UNA SENSAZIONE
Un respiro.
Un altro ancora.
Rhea si concentrava su quello, sui segni di vita, sulla sensazione di poterlo fare, di poter ancora reagire. Voleva respirare ancora e ancora.
Mentre scendevano tutti insieme dentro il palazzo di New York, ella non prestò poi così tanta attenzione alle bizzarrie che incontravano, come i troppi corridoi lunghissimi, le reliquie inquietanti appese, le porte che brillavano.
Non voleva farsi domande, ne aveva già abbastanza.<<Questo posto non sembra reale>> commentò Steve, dietro di lei.
Strange scese l'ultima rampa, ampia e davanti all'entrata. <<La realtà spesso è solo un punto di vista>>
<<No, non è vero. La realtà è realtà, basata sui fatti, non sulle persone>> mormorò lei. <<E ora, se hai finito col tour promozionale delle stranezze, possiamo parlare di qualcosa di reale? Come il fatto che sto crepando?>>
<<Rhea, non dire così>> borbottò Bucky.
<<Ma è la verità.>>
Stephen si fermò in mezzo ad un cerchio, poi si voltò a guardarla come se fossero a centimetri e non metri di distanza. <<Dimmi la tua verità, dunque>>
Non era facile dirlo ad alta voce.
Steve e Bucky si lanciarono occhiate confuse, quello che avevano sentito sul tetto sembrava una follia, si parlava di magia ed erano davanti ad un uomo che si definiva uno stregone.
Stavano davvero tentando di mantenere la calma, solo perché lei sembrava tanto nervosa.<<Da quanto non vedi Christine?>>
Lui deglutì, improvvisamente meno arrogante. <<Da troppo tempo>>
<<Sì, lo immaginavo. È rimasta con me durante l'anno, per aiutarmi con Robin perché...sono stata male una notte. Non so cosa pensassi di avere, ma sono andata da lei in ospedale, in preda al panico e...alle allucinazioni. Mi ha visitata e ha scoperto che ho un tumore al cervello, grande quanto una palla da golf. Inoperabile. Terminale.>>
Rogers strinse gli occhi per scacciare via l'immagine che la sua mente aveva creato, di lei che in panico scopriva la verità, da sola. Doveva essere stata terrorizzata, ma anche dannatamente coraggiosa perché era riuscita a reagire. Non aveva accettato la fine.
Ecco cosa li rendeva tanto diversi.
Lui avrebbe accettato la morte, si sarebbe sacrificato ma lei no. Lei non avrebbe accettato compromessi, non avrebbe detto addio come un eroe.<<Mi dispiace, Rhea>>
<< Pensai di venire da te, il più grande neurologo di tutta l'America ma eri impegni con...>>mosse una mano. <<i mantelli di Harry Potter e la Giratempo>>
<<Non è una Giratempo>> specificò, toccandosi la collana.
<<Sì, be'... Christine ha cercato qualsiasi tipo di cura e abbiamo trovato un serio di particelle così potenti da assomigliare al Tesseract...>>
<<Era per questo che eri in Nigeria?>> chiese Barnes.
<<Già, non è andata come speravo. Così ho rintracciato l'ultimo carico ma è andata peggio, si trova a Madripoor.>> ammise. <<Non so se potrebbe funzionare, ma ho un'altra pista dal Wakanda>>
<<E lì che ci siamo nascosti, come saprei c'è stato uno scontro a Berlino>> commentò Steve, al dottore.
Lui annuì. <<Ho saputo, sì. Visione ti ha ferita>>
<<Già, evitiamo il discorso>> sbuffò. <<Siamo finiti in Wakanda e quando c'è stata l'incoronazione, con lo scontro tra Godzilla e King Kong...>>
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𝐒𝐈𝐍𝐍𝐄𝐑 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
FanfictionSinner- Peccatore/Peccatrice Scegliere tra bene e male è come scegliere tra giudicare il peccatore o il suo peccato, c'è una sfumatura a separarli. Rhea Pierce ama le sfumature, proprio quanto ama un buon vino. Figlia del potente Alexander Pierce...