Capitolo 19

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Samantha entrò nella pista di quel pomeriggio con l'ansia a mille. Si era cambiata, come le aveva detto di fare il fratello, e aveva anche cenato con un panino prima di ritornare al palazzetto con una voglia matta di scoprire chi potesse essere l'allenatore che le aveva trovato il fratello.

-sei in ritardo di due minuti- le disse proprio Gunter osservando il suo telefono sul quale erano segnate le ventidue e due.

-non mi volevano far entrare all'ingresso- rivelò Samantha ed era anche vero visto che l'avevano bloccata per tantissimo tempo tanto che la rossa aveva anche visto uscire di sfuggita la bella mora che aveva incontrato quella mattina alla pista di pattinaggio anche se l'altra non l'aveva notata.

-ma se ho dato il tuo nome- borbottò Gunter mentre Sam si sedeva per potersi infilare i pattini ai piedi dopo essersi tolta il giubbotto: non aveva voglia di andare a cambiarsi negli spogliatoi.

-ma non era il tizio a cui lo hai dato. Ha protestato per poi controllare chi avesse prenotato la pista e quando ha letto il mio nome è sbiancato e mi ha fatta passare- Sam si alzò di colpo mettendo le mani sui fianchi e guardandosi intorno -dov'è il coach che hai trovato?-

-lo hai davanti- rispose invece Gunter sospirando mentre riponeva il suo telefono nella tasca posteriore dei jeans che indossava -fai un po' di riscaldamento prima di iniziare-

-tu?- domandò sorpresa Samantha -tu mi farai da coach?-

-si- rispose Gunter sotto lo sguardo sconvolto della sorella -ho esperienza come allenatore-

-come no! Se hai trentadue anni! Avrei smesso da poco-

-il mio campione ha vinto ventitré medaglie d'oro, sessantasette d'argento e novantacinque di bronzo- ringhiò Gunter in direzione della sorella -e per la precisione ho smesso di pattinare a venticinque anni per colpa del ginocchio. Ora entra in pista e riscaldati che abbiamo poco tempo-

-quindi sei diventato allenatore?- domandò curiosa la rossa iniziando comunque a riscaldarsi per non sentire nuovamente il fratello lamentarsi.

-si ma ho allenato solo una persona e tu saresti la seconda-

-dai numeri di medaglie che mi hai detto non sembri un brutto allenatore...anzi- sussurrò ancora Samantha sbadigliando leggermente -nei prossimi giorni hai trovato altri orari?-

-le sere sempre allo stesso orario e poi abbiamo sia il giovedì che il venerdì mattina dalle cinque alle otto-

-le cinque di mattina?- chiese sconvolta Samantha bloccandosi di colpo.

-si, non c'erano altri orari liberi essendo che a breve ci sono le gare e tutti vogliono allenarsi il più possibile, anzi devi ringraziare che li abbiamo trovati questi orari- continuò Gunter sbadigliando anche lui. Era stanco morto ma si era promesso che avrebbe aiutato la sorella per quella gara e non poteva di certo tirarsi indietro -ti conviene non dire a mamma e papà che ti stai allenando con me-

-io non dico loro con chi mi alleno- lo rassicurò Samantha che non avrebbe detto niente anche perché era certa che i suoi genitori avrebbero avuto da ridere anche solo a sentire accennato il nome di Gunter. Se l'erano presa davvero a male quando l'altro era scappato di casa e lei non se li voleva trovare li incavolati neri perché si stava facendo aiutare da lui.

-bene. Fammi vedere il programma corto adesso- le disse mentre la rossa si avvicinava alla balaustra.

-mi serve la musica sul mio telefono-

-va bene- borbottò Gunter andando verso la giacca della sorella e prendendole il telefono per poi porgerglielo con la sinistra. Fu solo per quel movimento che Sam si accorse di quello che era un luccichio all'anulare sinistro del fratello e invece di prendere solo il telefono si tirò dietro la mano di Gunter per poter osservare attentamente quella che a tutti gli effetti era una fede.

-sei sposato?- domandò sconvolta Samantha.

-non sono fatti tuoi- Gunter ritrasse velocemente la mano dalla presa della sorella cercando di nasconderla alla sua vista. Non voleva dirle di essere sposato e soprattutto non voleva dirle di essere sposato con un uomo. Non conosceva bene il pensiero della sorella ma essendo cresciuta con i genitori c'erano davvero altissime possibilità che fosse omofoba anche lei e non voleva sentirsi gridare contro da Samantha. Avrebbe tenuto nascosto il fatto di essere sposato con un uomo alla sorella per tutto il tempo necessario.

-ah no? Mio fratello è sposato e non sarebbero fatti miei? Quando?-

-devi allenarti. Pensa a quello e non alla mia vita privata-

-dimmi almeno quando lo hai fatto! Maledizione Gunter sono tua sorella non credi che vorrei conoscere tua moglie? E sono certa che la vorrebbero conoscere anche i nostri genitori- lo guardo di Gunter a quelle parole si adombrò e il rosso cercò anche di calmarsi per non dare di matto in quell'esatto momento.

-cinque anni fa ma Sam ora concentrati sul tuo allenamento e non sulla mia vita privata cortesemente. Non ho voglia di parlarne- concluse il discorso Gunter e anche se Sam aveva davvero tantissime domande da fare al fratello preferì far partire la musica sul suo telefono e mettersi in posizione per iniziare il suo programmo corto. Doveva concentrarsi solo su quello in quel preciso momento perché voleva fare buona figura con il fratello, voleva fargli vedere che era capace di eseguire perfettamente la sua coreografia.

Gunter dal canto suo sospirò pesantemente iniziando a giocare nervosamente con la sua fede. Doveva assolutamente cercare di tenere Sam il più lontana possibile da persone che sapevano che lui e Iniko erano sposati e doveva anche chiedere a quest'ultimo di non baciarlo quando c'era la sorella in giro. Non gli piaceva nemmeno a lui quella situazione, amava baciare Iniko quando voleva e aveva passato fin troppo tempo a nascondersi dai suoi genitori, ma non poteva fare altrimenti fino a quando sua sorella sarebbe rimasta a Philadelphia.

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