Vedo Nicholas entrare lentamente mentre io resto ferma sulla soglia della porta, sul divano c'è seduta una donna mora con gli occhi marroni. Rose Torres. Nostra madre.
Prendo un bel respiro per poi entrare, faccio entrare anche i tre per poi richiudere la porta, mi appoggio contro di essa per qualche secondo, il giusto per indossare la solita maschera, sento qualcosa di morbido struscirami contro la gamba, accarezzo Pegaso per poi girarmi. I miei fratelli sono in piedi davanti a lei mentre i tre si trovano accanto a me. Raggiungo i miei fratelli, lei si alza andando incontro a Christopher, lo vedo arricciare il naso mentre lei gli accarezza una guancia e gli sussurra quanto sia cresciuto, passa a Michael che deglutisce mentre la osserva, lei gli passa una mano tra i capelli per poi mettersi davanti a Nicholas, riesco a vedere i suoi occhi diventare lucidi.
Gli accarezza una guancia dicendogli quanto gli siamo mancati, fa un altro passo ma trova un posto vuoto così ne fa un altro e me la ritrovo di fronte. Rimango impassibile mentre lei mi accarezza e mi tocca i capelli《Quanto sei cresciuta bambina mia.》dice sorridendo e con gli occhi lucidi, bruscamente metto una mano sul suo polso e l'allontano《Che c'è, tu e Josh vi siete messi d'accordo ?》chiedo con tono freddo, la guardo senza far trasparire alcuna emozione《Cosa ? No tes-》inizia ma la blocco《Non chiamarmi così. 》dico undurendo la mascella, mi guarda negli occhi per poi spostare lo sguardo sul mio braccio, osserva il pod mentre io sorrido amara. Lancio un'occhiata a Nik, lo conosco bene, è sull'orlo di una crisi di pianto. È il più grande perciò è quello che ha passato più tempo con lei.《Cosa hai fatto sulla guancia tesoro ?》mi domanda, la fulmino all'uso del nomignolo《Niente che ti riguardi.》rispondo fredda 《Che ci fai qui ?》chiede Michael, lei lo guarda sorridendo 《Sono venuta per voi.》dice, io rido attirando l'attenzione di tutti su di me 《Bella questa.》dico per poi andare in cucina.
Apro il frigorifero prendendo una bottiglia d'acqua, prendo un bicchiere e ce la verso dentro, mando giù tutto d'un fiato, riposo il bicchiere sul ripiano con troppa forza tanto che si accartoccia, vedo tre teste entrare《Art-》inizia Jack ma lo interrompo《Prendetevi delle sedie, ne avremo per le lunghe.》dico per poi uscire dalla cucina e tornare in salotto. Lei è di nuovo seduta sul divano mentre i miei fratelli sono appoggiati contro il muro accanto alla televisione, io mi metto appoggiata contro la porta mentre i tre si sistemano contro il muro alla mia destra.
Dice che è venuta per noi, che le siamo mancati e tante altre stronzate《Perché non dici che ti servono dei soldi e basta ?》le chiedo mentre mi guardo le unghie《Non ho bisogno di soldi.》mi dice, sento il suo sguardo addosso《Allora di un posto in cui stare.》dico continuando a guardami le unghie《No Artemide, sono qui per voi-》《Ah si ?》chiedo ironica alzando lo sguardo su di lei che annuisce《Bene, allora dov'eri quando Apollo è morto ?》le chiedo staccandomi dalla porta e facendo un passo in avanti, i suoi occhi diventano lucidi, dischiude le labbra per parlare ma la precedo《Non sei venuta al funerale di tuo figlio.》dico《Come quello stronzo di tuo marito.》aggiungo guardandola con odio.
Nessuno dei due ha avuto quel poco di dignità che bastava per andare al funerale del proprio figlio, un messaggio, una lettera, niente. Sapevamo che Josh glielo aveva detto ma non si è fatta viva, tanto meno lui che ha preferito andare ad ubriacarsi da qualche parte.
Ricordo quel sette febbraio come se fosse ieri, ricordo la tomba bianca che veniva sotterrata, la foto del mio gemello sulla lapide con numeri tra loro troppo vicini: 2004-2023.
Ricordo il cielo nuvoloso che minacciava di piovere e le mie lacrime, era la prima volta che piangevo davvero, oltre alla sera in cui se ne è andato, non riuscivo a respirare, il petto era scosso dai singhiozzi e gli occhi erano appannati dalle lacrime. Ricordo l'odio che ho provato nei confronti dei miei "genitori" e ricordo anche di essermi promessa che non li avrei mai perdonati. Aveva diciannove anni cazzo. Aveva solamente diciannove anni, aveva tanti sogni da realizzare ma ora rimangono solo sogni.
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Un Cuore in due
Literatura FemininaArtemide Brown ha 19 anni, si trasferisce nella casa dei suoi tre fratelli maggiori, per non restare a vivere da sola con il padre, in un quartiere del Bronx per continuare l'università. È silenziosa e attenta ad ogni minimo dettaglio. Partecipa...