Capitolo 30

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-Gunter- ringhiò Emma alzandosi di colpo per andare a cercare la rossa sentendosi anche in parte in colpa per averla ignorata per quelle settimane. Era certa che Sam non potesse avere nessun interesse per le ragazze visto tutte le pippe mentali che si era fatto Gunter in quei mesi e aveva finito solo per ferire Samantha senza parlare.

-cazzo- sussurrò il rosso sentendosi uno stronzo per la reazione che aveva avuto e correndo anche lui dietro Emma.

-continuate senza di noi- aggiunse Iniko alzandosi a sua volta e raggiungendo il marito. -te lo avevo detto che dovevi parlarle-

-sono un cretino- borbottò Gunter fermandosi e girandosi per poter poggiare la fronte sulla spalla di Iniko -le ho fatto credere di essere omofobo con le mie domande vero?- aggiunse poi con un sussurro.

-non tanto le domande ma il tono di voce che hai usato- Iniko mise un braccio intorno alla vita di Gunter per stringerlo a se -devi assolutamente dirle tutta la verità- continuò poi lasciandogli un bacio sui capelli.

-hai ragione. Sono letteralmente andato in escandescenza e adesso mia sorella mi odia, sono un cretino-

-lo hai già detto- ridacchiò Iniko -Emma è corsa subito da lei quindi forse riuscirà a raggiungerla- nemmeno il tempo di dire quelle parole che Iniko notò Emma camminare verso di loro.

-tua sorella corre forte anche con dei maledetti tacchi- ringhiò la mora mentre Gunter usciva dal suo nascondiglio e sospirava.

-provo a chiamarla-

-non funziona- Emma fece vedere il cellulare che aveva in mano e che era quello di Sam -lo ha lasciato sul tavolo e l'ho

preso prima di correrle dietro-

-spero almeno che domani si presenti all'allenamento-

-non vuoi andare a cercarla a casa adesso?- domandò confuso Iniko -abbiamo la macchina-

-voglio lasciarla un po' sbollire la rabbia e orami è tardi. Meglio parlarle domani e se non si presenta agli allenamenti la vado a trovare a casa per poi dirle tutta la verità sperando che mi perdoni- spiegò con calma Gunter che sperava davvero che la sorella fosse corsa dritta a casa e che non avesse deciso di fare qualche cazzata.

-dovevi proprio avere quella reazione di merda?- domandò dopo un po' Emma che diversamente da Gunter aveva tutte le intenzioni di andare a trovare Sam a casa quella sera.

-conoscendo i miei genitori non credevo possibile che alla mia sorellina potessero piacere anche le ragazze- borbottò Gunter.

-già e lo hai fatto pensare anche me- sussurrò Emma storcendo la bocca.

-e questo cosa c'entra?- domandò confuso Gunter -volevi provarci con mia sorella?- chiese ancora incrociando le braccia al petto.

-be' tua sorella mi ha baciata qualche sera fa e credevo mi avesse scambiata per un ragazzo e non di certo perché potessi piacerle io- rispose sinceramente Emma.

-aspetta la stavi evitando per questo?- domandò Iniko che si era accorto di come Emma aveva cercato di non stare troppo vicina a Samantha nelle ultime settimane così come quella sera si era seduta da tutt'altra parte.

-tuo marito mi ha fatto venire i complessi okay?- sbottò Emma mentre Gunter scuoteva la testa.

-è successo in discoteca vero?- domandò poi il rosso e Emma annuì -ecco perché sembrava strana- sussurrò ancora Gunter mentre Iniko osservava dubbioso Emma.

-ti ha solo baciata o è successo anche altro. Mi sembrava troppo pensierosa per essere solo un bacio il problema-

-sono rimasta a dormire da lei quella sera e la mattina dopo mi sono volatilizzata. Ma davvero Gunter mi aveva fatto venire i complessi e io...io non volevo che mi urlasse contro qualcosa-

-e mia sorella era un cadavere dopo- sussurrò Gunter passandosi una mano tra i capelli -dovrei ucciderti in veste di fratello maggiore iperprotettivo ma...ma in parte è anche colpa mia quindi per questa volta chiudo un occhio-

-quindi posso provarci spudoratamente con la mia Strauss adesso?- domandò Emma con un sorrisetto.

-se non ti manda a quel paese come ha mandato me si ma sappi che vi sarò con fiato sul collo- ringhiò Gunter mentre Emma sorrideva e salutava i due iniziando a correre verso casa di Sam: voleva parlarle il più velocemente possibile con la sua rossa. Per sua sfortuna quella sera aveva deciso di andare a piedi alla cena perché era molto vicini a casa sua ma in quel momento la macchina le sarebbe davvero tornata utile per arrivare presto da Sam.

Quando finalmente, venti minuti di corsa dopo, arrivò davanti la palazzina che ospitava il monolocale della ragazza ringraziò il cielo che il portone fosse aperto e salì velocemente le scale e iniziando a bussare con insistenza alla porta del monolocale di Sam. Non si sarebbe scollata da li fino a quando la rossa non le avesse aperto.

-cosa cazz...va via Emma- urlò Sam aprendo leggermente la porta e cercando di chiuderla ma Emma fu più veloce di lei e si intrufolò nel suo monolocale notando quasi subito le lacrime che rigavano gli occhi della rossa.

-scusa- sussurrò Emma abbracciando di slancio la minore -se ti può rassicurare tuo fratello non è omofobo semplicemente non se lo era aspettato e per questo ha reagito in quel modo- le sussurrò tenendola stretta mentre Sam riprendeva a piangere, aveva tanta di quella tensione accumulata che ne aveva davvero bisogno di sfogarsi con qualcuno.

-quindi non mi urlerà contro che sono un mostro?- domandò tra i singhiozzi e Emma la trascinò verso il grande letto matrimoniale per potercisi sedere insieme alla rossa che non si era ancora cambiata segno che anche lei non era arrivata li da molto.

-no, non lo farò anche perché Iniko è gay e credo lo abbia capito anche tu e quei due sono amici-

-e tu mi parli di nuovo?-

-scusa ecco...diciamo che pensavo mi avessi baciata perché credevi fossi un ragazzo-

-per questo sei scomparsa il giorno dopo e mi hai evitata per...- Sam scoppiò a ridere per non piangere -ma chi cazzo è così tanto fuso da baciare una ragazza credendo che fosse un ragazzo?- domandò la rossa scuotendo la testa.

-posso restare con te stasera?- domandò Emma e Sam annuì: aveva bisogno di qualcuno da abbracciare per tranquillizzarsi mentre dormiva.


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