Chapter three

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Uscì dal castello e presi dell'aria fresca, c'era quel venticello che mi accarezzava il viso, era una sensazione piacevole.
Caminai un po' raggiungendo il gazebo, mi sedetti e mi guardai intorno, c'era silenzio, se non per le piccole creaturine che creavano un'area tranquilla e rilassante.

Chiusi gli occhi, distendendomi sulla panchina, ammirando le stelle pensierosa, e la mia mente, passando da pensieri a pensieri, si spense, vagando lentamente nel mondo dei sogni.

Ma povera me, ero ignara della presenza alle mie spalle, osservandomi in modo maniacale, in qualche modo bloccato dall' uccidermi.

Era davanti ai miei occhi, la mia piccola preda, avrei solo dovuto conficcarle il coltello al cuore, o magari, tagliarle la gola e farla finita, ma per la prima volta, mi sentivo esitare

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Era davanti ai miei occhi, la mia piccola preda, avrei solo dovuto conficcarle il coltello al cuore, o magari, tagliarle la gola e farla finita, ma per la prima volta, mi sentivo esitare.
Che cazzo?

Strinsi la lama e la guardai analizzandola, non si poteva negare che non fosse bella, più la guardavo più il mio demone interiore mi diceva di ucciderla, eppure il suo esile corpicino mi stava urlando innocenza e tutto il contrario di egli.

Sospirai seccato, sotto la luce della luna sembrava una dea- ma cosa cazzo sto pensando?
Ringhiai, era una dannata strega e non lo sapevo per caso?
Come mi stava riducendo in così pochi secondi?
Chi pensa di essere per manipolarmi?

Eppure il suo bel viso, sembrava un vero e proprio angelo. I suoi belli capelli castani ricadevano dolcemente sulle sue spalle, sembravano così morbidi, aveva un bel nasino all'insù leggermente rosso, così come le sue guance, anch'esse furono rosate, le avrei prese a morsi, oh, e poi, poi c'erano le sue labbra.

Merda.

Quelle labbra. Sembravano così morbide e deliziose, carnose e leggermente rosse al naturale, un po' schiuse per il sonno, quanto avrei voluto divorarle, e con quel bel collo in vista.

Mi sentì duro. Qualcuno mi uccida. Che cazzo mi prende?!

Avvicinai la lama al suo viso, tracciai il suo zigomo con essa, fino il suo labbro inferiore, sentì un leggero e soave mugolio fuoriuscire dalle sue labbra e chiudersi a riccio.

Da bravo stronzo quale ero, avevo varie immagini impresse nella mia mente, e non così tanto innocenti, rimasi a fissarla e accarezzarla con la punta del coltello.
La potrei tenere legata a letto. Ma che bell'idea mi venne in mente. Risi rocamente, quasi quasi, cominciai a cambiare idea sulla mia missione.

Diventerà la mia bestiolina con cui giocare quando mi annoierò, dopotutto, la sua bellezza e purezza andrebbero sprecate se uccisa, non vorrei mai che succedesse. ;)

"La tua innocenza ti ha salvata ragazzina" ghignai giocando col coltello "O forse, ti ha solo condannata" sussurrai, guardandola un'ultima volta, prima di andarmene.

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