CONSEGUENZE
Fare la cosa giusta, a volte, non è un fatto oggettivo.
Ci sono leggi, culti, che prefissano delle regole, dei concetti ma soprattutto dei confini.
E restare dentro quelle linee è come essere imprigionati, incatenati a qualcosa che non puoi vedere, o toccare, o sentire ma sai che è lì. Sai di averne paura.
Le persone prendono decisioni solo a causa di quella paura, scelgono se affrontarla e varcare ogni soglia possibile, o scelgono di restare dentro quel confine, di rispettare e indietreggiare.
Ma cos'è giusto o sbagliato? Come sai che mettere un piede fuori dal limite stabilito è sbagliato?
È questo il punto, non lo puoi sapere.
Solo perché qualcuno ci impone di saperlo, non significa che lo sappia, che sia oggettivo.
Perché il bene e il male non sono mai davvero divisi da una barriera, si mischiano in una pericolosa sfumatura. Quindi, la vera domanda che devi porti, non è se puoi attraversare quella linea o se è giusto farlo. Si tratta di ciò che vuoi e se sei disposto a prendertelo.
Steve aveva imparato che i desideri sono cancerogeni, tossici.
Ne esprimi uno e non sei in grado di controllare quelli che vuoi dopo.
Mentre venivano trasportati a Berlino tentava di pensare a qualsiasi cosa a parte che a quello che aveva visto.
Ma ogni volta che sbatteva le palpebre o che i suoi polmoni si riempivano d'aria, riusciva a vederla e a sentirla.
Vedeva Rhea, a terra, e la sentiva gridare.
Quello non era sembrato giusto, anche se tutti ripetevano che lo era.
E Bucky era stato rinchiuso in una cella blindata, completamente legato a delle serrature e non si era opposto.
Non aveva più nulla per cui combattere, si sentiva perso, solo, colpevole.
Quando Steve e Sam arrivarono non erano di buon umore e questo anche grazie al loro compagno di viaggio: T'Challa.
Durante il trasporto gli aveva confessato di essere la Pantera Nera, l'eroe del Wakanda e che non avrebbero potuto tenerlo lontano da Rhea.
Davanti ai tre si presentarono diverse persone, c'erano una marea di soldati ma anche un viso amico.
Sharon camminava verso di loro, accompagnata da un uomo sulla cinquantina.
Rogers vide Bucky ma non la cella di Rhea, ciò lo innervosì<<Che cosa gli farete?>><<Quello che dovremmo fare a voi>>commentò l'altro<<Valutazione psicologica ed estradizione>>
<<Lui è Everett Ross, vicecapo della Task Force>>
Wilson sospirò<<Un altro Ross?>>
<<Sono un Ross diverso>>ammise<<Non approvo le procedure usate per immobilizzare Sinner ma ubbidisco agli ordini.>>
Steve avanzò<<Lei dov'è?>>
<<Non possiamo mettere il Sergente Barnes e la Dottoressa Pierce nello stesso piano, insieme sono una testata nucleare e nessuno di noi vuole saltare in aria>>
<<Non è una risposta. Voglio vederla con i miei occhi e giuro su Dio che se le avete torto ancora un capello...>>
<<Le vostre armi sono sotto chiave e così anche i vostri amici, le minacce non aiuteranno la loro posizione.>>Lo interruppe con voce gentile<<Oh, vi daremo una ricevuta, per la armi, ovviamente>>
T'Challa studiò l'espressione amareggiata del Capitano mentre Sam sembrava ancora piuttosto arrabbiato<<Spero di non affacciarmi alla finestra e vedere qualcuno che vola con la mia roba>>
I tre seguirono l'agente Everett, la struttura era molto grande e ben protetta.
Era inusuale una simile forza militare, soprattutto per solo due persone.<<Vi sistemeremo in un ufficio, invece di una cella e fatemi il favore di restare lì>>
<<Non intendo andare da nessuna parte finché Sinner è qui>>commentò T'Challa.
STAI LEGGENDO
𝐒𝐈𝐍𝐍𝐄𝐑 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
FanfictionSinner- Peccatore/Peccatrice Scegliere tra bene e male è come scegliere tra giudicare il peccatore o il suo peccato, c'è una sfumatura a separarli. Rhea Pierce ama le sfumature, proprio quanto ama un buon vino. Figlia del potente Alexander Pierce...