FORSE NELLA PROSSIMA VITA
Ci sono persone che entrano nella nostra mente senza alcun permesso, passano la frontiera e non pagano il pedaggio.
Sarebbe tutto più facile se si potesse controllare il traffico, eliminare quello che non va prima che sia troppo tardi.
Eppure il dolore non ti avvisa quando è vicino, non chiaramente.
Non c'è semaforo che possa fermare quel caos.
Rhea non era stata in grado di salvarsi dalla propria mente ma il suo suo corpo aveva trovato un modo.
Quando riemerse dal fiume, ancora attaccata al cadavere del padre, dovette lottare per portare entrambi a riva.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, dove si trovasse ma sapeva abbastanza.
Suo padre era morto.
Lo stesso uomo che le aveva insegnato a camminare, a giocare a baseball e a ballare.
C'erano tanti così bei ricordi e tutti quelli brutti mancavano.
Sarebbe voluta restare ma capì di non poterlo fare, gli uomini che stavano arrivando erano armati. Non erano suoi alleati.
Poté solo baciare la fronte di Alexander e scappare, in lacrime.
Si era nascosta per qualche ora, solo per poter capire cosa fare e poi ci era riuscita.
Ricordava Steve, ricordava Natasha e Sam.
Doveva trovarli.
Non le fu difficile rubare un telefono e sapere che Barnes era un fuggitivo e Rogers era ricoverato all'ospedale più grande di Washington.
Anche se arrivarci fu molto più stancante, voleva solo chiudere gli occhi, dormire.
La testa le scoppiava.
Il tempo andava avanti, se ne accorgeva, ma non riusciva a seguirlo.
Le sembrava di andare a rallentatore.
I suoi vestiti rivelavano fin troppo la sua identità, quindi rubò un camice da dottore.
Trovò la stanza poco dopo, il corridoio era meno pieno in confronto al Pronto Soccorso.
Si nascose dentro, sorprendendosi di non vederci Nat e Sam.
Ma Steve era lì.
Rhea fece qualche passo in avanti ancora e sorrise, sorrise finalmente dopo tutte quelle ore di dolore.
Si aggrappò al lettino per il dolore alle gambe.
Era a pezzi, sia dentro che fuori.<<Steve, sarebbe un buon momento per svegliarsi>>lo chiamò<<Non vuoi il bacio della Bella Addormentata, vero?>>
Egli non si mosse neppure, gli toccò un braccio<<Steve, dai>>
Alzò lo sguardo e vide la sacca di morfina più grande che avesse mai visto.
Il suo metabolismo era rapido e serviva una doppia dose di ogni cosa e per questo capì che era stato profondamente addormentato.
Non avrebbe aperto gli occhi, nemmeno per lei.<<Non è giusto>>Abbassò il capo<<Io sono qui! Sono tornata da te>>
Non riuscì più a reggere e cadde sul pavimento.
Restare lucida era dura, sentiva ancora il peso delle macerie sopra di sé, l'acqua che le entrava nei polmoni.
Il suo respiro aumentò e le lacrime si ribellarono al suo stretto controllo, finalmente si lasciò andare ai singhiozzi ma dovette premere le mani sopra la bocca.
Strisciò sino ad una parete, delle infermiere passavano in corridoio e nascondersi a terra era la sola idea che ebbe.
Strinse le gambe al petto e restò lì, a piangere, per interminabili minuti.
Dalla finestra della stanza si vedeva Washington immersa in una nube grigia per la caduta.
Erano morti in centinaia, ed era morto suo padre.
La verità le faceva tanto male da non poterla sopportare, dovette distogliere lo sguardo.
Osservò le proprio mani, lo smalto nero ormai rovinato, i segni di cenere ma neppure un taglio.
Era sporca di sangue ma non il suo.<<Che cos'ho fatto?>>sussurrò<<Sono diventata il mostro delle mie stessi incubi. Volevo cambiare il mondo, salvarlo e invece l'ho distrutto. Sono stata egoista. Mi dispiace, mi dispiace tanto, Steve.>>
I flashback erano dolorosi e tentava davvero di combatterli. Non voleva ricordare in quel momento?
Voleva tornare a casa e voleva che Steve andasse con lei.<<Quando la scarica mi ha attraversata è stato come essersi risvegliata da un incubo, e tu non c'eri. Dovevi esserci ma non c'eri.>>Guardò il letto<<E il tuo Bucky Barnes, io lo conoscevo. Non lo ricordo, non ricordo nulla ma so delle cose. So che indietreggia sempre prima di colpire, so che mi teneva la mano prima che mi riattaccassero alla macchina della memoria. So che ha un piccolo neo, in fondo alla schiena, che sembra una rosa. E so che se n'è andato...lo hanno fatto tutti. Mia madre, Jason, Dean e...mio padre, Dio, mio padre se n'è andato. Tutti quelli che ho amato sono scomparsi nel tempo e nello spazio, per quanto ci provi non riesco a raggiungerli. Quindi volevo trovare te. Ho fatto del mio meglio per restare, per lottare e lasciare un segno. Ma ha portato solo ad altra morte, ad altri peccati>>
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𝐒𝐈𝐍𝐍𝐄𝐑 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
FanfictionSinner- Peccatore/Peccatrice Scegliere tra bene e male è come scegliere tra giudicare il peccatore o il suo peccato, c'è una sfumatura a separarli. Rhea Pierce ama le sfumature, proprio quanto ama un buon vino. Figlia del potente Alexander Pierce...