Maya Serafina Bolwayd è una ragazza di 18 anni e principessa di Parigi, una ragazza dal buon cuore, amata da tutti per la sua anima pura e dolce.
Ma ciò che nessuno sa, è che in quel grande castello si celano degli oscuri segreti, senza amici e pre...
La guardai addormentarsi dallo specchietto, trovava sempre la voglia di dormire, ma da una parte la capivo essendo che non era abituata a tutto questo stress fisico.
Ora ci stavo portando in un autogrill, dove avremmo incontrato il tassista della base per portarci lì finalmente, sperai che lei non facesse casini, non ero in vena di blaterare e fermarla.
Verso le 8 arrivammo a destinazione, nel mentre la piccola dietro di me aveva dormito molto bene a vedersi, non si era mossa per niente, si sentivano solo i suoi dolci e lenti respiri.
Chiusi la macchina a chiave e andai all'interno per prendere del cibo, non si sarebbe svegliata a breve vedendo le sue condizioni.
In quindici minuti presi tutto e ritornai in macchina, mi accesi una sigaretta e stetti meglio, mentre l'avevo quasi finita vidi che in quel momento era arrivato l'autista.
"Azron" disse salutandomi con un cenno "Arrivo, vai là" gli indicai infondo e annuì andandoci, solo 3 ore e poi potevo riposare.
Apri la macchina e presi ciò che mi serviva, compresa la ragazzina. La sentì sbadigliare e stiracchiarsi a fatica quando sentì di essere fra le mie braccia, alzò la testa e si guardò intorno "Dove siamo?" chiese assonnata "Autogrill, hai bisogno di andare in bagno?" chiesi e negò col viso divincolandosi volendo essere messa giù e sospirai, peccato.
La feci entrare dietro e lei si buttò sul cibo, mangiando guardandoci con area sospetta, nel mentre noi partimmo e Rex, l'autista, mi accennava cosa fosse successo in questi ultimi giorni con dei nostri rivali, ovviamente, tutto in modo da non farle capire niente.
3 ORE DOPO
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Dopo 3 lunghe ore, arrivammo a San Diego.
Guardavo la città curiosa, non ero mai stata al di fuori di Parigi in vita mia, nemmeno per vacanze o altro, ma vedendo la situazione non riuscivo a "godermi" il momento.
Dopo circa quindici minuti arrivammo, ci fermammo davanti a un gigantesco edificio, un'impresa forse, cavolo era alto da far paura.
"Seguimi" disse e roteai gli occhi, questo posto era diverso dallo scorso, era tutto così moderno e tecnologico, ma lussuoso ed elegante allo stesso, con una reception accogliente e tante persone che andavano su e giù con fogli ecc.., ma la cosa strana è che molti di loro erano vestiti quasi da "soldati", se così si potesse dire e mi aveva fatto vedere dove siamo, non dovrebbe temere che io scappi o altro?
"Non ti conosce nessuno qui" disse come se mi avesse letto nella mente, ecco perché non vedevo un minimo di riconoscimento nei loro sguardi.
"Ora staremo in camera per tutta la giornata, ci riposeremo un po' perché stasera alle 20:30 dovremmo uscire, ci sarà una specie di gala, verrai con me" disse calmo mentre mi guidava fra quei corridoi e ascensori che ci portarono davanti a una porta, la nostra stanza.