SENZA DI TE
Aprire gli occhi è arduo, naturale ma arduo.
Ogni giorno ci ritroviamo nello stato di non volerlo fare, di restare con la mente altrove, in un mondo meno reale e vivo.
Aprire gli occhi è molto più che una reazione, più dell'atto di svegliarsi.
E' sinonimo di verità, di realtà e spesso queste cose, combinate insieme, sono pericolosamente dolorose.
Non si torna indietro una volta guardato il proprio riflesso, la propria vita e le proprie scelte. Mentire a sé stessi, per quanto impegnativo, è un sedativo eccezionale.
Forse è per questo che Rhea aveva passato la vita a leggere, immersa in libri che non le facessero alzare lo sguardo verso altro.
Però era troppo tardi, aveva sbirciato e il suo mondo era crollato, però lei no.
Lei non si era fatta trascinare dai detriti allora, né l'avrebbe fatto dopo. Era uscita dall'acqua, aveva fatto di tutto per non affrontarla, per non farsi travolgere.
Ma la verità è inevitabile.<<Ciao, Doc>>
Sentì quella voce ancora prima di aprire definitamente gli occhi, sentiva le palpebre pesanti e la bocca secca. Percepiva un vuoto allo stomaco, un fastidio, come se avesse annusato un odore intenso che le riempiva i polmoni a forza e che la colpiva più in basso.
Si sentiva costretta a vivere, a guardare.
Il soffitto era alto, lo aveva già visto ed era deludente rispetto alla bellezza irreale di quel cielo magico.
Poi voltò il viso e due occhi limpidi, di un verde cristallino le sorrisero gentili, tristi.
Natasha le accarezzò il polso, facendo una freccia. Le parve avere un significato, come se la stesse avvisando che non erano sole.
Ma questo lo sapeva già, sentiva la loro presenza, i battiti dei loro cuori, il numero dei loro respiri. Dovette distogliere lo sguardo e stringere gli occhi, troppi rumori, troppa luce.
Si alzò a sedere, di scatto, accorgendosi di un pizzico che per poco non la fece imprecare. Almeno finché non vide da dove proveniva, aveva dei bracciali pesanti e rotondi, wakandiani. Erano accesi, la stavano monitorando.
Capì dov'era, nel laboratorio di Shuri.
Non la prese bene, non quando si sentì una cavia, quando capì che era stata studiata senza il proprio permesso.<<Rhea...>>
E poi apparve quella maledetta voce. Non poté negare il tradimento che percepì dentro di sé e la tristezza, la dolcezza di quel tono.
Steve era ai piedi del letto, il viso pallido e stanco, come se non dormisse da giorni. La guardava teso, le labbra schiuse in parole che non sapeva come pronunciare.
Dietro di lui c'era Sam, le braccia incrociate e la schiena appoggiata ad una parente, la guardava di lato, come se non fosse pronto a mostrarsi del tutto.
E poi Bucky, qualcosa era completamente diverso in lui. Non era il taglio di capelli, aveva delle occhiaie gonfie ma non erano dovute alla mancanza di sonno, piuttosto alla fatica e al dolore. Aveva pianto, pianto per qualcosa di buono ed era per questo che la guardava, sembrava vergognarsene.
Ma non Rogers, no, lui la fissava senza sosta, senza freni. Non l'aveva mai guardata così, pensò lei e così capì. Capì che lui sapeva, che tutti loro sapevano.<<E' troppo tardi, Piccola Piovra>>
Rhea non si voltò, non le fu necessario per sapere che suo padre era di nuovo lì. Al suo fianco.
Si era sentita meglio dopo aver riavuto i suoi ricordi, nessun sintomo, nessun'emicrania o nausea, stanchezza. Era stato un palliativo che le aveva fatto dimenticare che nulla dura per sempre, aveva abbassato la guardia per le persone che ora la fissavano.
I loro sguardi bruciavano, gridavano e lei non poteva sopportalo. Scattò, afferrò i bracciali e se li strappò con violenza, lanciandoli a terra. Le perle finirono ovunque sul marmo, come pezzi del suo cuore.<<Rhea, no!>>
Shuri era apparsa dal nulla, con un tablet sul petto e un espressione crucciata. Alexander sospirò rumorosamente e parve dare un calcio ad una biglia viola, ma sapeva che era tutto nella sua testa.
Era impazzita, era davvero troppo tardi? Ma lei non si fermò, non poteva farlo.
Si alzò, il marmo era freddo e per poco non ringhiò per questo ma le caviglie erano deboli, barcollò e Rogers si fece avanti, allungando le mani.
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𝐒𝐈𝐍𝐍𝐄𝐑 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
FanfictionSinner- Peccatore/Peccatrice Scegliere tra bene e male è come scegliere tra giudicare il peccatore o il suo peccato, c'è una sfumatura a separarli. Rhea Pierce ama le sfumature, proprio quanto ama un buon vino. Figlia del potente Alexander Pierce...