridacchiò.

-hai centrato in pieno- continuò a ridere il rosso -hanno la mente troppo chiusa i miei-

-credevo che si fosse superata questa mentalità-

-sono i miei il problema...mi hanno cacciato di casa perché gay- aggiunse ancora Gunter. In realtà non voleva sganciare subito la bomba con l'altro ma visto che era uscito il discorso era almeno un modo per capire se all'altro desse fastidio.

-quando cazzo l'hanno fatto?- chiese sconvolto Iniko che però dentro di se voleva esultare perché aveva appena scoperto che non si era preso una cotta per un ragazzo etero: almeno con Gunter poteva provarci senza il timore di vederlo uscire con un donna.

-è il motivo per il quale ho pattinato male e mi sono rotto il ginocchio cinque anni fa- sorrise tristemente Gunter e Iniko si sentì male per l'altro.

-non volevi parlare del ginocchio e siamo tornati a quell'argomento- borbottò Iniko facendo ridere Gunter.

-è capitato. Cos'hanno detto i tuoi della medaglia?-

-non ci credevano nemmeno loro, si erano letteralmente rassegnati a non vedermi vincere niente per il resto della mia carriera competitiva-

-non mi ricordo di averli visti alla gara-

-perché non li faccio mai venire- disse sinceramente Iniko -sono...si comportano come dei tifosi sfrenati di rugby e io non li voglio alle gare quindi scoprono che ho una gara solo il giorno stesso dopo che l'ho fatta. Quando mi hanno visto con la medaglia sono letteralmente scoppiati-

-anche se possono sembrare imbarazzanti secondo me potrebbe anche farti bene un bel po' di tifo, soprattutto adesso che inizierai a vincere di più-

-sei davvero convinto che io possa vincere ancora?-

-hai del potenziale Iniko Parkerej e devi davvero smetterla di sottovalutarti in questo modo- concluse il discorso Gunter mentre il cameriere li raggiungeva per prendere le loro ordinazioni.


Stelle sul ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora