Chapter ten

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Mi risvegliai ore dopo, erano le 13, mi stiracchiai e mi guardai intorno, ero in camera.
Mi avrà riportata lui. Vidi un biglietto sul muro e lo staccai "Quando sarai sveglia vedrai un tablet accanto a te, c'è solo un'app per lo shopping, compra ciò che ti serve e che vuoi" c'era scritto, e sorrisi ''mi divertirò a spendere tutti i tuoi soldi bastardo' e spesi un'ora e mezza a uno shopping sfrenato, ho preso di tutto e di più.

Poco dopo si apri la porta e lo vidi entrare con con un sorrisetto sghembo mentre si avvicinava "Perché sorridi?" chiesi confusa e si avvicinò "Mi è arrivata la notifica che hai speso ben 565 euro e 26 centesimi" disse chinandosi alla mia altezza.

"Così impari a baciarmi senza permesso e ad avermi rapita" gli sorrisi innocentemente e ghignò ridacchiando, "500 euro non sono niente tesoro, se avessi la minima idea di quanto ho in banca, capiresti che potevi fare molto meglio" disse accarezzandomi il viso e gli schiaffeggiai la mano fulminandolo.

"Non ti preoccupare allora, non esiterò a prendere fino l'ultimo centesimo quando mi arriveranno gli altri vestiti" sorrisi non vedendo l'ora e mi guardò divertito leccandosi le labbra.

Stava per dire qualcosa finché il suo telefono squillò e ne approfittai per mettere altro nel carrello.

Quando finì si diresse verso di me "Alzati, ho trovato qualcosa da farti fare" disse e mi alzai, volevo proprio vedere. Mi portò in giro e arrivò in una specie di mensa gigantesca, la cucina altrettanto, mi ricordava la mensa della scuola.

"Essendo che ti annoi, starai qui ad aiutare le cuoche e fare ciò che ti dicono, starai qui dalle 8:00 alle 13:00, poi ci sarà una pausa di due ore, pranzerai e ti riposerai in camera e ricomincerai dalle 15:00 alle 19:00, poi starai di nuovo in camera per il resto della serata, domande?" chiese, ed era la prima volta che io avrei "lavorato".

"T-tu dove sarai?" chiesi un po' nervosa nel stare con persone che non conosco, beh non che io lo conoscessi, ma mi ero abituata a lui diciamo essendo che fosse l'unica persona che vedevo.
"Aww non vuoi starmi lontano?" chiese stuzzicandomi prendendomi il viso e mi morsi la lingua "R-rispondi e basta" dissi e sorrise divertito "Avrò altro da fare, quando potrò verrò a vederti, ma non provare a scappare Maya, non ti piaceranno le conseguenze" disse serio l'ultima parte e ingoiai un groppo in gola, non mi aveva lasciato il viso ancora.

"C-come ti chiami?" chiesi curiosa e avventata, ma lui mi ignorò e mi portò in cucina e roteai gli occhi.
Mi presentò le cuoche, c'erano due signore, sembravano molto gentili, Maria e Denise, due donne sui venticinque anni di nome Emory e Livia e anch'esse sembravano apposto, ma poi, poi c'era una ragazza quasi della mia età suppongo di nome Daisy, ma aveva uno sguardo strano con me.

"Sta con loro ho qualcosa fare, ti verrò a prendere più tardi, non uscire dalla mensa" mi disse avvertendomi e annuì e mi sorrisero.

Finì per stare due ore lì per farmi vedere cosa e come fare le cose.
Non avevo problemi essendo che cucinavo anche a casa, anche molto bene a dire il vero.

Me ne andai lasciandola in mensa, mi ricordai che avevo da fare con una certa persona, quel coglione di Aaron

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Me ne andai lasciandola in mensa, mi ricordai che avevo da fare con una certa persona, quel coglione di Aaron.

Abbiamo cercato informazioni su di lui, e quel stronzetto lavora per i nostri nemici, sapevo che c'era qualcosa sotto, mi dispiaceva dirlo ma nessuno si sarebbe mai avvicinato alla principessina essendo di famiglia reale, e il fatto che lui l'abbia fatto, non aveva senso, come poteva fare finta di non conoscerla? Tutti la conoscevano.

Ma che poi, quella ragazzina è troppo ingenua e si fida di tutti fin troppo facilmente, non riuscivo a starmene con le mani in mano, volevo proteggere una bambina?

Ramon aveva ragione, mi sono rammollito.
Anche se non capivo perché, poi ero il primo a farle del male, ma il fatto che quel coglione abbia preso così tanta confidenza dall'accarezzarla, mi ha fatto bollire il sangue, accarezzare una principessa, così come se fosse nulla.
No.

Raggiunsi il seminterrato, la parte dove tenevamo i nostri prigionieri e vittime, aprì la cella ed eccolo lì, i miei uomini furono intorno a lui, era a terra sanguinante e dolorante per le botte e torture che gli avevano fatto i miei uomini compreso me, era ostinato, non apriva la bocca per darci informazioni, ma lo faceva per provocarci e non vedevo l'ora di ucciderlo.

Mi avvicinai a lui e lo guardai compiaciuto,
"Ultima possibilità, parli o no? Dopo ti lascerò ai miei uomini, che facciano ciò che più desiderano con te" dissi spazientito e lui rise debolmente, la maggior parte dei lividi e ferite erano provocate da me, chissà perché.

"Uccidimi" ansimò e sorrisi, "C-capisco perché v-vuoi la p-principessa per t-te ha davvero u-un bel-" e non lo lasciai finire che gli tirai un pugno in pieno viso, "Non provare ad aprire bocca su di lei" ringhiai, e pure i miei uomini sussultarono dalla mia azione improvvisa.

"Vedo che hai ancora le forze di stra parlare per cazzate, dammi il piacere di sistemarti la bocca" disse Ramon e Soyer rise vedendolo in quelle condizioni, "Cominciate" dissi accarezzandolo disgustato, proprio come aveva fatto con lei, per poi stringerli la mascella e fargli male e quasi urlò.

"Forza Ramon, ho sete di sangue" disse spazientito Soyer, non c'era da sorprendersi, eravamo dei sadici del cazzo.

Mi sedetti,

Che lo spettacolo abbia inizio.

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