Tʀᴇ~𑁍

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[Jisung POV]

La camera mi piaceva così, era molto meglio delle enormi e spoglie camere dell'orfanotrofio e sinceramente ho sempre amato le cose semplici.
Quella mattina Yeji doveva andare a lavoro e Yuna aveva da fare delle commissioni come la spesa e le solite cose da mamma.
Avevo in mente di parlare con Minho, il bel ragazzo che dovevo imparare a chiamare "fratello".
Cazzo se non mi venne ansia!
Quel ragazzo aveva qualcosa di spaventoso.
Sembrava posseduto, e se lo dico è perché è vero, sembrava posseduto!
Aprii piano la porta scorrevole della mia camera così da non fare rumore e lentamente a piedi scalzi mi avvicinai alla stanza di mio "fratello".

La porta era uguale alla mia come già dissi, e mi sembrò di stare dinnanzi alla mia camera e non alla sua.
Bussai tre volte ma non ebbi nessun permesso di entrare.
"Forse non è in camera" pensai.
Ma decisi di entrare lo stesso, giusto per dare un'occhiata.

Aprii la porta e vidi una cosa che mi stupì molto: c'era un letto a castello.
La camera era dipinta si un azzurro molto chiaro e sulla scrivania c'era un grande schermo del computer, probabilmente per i videogiochi. Dietro di essa vi erano due sedie. C'erano un sacco di mensole stracolme di manga, funko pop e pupazzi di ogni tipo e la finestra era coperta da delle tende bianche. C'era anche un mobile, posto sotto uno specchio con le luci, con il cassetto, e dentro, vi erano dei... trucchi?

Entrai guardandomi intorno e mi piacque molto quella stanza. Era serena e semplice ma confortevole.
Mi sedetti sul letto di sotto e poggiai la testa contro il muro alle mie spalle.
Che silenzio bellissimo.
Rimasi lì fermo a guardare il mobiletto dei trucchi e notai una foto appiccicata vicino allo specchio. Raffigurava due ragazzini sulla quindicina probabilmente. Uno aveva i capelli ricci e biondi mentre l'altro capii subito chi era. Gli occhi felini, i capelli castani e lo sguardo ipnotizzante, ero certo fosse Minho.

Si, uno era Minho ma l'altro?
Non riuscivo proprio a capire.
Alzai lo sguardo e mi lasciai sfuggire un sospiro molto lungo.
Chiusi gli occhi e decisi di cullarmi in quel silenzio assordante.
Non c'era anima viva, solo uno strano rumore d'acqua che probabilmente proveniva da fuori.

Passarono una scarsa decina di minuti quando senti la porta scorrevole aprirsi.

Lentamente, per via del sonno che stavo prendendo, girai la testa con gli occhi socchiusi e vidi una sagoma ferma sull'uscio della porta.
Quando capii chi fosse e in che stato era i miei occhi si sbarrarono di colpo e il mio corpo scattò in piedi.

Minho, con un solo asciugamano alla vita e i capelli bagnati era la fine del mondo, la mia fine.
Divenni rosso dall'imbarazzo e non riuscii a dire una parola con quel capolavoro d'innanzi agli occhi.
Cazzo Minho era un capolavoro.

Lui si avvicinò a me e portò il suo viso a pochi millimetri dal mio scrutando con lo sguardo i miei lineamenti.
Arricciò il naso e si allontanò da me con lo sguardo più seccato e bello che avessi mai visto.
-Perchè sei in camera mia?- chiese con una voce cupa e fredda.
Io divenni tutto rosso e sorrisi imbarazzato -Davo un'occhiata alla casa, non sapevo fosse questa la tua camera, così sono entrato...- mentii spudoratamente.
Il moro mi guardò storto.
-Mh ok- disse e subito dopo mi passò oltre arrivando al mobile dei trucchi e, dopo aver preso quelli che sembravano un fondotinta e un ombretto, uscì dalla camera lasciando la porta aperta.
Io rimasi lì, fermo, confuso e imbarazzato .

Uscii dalla camera non appena ebbi metabolizzato tutto l'accaduto.
"Cazzo"
Pensai e uscii dalla camera.
"Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!"
Iniziai a camminare frettolosamente per il corridoio cercando di raggiungere la mia stanza il più in fretta possibile.
Aprii la porta e mi buttai sul letto sprofondando la faccia nel cuscino.
"Ho fallito"
Il mio piano infatti non l'avevo progettato esattamente così, era totalmente diverso nella mia mente.
Mi accovacciai e portai le ginocchia al petto stringendomi i polpacci con le mani.

Non sapevo come comportarmi ora.
Mi tornò in mente quando Minho prese i trucchi e pensai solo ad una cosa.

Gay?

Non lo so.
Io ho sempre provato una certa attrazione per i ragazzi, e di questo ne parlai a madre Shin quando ero ancora all'orfanotrofio. Lei mi disse che non c'era nulla di sbagliato perché in fondo l'amore non è schematico, uomo + donna = amore
No, assolutamente no.
Me lo disegnò alla lavagna.
Già, madre Shin mi disegnò alla lavagna, col gessetto verde uno schema:
L'amore tra un uomo e una donna si chiama amore eterosessuale.

L'amore tra uomo e uomo si chiama amore omosessuale, e così anche per due donne.
Ma si chiama comunque amore.

E io ne rimasi colpito, non sapevo assolutamente nulla di tutto quello, me lo insegnò lei.
La ringrazio perché adesso so chi sono e qual'è la mia natura.
Ecco perché lei mi manca, perché è stata un pezzo fondamentale della mia crescita e della mia cultura per ben 15 anni.
Mi manca troppo.

Non rimasi molto a pensare a quello, piuttosto mi tornò in mente il ragazzo nella foto appesa allo specchio, chi era?
Questo io non lo so.

𝐎𝐛𝐬𝐞𝐬𝐬𝐞𝐝 𝐰𝐢𝐭𝐡 𝐋𝐞𝐞 𝐌𝐢𝐧𝐡𝐨 - ꪑﺃꪀᦓꪊꪀᧁ❦︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora