Capitolo 1

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-la tua gamba fa ancora male?- domandò Minkah osservando dubbioso il rosso che stava semplicemente pattinando in tondo nella pista che teoricamente dovevano usare per rivedere la coreografia per la gara imminente.

-no- fu la risposta secca di Gunter anche se non era vero visto che il ginocchio gli faceva male eccome e si stava maledicendo mentalmente per aver avuto la geniale idea la sera prima di farsi di corsa le dieci rampe di scale per arrivare al suo monolocale e non avevano minimamente giovato. Il suo ginocchio era messo male ormai da cinque anni, da quando precisamente i suoi genitori lo avevano cacciato di casa perché gay poco prima della sua gara, gara durante la quale aveva sbagliato un salto per il nervosismo compromettendosi appunto il ginocchio destro per via della caduta rovinosa. Non era riuscito a continuare la gara per colpa di quella caduta e quindi era stato costretto a ritirarsi tra le lacrime. Era stato mentre Minkah lo stava consolando negli spogliatoi che l'uomo aveva finalmente compreso quello che era successo poco prima della stessa. Il suo allenatore lo aveva ospitato a casa sua per un po', il tempo di subire l'intervento al ginocchio, perché era davvero messo male, e riprendersi dallo stesso per tornare a gareggiare e trovarsi il suo monolocale nel quale vivere.

-se lo dici tu- borbottò Minkah per poi lanciare un veloce sguardo in direzione della mora che era appena entrata nel palazzetto visto che anche lei teoricamente doveva allenarsi per la sua gara che sarebbe stata negli stessi giorni di quella di Gunter solo che di mattina.

-sto davvero bene Min- rispose Gunter -ciao Emma- aggiunse lui avendo notato la mora che si era messa velocemente i pattini e dopo aver saltato le spallette la diciottenne corse sulla pista per abbracciare di slancio Gunter. Quando Emma aveva iniziato a pattinare lo aveva fatto anche lei sotto la guida di Minkah e Gunter aveva visto crescere sportivamente la mora tanto da considerarla quasi una seconda sorella dispensandole anche parecchi consigli prima delle gare.

-ciao Gu- rispose lei staccandosi dal rosso per iniziare a girargli intorno osservandolo attentamente -Min ti stava guardando male quindi...come sta il tuo ginocchio?- Gunter alzò gli occhi al cielo a quelle parole.

-okay mi fa leggermente male ma solo perché mi sono fatto tutte le scale di corsa per arrivare a casa ma sto bene e per la gara sarò in ottima forma- concluse il discorso Gunter sbadigliando leggermente.

-e perché ti sei fatto le scale di corsa?- chiese Emma con un sorrisetto sulle labbra -centra per caso il tuo ragazzo?- domandò ancora la mora continuando a girare in tondo a Gunter mentre comunque provava alcune serie di passi che erano presenti nella sua coreografia.

-ieri abbiamo finito tardi e dovevo uscire con lui quindi dovevo cambiarmi velocemente- borbottò il rosso chiedendosi come avesse fatto Emma a capire perfettamente come era andata tutta la storia -e comunque non è ancora il mio ragazzo visto che ci stiamo ancora frequentando motivo anche per il quale dovevo muovermi- Minkah a quelle parole si mise una mano in faccia disperato: perché il rosso era così fissato con il trovarsi un ragazzo da finire anche per farsi male prima di una gara?

-contento tu- disse Emma -io non rischierei mai di farmi male ancora di più prima di una gara per qualcuno con il quale ci sto provando solo e soltanto per non pensare alla mia vera cotta- continuò la mora e Gunter la guardò sconvolto.

-di cosa...-

-oh andiamo lo cerchi sempre con lo sguardo e sei uno dei pochi che lo fissa intensamente durante le gare anche se finisce sempre ultimo- spigò la moro mentre Minkah sorrideva comprendendo di chi stesse parlando la ragazza.

-non credo tu abbia capito, lo osservo solo perché è bravo ma non viene valorizzato dalle coreografie che gli fanno- cercò di arrampicarsi sugli specchi il rosso mentre Minkah scoppiava definitivamente a ridere.

-mio caro Gunter guarda che me ne sono accorto anch'io che fissi Iniko ormai da cinque anni- gli disse il suo allenatore facendolo sbuffare. Quando si era leggermente ripreso dalla sua crisi di pianto dopo essersi rotto il ginocchio Gunter era tornato ad osservare la gara proprio durante l'esibizione di Iniko. Lui e il biondo avevano quasi sempre gareggiato insieme, da quanto aveva scoperto avevano solo tre anni di differenza, solo che Gunter non aveva mai prestato molta attenzione al biondo visto che finiva sempre ultimo e non andava mai a quello che era il programma libero per non parlare del fatto che Iniko scompariva subito dopo la fine della sua performance e quindi non restava a parlare con nessuno. Quando Gunter finalmente si era soffermato a guardare il biondo si era preso una colossale cotta per lui e non quel giorno stesso ma durante un'altra gara aveva cercato di parlare con Iniko senza però riuscirci visto che come suo solito l'altro se l'era dileguata non essendo riuscito a passare alla fase successiva.

-è l'unica cosa che posso fare fissarlo- si arrese a dire il rosso chiudendo un momento gli occhi -sembra non voler interagire con nessuno di noi- borbottò e Emma si trovò ad annuire alle sue parole visto che anche lei dagli spalti, perché guardava sempre le gare anche maschili, si era accorta di come il biondo che aveva completamente attirato l'attenzione di Gunter non facesse altro che scappare a fine gara dopo aver ricevuto l'ennesimo punteggio basso.

-a volte mi chiedo perché non cambi allenatore- si ritrovò a dire Minkah -ha tanto potenziale ma è sprecato se il suo allenatore non lo aiuta a farlo uscire-

-perché non lo prendi tu?- domandò Emma -infondo hai solo me e Gunter e poi faresti un enorme favore al nostro campione- continuò lanciando un sorrisetto in direzione del ragazzo che era al suo fianco.

-lo sai che non voglio avere ragazzi della stessa categoria che competono tra loro e ho già Gunter- disse Minkah scuotendo la testa -comunque Gunter preferirei mille volte che tu cercassi di non farti male per uscire con qualcuno che nemmeno ti piace prima di una gara-

-ho capito- sbottò il rosso uscendo dalla pista esasperato e anche intenzionato in quel momento a far riposare il suo povero ginocchio.

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