Apro gli occhi per via dei raggi solari che entrano dalla finestra, mi giro dalla parte opposta ritrovando il letto vuoto, mi metto seduta per controllare che non sia in camera, quando vedo la finestra socchiusa capisco che se ne è andato.
Ricado sul letto, chiudo gli occhi inspirando il suo profumo, sbuffo quando sento la sveglia suonare, allungo un braccio afferrando il telefono, spengo la sveglia e mi alzo. Rifaccio velocemente il letto, apro l'armadio scegliendo i vestiti per la giornata, prendo una gonna nera lunga fin sopra il ginocchio e una maglietta bianca a maniche corte, tanto ormai anche le altre lo sanno, continuare a nasconderlo non lo farà sparire. Mi dirigo verso il comodino ricordandomi di aver posato lì la scatola dei sonniferi, corrugo la fronte quando non la trovo, apro il primo cassetto ma non ci sono, apro anche gli altri ma è come se fosse scomparsa. Mi inginocchio per controllare che non sia caduta sotto il letto, mi passo una mano fra i capelli mentre mi rialzo, sento il telefono vibrare, lo afferro notando di avere un messaggio da parte di Ares
Miller
"Ora io ho qualcosa di tuo e tu qualcosa di mio."
Si è preso le mie pasticche. Abbandono la testa all'indietro mentre ripenso al messaggio, io non ho niente di suo, mi avvicino alla finestra per chiuderla visto che devo uscire dalla stanza. Alzo le sopracciglia quando sul davanzale noto un giacchetto di pelle, lo afferro osservandolo, è della mia taglia. Un sorriso spontaneo si apre sul mio viso. Non posso credere che mi abbia comprato un giacchetto nuovo, chissà quanto gli sarà costato.
Quando sento dei rumori provenire dalle altre stanze esco velocemente dalla mia per poi rinchiudermi in bagno, prima che lo possa fare qualcun altro. Apro il getto della doccia e mentre aspetto che l'acqua diventi calda inizio a spogliarmi, non ho più le fasciature, della ferita è rimasto un segno rosso che dovrebbe scomparire tra qualche giorno, se non settimana, mi giro di schiena osservando la piccola cicatrice che ho su di essa, sbuffo per poi entrare in doccia. Dopo essermi truccata esco dal bagno andando al piano di sotto, sento il vociferare dei miei fratelli ancora prima di entrare in cucina, faccio una smorfia. Odio chi parla di prima mattina, ho bisogno di silenzio assoluto, almeno per quaranta minuti, un'ora è anche meglio. Entro nella stanza borbottando un "giorno" che loro mi restituiscono, hanno tutti un'espressione seria in volto, perfino Mik che è quello più energetico tra noi, mentre quest'ultimo mi passa delle fette biscottate osservo Chris che sta bevendo del caffè e Nik che continua a mescolare il suo cappuccino mentre lo guarda con aria assente. Il rumore del cucchiaino che va a sbattere contro la tazza inizia a darmi urto ma non gli dico niente, so a cosa sta pensando e preferisco lasciarlo in pace.
Christopher però, a quanto pare, non la pensa come me, posa la sua tazza nel lavadandino《Potresti smetterla di far rumore e finire quel cappuccino ?》gli chiede mentre prende una sigaretta dal pacchetto, ancora non apre gli occhi e già inizia a fumare, vedo Nicholas girare la testa verso di lui riservandogli un'occhiata di fuoco, afferra la tazza per poi portarsela alle labbra e finire la bevanda, l'appoggia sul tavolino e poi si alza bruscamente urtando la tazza che finisce a terra in frantumi, sobbalzo a quel rumore mentre il cuore inizia a battere più velocemente, sento una mano sulla spalla che mi attira a sé, Michael, il moro guarda ciò che rimane della tazza《Fanculo.》dice per poi andare al piano di sopra. Io ed i miei fratelli ci guardiamo per poi sospirare, faccio per abbassarmi e raccogliere i cocci ma Chirstopher mi precede, scuote la testa《Faccio io.》borbotta, annuisco ringraziandolo. Tutti siamo scossi dal ritorno di nostra madre ma Nicholas lo è in particolar modo, è quello che era più legato a lei prima che decidesse di abbandonarci. Vorrei andare di sopra da lui ma so che in questo momento mi risponderebbe male e mi caccierebbe via. Sospiro uscendo dalla cucina con ancora una fetta biscottata in bocca, mi siedo sul divano seguita da Pegaso, inizio ad accarezzarlo pensando se dovrei restituire ad Ares il giacchetto o meno, scuoto la testa togliendomelo dalla mente per poi soffermarmi sulla palla di pelo《Sei così carino !》esclamo per poi abbracciarlo, non so come farei senza di lui, mi ci sono subito affezionata, io ed Apollo lo abbiamo addestrato in modo tale da avvertire chiunque sia intorno a noi che stiamo male, era stata un'idea del mio gemello.
STAI LEGGENDO
Un Cuore in due
ChickLitArtemide Brown ha 19 anni, si trasferisce nella casa dei suoi tre fratelli maggiori, per non restare a vivere da sola con il padre, in un quartiere del Bronx per continuare l'università. È silenziosa e attenta ad ogni minimo dettaglio. Partecipa...