Grazie alla luce dei lampioni posso vedere Ares che tamburella nervosamente i polpastrelli contro il ripiano della cucina, la porta si richiudere e dei passi si avvicinano a noi. Vedo un'ombra, un'ombra che riconoscerei anche nella stanza più buia che possa esistere, sorrido amara.
《Non troverai ciò che stai cercando.》dico attirando la sua attenzione, entra in cucina accendendo la luce, con la coda dell'occhio vedo l'espressione di Ares, è confuso e nervoso.
Josh punta il suo sguardo su di me per poi puntarlo su Pegaso che ha iniziato a ringhiare《Non troverai i soldi.》dico, sorpreso cerca di dischiudere le labbra per parlare ma lo interrompo《Credevi davvero che non ci saremmo arrivati.》chiedo sorridendo《Artemide.》dice guardandomi mentre un sorriso si forma sul suo viso per poi passare ad osservare il ragazzo accanto a me《E tu sei ?》gli chiede, vedo che sta per rispondere ma lo fermo《Non sono affari tuoi, Josh.》rispondo tagliente.
Lo vedo ridere, è sicuramente ubriaco, scuoto la testa riprendendo a tagliare i pomodori《Andiamo Artemide, sono tuo padre, non dovresti chiamarmi per nome.》dice, mi mordo un labbro ghignando《Non sei mio padre, non più.》dico fredda senza mai girarmi.
Nel frattempo Ares continua a spostare lo sguardo da me a Josh.《Non ci sono i tuoi fratelli ?》chiede e io scuoto la testa 《No e faresti meglio ad andartene prima che tornino.》dico acida《Vedo che non sei cambiata affatto》inizia 《Sempre sulla difensiva.》continua.
Non rispondo e continuo a preparare la cena《Siete rimasti in quattro eh.》dice, sento il cuore perdere un battito e vedo Ares raddrizzare la schiena《Sai, inizialmente, dovevano essere in quattro.》dice, prendo un bel respiro sapendo perfettamente cosa sta per dire 《Tu, tu non eri nei piani. Sei stata uno sbaglio, un errore.》dice.
Come sempre, sento una fitta allo stomaco, non è la prima volta che me lo dice eppure continua sempre a farmi lo stesso effetto. Ares stringe una mano a pugno mentre punta il suo sguardo verso l'uomo, sposta velocemente lo sguardo su di me, non ho intenzione di reagire.
《All'inizio ti abbiamo accettata, poi tua madre se ne è andata e tu con la tua malattia sei iniziata ad essere un peso, un po' come tuo fratello.》dice, stringo il manico del coltello quando capisco che sta parlando di Apollo《Era così dolce, calmo, spruzzava felicità da tutti i pori ed ora, non c'è più.》continua, sento le mani pizzicarmi per la rabbia, solo ora mi accorgo che mi sono tagliata, guardo il sangue uscire dal dito mentre ascolto Josh《Forse è meglio così, un peso in meno.》dice.
Sono quelle parole che non mi fanno più ragionare, mi giro velocemente lanciandogli il coltello contro, vedo la sua espressione impaurita rilassarsi quando il coltello va a finire al centro del bersaglio delle freccette《Non è morto, lo hai lasciato morire !》esclamo avvicinandomi lentamente a lui, Ares si stacca dal ripiano della cucina venendomi dietro.
Josh sorride, gli vado incontro bloccandolo contro il muro, posso sentire la puzza di alcool, con un gesto della mano fermo Ares dall'intervenire 《Puoi parlare di me quanto ti pare, puoi insultarmi quanto vuoi ma non provare a parlare di Apollo o di uno dei miei fratelli.》dico mentre spingo l'avambraccio contro la sua gola, lui sorride《Vedo che ti stanno addestrando bene.》dice, lo afferro per la giacca per poi sbatterlo contro il muro, prendo il coltello vicino alla sua testa《Ti è chiaro ?》chiedo puntandogli il coltello contro la gola e lui annuisce 《Bene》inizio allontanandomi《Ora sparisci prima che torni Christopher.》dico.
Tutti odiamo Josh ma Christopher è quello che pensa di meno tra noi quattro, quello più impulsivo, basta una parola sbagliata e non credo che Josh farebbe una buona fine.
Lo vedo sistemarsi la giacca per poi uscire.
Mi avvicino al ripiano della cucina e poggio il coltello senza mai lasciarlo però, noto che il dito sta continuando a sanguinare, a quanto pare se ne accorge anche Miller, mi viene vicino《Non è niente Miller.》dico abbassando la testa mentre prendo un bel respiro, lui però non mi ascolta, sento il suo tocco delicato sulla mia mano, mi sfila dolcemente il coltello dalla mano per poi metterlo nel lavandino, mi prende l'altra mano per poi aprire il getto d'acqua e metterla sotto di esso, prende un pezzo di carta e lo arrotola intorno al dito《Grazie.》dico a bassa voce, lui scuote la testa《Vai a sederti, ci penso io qui.》mi dice, provo a controbattere ma alla fine mi arrendo.
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Un Cuore in due
ChickLitArtemide Brown ha 19 anni, si trasferisce nella casa dei suoi tre fratelli maggiori, per non restare a vivere da sola con il padre, in un quartiere del Bronx per continuare l'università. È silenziosa e attenta ad ogni minimo dettaglio. Partecipa...