Capitolo 18

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Gunter sbuffò chiedendosi cosa avesse mai fatto di male perché la sua sorellina lo odiasse, era stato cacciato di casa dai suoi genitori perché gay mica era scappato di sua volontà, prima di inseguire la rossa e bloccarla per un polso nuovamente.

-Sam quella donna distrugge le atlete che dice di voler allenare. Le prende giovani in modo da poterle plagiare a suo piacimento ma non tiene conto di quella che è il loro sviluppo e impone loro di fare salti pericolosi. Hai ventidue anni e sei abbastanza grande ma non hai ancora smesso di crescere e non voglio che ti accada qualcosa di male. una sua ex atleta è stata costretta a ritirarsi a diciotto anni- cercò di farla ragionare Gunter e credette di esserci riuscito vedendo lo sguardo sconvolto della sorella -torna a casa-

-io sono qui perché voglio dimostrare a tutti che sono capace di gareggiare anche a livello nazionale e internazionale. La nostra città mi sta stretta visto che vinco fin troppo facilmente- sbottò Samantha incrociando le braccia al petto.

-Madame Juliette non è la scelta migliore Sam-

-ma è l'unica che mi ha notato e mi ha dato questa possibilità. Voglio dimostrare a tutti che posso farcela-

-Sam...-

-questo fine settimana c'è una gara e voglio partecipare-

-non puoi partecipare senza un coach Sam- le disse Gunter incrociando le braccia al petto -e io non ti permetterò mai di farti accettare quel contratto da quella strega-

-il tuo ex allenatore è libero? Non posso chiedere a quello che era il mio visto che ho chiuso con lui venendo qui- domandò titubante la rossa che si ricordava che l'allenatore del fratello sembrava una brava persona, almeno quello che lo allenava a Philadelphia lo era.

-Minkah ha già una ragazza che gareggia nei senior e lui non prende due atleti della stessa categoria- rispose sinceramente Gunter cercando di pensare a qualche allenatore libero.

-Gunter io voglio gareggiare! Permettimi di dimostrarti che posso competere qui, sei stato tu a portarmi ad amare il pattinaggio e sono brava credimi-

-podio- sussurrò Gunter iniziando anche a maledirsi per la malsana idea che gli era appena venuta in mente.

-cosa?- domandò confusa Samantha.

-devi almeno arrivare sul podio e solo allora ti permetterò di restare qui altrimenti te ne torni a casa- disse convinto il maggiore.

-ma io...sono brava ma non puoi vedere quanto posso migliorare se non mi fai stare in un ambiente con gente più brava di me almeno per un po'!- protestò Samantha -per non parlare che non vuoi nemmeno farmi allenare con l'unica

persona che voglia farmi da coach!-

-puoi farlo se hai un buon allenatore. È mercoledì e contando oggi fino al programma corto di sabato mattina abbiamo tre giorni per sistemare la tua coreografia e iscriverti alla gara- iniziò a dire Gunter camminando avanti e indietro sotto lo sguardo attento di Sam.

-a trovarlo un buon allenatore-

-ne conosco uno libero- sussurrò Gunter -momentaneamente può seguirti quindi non abbiamo problemi-

-non possiamo fare due coreografie nuove in tre giorni Gunter! Anche con il miglior coach di questo mondo, non arriverò mai sul podio-

-non dobbiamo rifare una coreografia ma adattare quelle che già hai al programma richiesto qui- le fece notare Gunter -dovrai allenarti molto e anche ad orari improponibili-

-ci sto. Quando iniziamo?- domandò tutta contenta Sam che voleva dimostrare al fratello che poteva farcela e che era brava e poi era certa che l'avrebbe lasciata restare a Philadelphia.

-oggi ovviamente. Dammi il tuo numero di telefono e ti avviso appena ho l'orario per la pista visto che adesso ho da fare- Gunter porse il suo telefono alla sorella che scrisse il suo numero all'altro per poi ripassarglielo. -va a cambiarti-

-perché?-

-perché ti voglio con dei leggings e non con dei pantaloncini mentre ti alleni-

-ma...-

-niente ma Samantha o salta tutto- Sam guardò in cagnesco il fratello ma decise comunque di tornare a casa e cambiarsi proprio come aveva detto l'altro: non voleva fare brutta figura con il suo nuovo coach.

-mi avviserai davvero e non sparirai nel nulla vero?- domandò titubante Sam e Gunter le sorrise.

-ti avviso davvero sorellina e mi troverai al tuo allenamento- le promise e poco dopo si trovò stretto nell'abbraccio della sorella, abbraccio che per sua sfortuna durò poco e il rosso fu costretto a prendere un profondo respiro per calmarsi e andare verso uno dei custodi del palazzetto. -ci sono slot liberi oggi per l'allenamento?- domandò iniziando a giocherellare con la sua fede per l'ansia.

-oggi dalle dieci alle undici. È l'unico libero poi chiudiamo-

-va bene quello allora, per i prossimi giorni c'è qualcosa? A qualunque orario- chiese ancora Gunter mandando velocemente un messaggio alla sorella scrivendole l'orario del loro allenamento.

-giovedì e venerdì ci sono posti liberi dalle cinque alle otto di mattina e dalle dieci alle undici di sera-

-li segni tutti occupati da Parkerej- Gunter non era tanto felice di quegli orari ma erano gli unici disponibili e avrebbe fatto di tutto per far allenare al meglio la sorella per quella gara.

-Iniko?-

-no, Gunter- si affrettò a correggere Gunter maledicendo il fatto che tutti pensavano prima a sua marito e non a lui visto che era il minore tra i due che ancora gareggiava.

-solo una persona?-

-no due, l'altra è Samantha Strauss-

-bene, orari occupati- gli disse il custode e Gunter gli sorrise per ringraziarlo per poi ricordarsi di mandare anche un messaggio ad Iniko per avvisarlo che si sarebbe fermato fino alle undici al palazzetto e quindi di non aspettarlo sveglio.

-sei molto concentrato- Gunter alzò lo sguardo incrociando gli occhi di Minkah che era appena arrivato.

-sto organizzando una cosa- rispose sinceramente il rosso.

-e si può sapere cos'è questa cosa?- domandò ancora il suo ex allenatore che comunque era rimasto suo grande amico in tutti quegli anni.

-lo scoprirete alla gara di sabato-

-non stai cercando di sabotare tuo marito vero?-

-no, non sto cercando di sabotare mio marito-


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