Sbuffo mentre con una mano cerco il telefono alla cieca, sento il suono fastidioso della sveglia risuonare per tutta la stanza, vedo Pegaso sdraiato a terra stiracchiarsi ed aprire un occhio e poi sento dei movimenti dietro di me 《Spegni quella sveglia ti prego.》dice con la voce ancora impastata, mi metto seduta e mi allungo per prendere il telefono. Sono le sei e mezza, mi passo una mano sul viso mentre penso al motivo per il quale ho messo la sveglia mezz'ora più tardi del solito, raddrizzo la schiena quando mi ricordo che oggi ho la visita dal diabetologo.
Mi abbandono all'indietro sprofondando nel letto, mi porto i capelli dietro le orecchie e poi giro la testa verso Ares, il quale sta combattendo per tenere gli occhi aperti mentre mi osserva《Farai tardi.》dico e lui corruga la fronte《All'università.》gli spiego, sprofonda il viso nel cuscino lamentandosi《Non ci vado, tu piuttosto farai tardi.》dice poi guardandomi con i suoi occhi marroni assonnati, scuoto la testa《Non ci vado neanche io.》rispondo per poi alzarmi, lui corruga la fronte curioso《Ho una visita.》rispondo generica. Inizio a prendere i panni che devo indossare mentre lui mi osserva dal letto, ha le braccia incrociate dietro la testa, i capelli scompigliati e le labbra leggermente gonfie.
Mi giro aprendo l'armadio《Mimì, sei sveglia ? Farem-》sento la voce di Nik dall'altra parte della porta, con la coda dell'occhio vedo che sta per aprire la porta, lancio i vestiti sul letto e corro davanti la porta, la spingo richiudendola《Non puoi entrare !》esclamo mentre mi schiaccio contro la porta《Perché ?》chiede confuso 《Perché mi sto vestendo, sono mezza nuda.》rispondo mentendo, in realtà ho ancora il pigiama e la felpa《Oh, va bene, allora ti aspettiamo giù.》mi dice per poi andarsene.
Chiudo gli occhi poggiandomi con la schiena alla porta per poi rilasciare un sospiro di sollievo, quando riapro gli occhi vedo Ares con una mia maglietta sulla testa ed i jeans sull'addome, mi guarda stupito e fintamente indignato. Provo a trattenermi ma ben presto una risata rumorosa lascia le mie labbra, mi porto una mano sulla pancia mentre con l'altra mi asciugo una lacrima all'angolo dell'occhio, vedo che ho contagiato anche lui che inizia a ridere lasciando intravedere una fossetta.
Mi avvicino al letto e gli faccio segno di abbassare la voce mentre ancora trattengo a stento le risate, salgo sul letto riprendendomi prima i pantaloni e poi la maglietta, incrocio il suo sguardo e lentamente i nostri sorrisi diminuiscono. Sento il cuore battere più velocemente e le guance pizzicare, mi guarda senza dire nulla, passa dall'osservare i miei capelli, ai miei occhi per poi arrivare alle mie labbra.
Senza rendermene conto mi sto avvicinando a lui, non riesco a fermarmi è come se i miei muscoli abbiano vita propria, come se lui fosse una calamita per me《Mide sbrigati, il viaggio è lungo e il tempo è poco.》sento mio fratello Chris urlarmi dalla sua camera. Salto subito giù dal letto, faccio per aprire la porta ma mi ricordo di aver detto a mio fratello che mi stavo vestendo mentre in realtà sono ancora in pigiama, mi giro verso il moro ancora steso sul mio letto ma questa volta sta osservando le pasticche che ho lasciato sul comodino, alzo gli occhi al cielo togliendogliele di mano e riposandole nel cassetto.
《Bene Miller, tu non sei più ubriaco perciò puoi tornartene a casa tua.》dico mentre afferro il telefono dopo aver sentito l'arrivo di alcune notifiche, vedo che si tratta di Jhonatan, apro i messaggi leggendo i contenuti e, nel frattempo apro la finestra. Rispondo rapidamente all'uomo ringraziandolo perché mi ha organizzato una gara questa sera, spengo il telefono e guardo il moro seduto sul letto mentre si sistema i capelli《Miller muoviti, mi farai uccidere.》dico, i miei fratelli odiano quando faccio in ritardo e lo odio anche io perché devo avere sempre tutto sotto controllo e quest'imbecille sta mandando all'aria i miei piani, si passa una mano tra i capelli mentre la sua espressione si fa sempre più seria. Lo vedo alzarsi mentre alza gli angoli della bocca《No Mikrò a quello dovrei pensarci io.》mi dice avvicinandosi con il suo tono arrogante che non sentivo da molto, corrugo la fronte non capendo, fino a poco fa stava ridendo come un bambino e ora sta usando lo stesso tono dei primi giorni《Siamo nemici no.》dice per poi scavalcare la finestra ed andarsene. Lo guardo allontanarsi verso la sua macchina, parcheggiata ad un paio di case dalla mia, prendo un bel respiro e poi chiudo i vetri, ho altro a cui pensare.
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Un Cuore in due
ChickLitArtemide Brown ha 19 anni, si trasferisce nella casa dei suoi tre fratelli maggiori, per non restare a vivere da sola con il padre, in un quartiere del Bronx per continuare l'università. È silenziosa e attenta ad ogni minimo dettaglio. Partecipa...