25 • Infette •

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Controllo che il pod sia ancora ben attaccato e poi prendo la maglia a maniche corte e me la infilo, sistemo i pantaloni e prendo la giacca di pelle, oggi fa caldo ma restare senza giacca significherebbe mostrare il pod sul braccio. Pettino i capelli e poi prendo il cellulare, scendo in cucina mentre chiamo i miei fratelli, apro gli sportelli della credenza prendendo della marmellata e delle fette biscottate, sento dei passi provenire dalle scale, finalmente il principino ha deciso di svegliarsi, non alzo lo sguardo, anzi, continuo a spalmare la marmellata mentre la chiamata viene accettata 《Eih Chris.》dico pulendomi le mani 《Mide, come va ?》mi chiede con la voce ancora assonnata《Bene, sto per andare a lavoro.》rispondo sentendo il suo sguardo addosso《Mh, lì va tutto bene ?》mi chiede e so a cosa si sta riferendo, o meglio, a chi《A meraviglia.》rispondo sarcastica 《E dai Chris passala anche a noi !》si lamenta Michael facendomi ridere. Sembra quasi non mi vedano da anni.

Dopo aver fatto colazione prendo i vari appunti e il telefono, in casa c'è un silenzio inquietante, gli unici rumori che si sentono sono i nostri passi che vanno in direzioni opposte. Salgo sul taxi chiudendogli la portiera in faccia così si siede al posto del passeggero, non ci siamo più parlati da quella sera, dalla quale sono passati tre giorni, voleva che fossimo nemici, bene lo sto accontentando, non ho intenzione di rovinarmi questa opportunità a causa sua.

Ringrazio l'autista scendendo dal mezzo e dirigendomi spedita verso l'entrata dell'ufficio, Mark è lì ad aspettarci 《Prego ragazzi.》dice facendo segno di seguirlo, mentre camminiamo tra i lunghi corridoi l'uomo ci spiega che assisteremo all'interrogatorio del marito della vittima, nel frattempo mi guardo attorno, ci sono decine e decine di persone che entrano ed escono dagli uffici, persone che stanno risolvendo un altro caso e poliziotti che vengono chiamati per un emergenza. Arriviamo davanti una porto nera, Mark la apre lasciandoci passare, alzo leggermente l'angolo delle labbra per ringraziarlo, mi presento all'uomo e alla donna che si trovano davanti a noi《Bene, se volete entrare mentre Julian lo interroga potete farlo.》dice e noi annuiamo, così seguiamo il ragazzo dalla parte opposta del vetro. Julian avrà qualche anno in più a noi, forse venticinque, è alto, ha i capelli castani e gli occhi azzurri 《Salve signor Scott.》dice spostando una sedia per poi farmi cenno di sedermi accanto a lui e così faccio mentre Miller siede alla destra del castano.

《Bene, iniziamo.》dice Julian prendendo un bel respiro, accavallo le gambe posandoci sopra il mio quadernino ed ascolto la loro conversazione ma presto ancor più attenzione al linguaggio fisico dell'uomo che ho davanti, continua a giocare con le mani, si sistema più volte la maglietta e non stacca mai lo sguardo dal ragazzo che ho affianco. Non incrocia mai il mio o lo sguardo di Miller. Mi sistemo la giacca ed incrocio le braccia sotto il seno mentre Julian continua l'interrogatorio. Gli chiede quale è l'ultimo giorno in cui ha visto la moglie, che ore erano, che compagnia di volo avesse preso ma a questa domanda scuote la testa, dice di non ricordarselo, dice di non essere mai stato bravo con i viaggi e che ci aveva pensato la moglie. Mi mordo le labbra per trattenermi dal fargli una domanda.

Sono passate più di due ore da quando siamo seduti in questa stanza e Julian finalmente gli fa l'ultima domanda 《Quindi non l'avrebbe mai uccisa ?》gli chiede《No, mai.》dice noto che fa un cenno del capo quasi come se stesse annuendo, lo appunto sul quaderno per poi chiuderlo, il castano gli dice che può andare e che sicuramente si sarebbero rivisti mentre a noi rivolge un sorriso alzandosi dalla sedia dicendoci che nelle prossime ore dovremmo discutere dei vari sospettati《Caffè ?》chiede, Miller accetta ringraziandolo mentre io declino l'offerta. Nella stanza cala il silenzio, lui inizia a tamburellare le dita sul tavolo, io rivedo i miei appunti mentre mi mordo le labbra per non urlargli contro, il continuo ticchettio delle sue dita sul ripiano del tavolo mi da i nervi, prendo un bel respiro ed inizio a giocare con la penna tra le dita mentre aspetto che Julian torni.

Un Cuore in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora