Chapter sixteen

1K 16 16
                                    

Mi diressi in camera e tirai fuori due valigie.
Ero ancora irritato per la mancanza di tempo, mi sarei dimenticato qualcosa con la fretta ma oh beh, misi un po' di tutto senza farci molto caso, eppure per lei, per qualche motivo stetti più attento a cosa scegliere e mettere all'interno.

Dopo un po' avevo finito.
Finalmente.

Alzai lo sguardo e merda, è già passata un'ora, erano le 18:00.
Scesi andando nelle celle per prenderla e aprì la sua, eccola lì, stava piangendo chiusa a pallina.
Accesi le luci e la sentì sospirare.

Si guardò intorno e poi i suoi occhi incontrarono i miei, erano rossi, ha pianto tanto.
"In piedi" dissi, ma vidi che non faceva nulla e rimase immobile.
Vuoi veramente farmi incazzare in un momento del genere?

"Maya" ringhiai e la vidi sussultare "Che cosa v-vuoi?" borbottò "P-punirmi ancora?" singhiozzò impaurita e arrabbiata e le sue parole si spezzarono piangendo, sentii una strana sensazione al petto.

"No mocciosa, finiamo qui ora abbiamo da fare" dissi e la presi coricandola in spalla, era senza energie, era rimasta K O per tre ore con il sedativo e poi era svenuta, sono passate abbastanza ore e non ha mangiato nemmeno.

"T-te la farò pagare Azron" la sentì dire, come diamine sapeva il mio nome? Ci avrei pensato dopo.

La misi seduta sulla sedia e appena vide il cibo non esitò a mangiare il piatto di pasta sugo. "Mhmm" mugolò teneramente, cazzo.

"Non fare versi grazie" dissi e il suo cervello sembrava elaborare le cose in maniera inversa, faceva il contrario di ciò che le dicevo.
"Mhmmmmmm" lo fece apposta e sospirai nervoso, non potevo adesso.
I suoi versi erano così, dio, l'avrei rovinata volentieri.

Andai a farmi una doccia fredda velocemente per distrarmi un po' e sfogare l'adrenalina, quando tornai in camera vidi che aveva finito e stava frugando fra le valigie con aria confusa.

"Vai a farti la doccia, mancano quaranta minuti" dissi e lei dopo aver preso l'occorrente mi guardò "Dove dovremmo andare?" chiese sospettosa.

"Non ti deve interessare, vai" dissi con tono da 'non voglio sentire altro' e mi ubbidì stranamente, sarà ancora frastornata per prima.

Ero un po' sotto shock dopo essere stata rinchiusa in quella stanza per ore, era molto inquietante e un po' freddo, non mentirò che mi ha terrorizzata, forse traumatizzata, ogni volta che ci pensavo sentivo male al cuore

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ero un po' sotto shock dopo essere stata rinchiusa in quella stanza per ore, era molto inquietante e un po' freddo, non mentirò che mi ha terrorizzata, forse traumatizzata, ogni volta che ci pensavo sentivo male al cuore.

Quando vidi quella pasta al sugo, non riuscivo a trattenermi e la mangiai tutta affamata.

Non capì poi che cosa stesse succedendo, non avevo le forze per fare niente e lo ascoltai in ciò che mi diceva.

Feci una doccia calda e rilassante, feci infretta e dopo essermi vestita feci una treccia al volo dopo aver asciugato i capelli e uscì dal bagno, vidi che le valige erano sparite, e lui parlava al telefono.

"Bene stiamo arrivando" disse attaccando al telefono e mi guardò aprendo la porta, "Vieni" disse e mi avvicinai "M-ma dove andiamo?" chiesi stando sulle spine, ma lui non mi rispose, mi prese mettendomi davanti, dopo che apri una porta strana, ci ritrovammo in un vicolo, era quasi buio, per strada.

Eravamo fuori. Oddio.

Mi guardai intorno e sentì la sua mano avvolgermi il collo da dietro e non fiatai impaurita e si abbassò e senti il suo respiro accarezzarmi l'orecchio.

"Prova a fare una mossa sbagliata e ti assicuro che ti sistemerò per bene" mi avvertì e mi allontanai, solo perché allentò la presa e trattenni le lacrime, il mio cuore giorno dopo giorno di si stava spezzando sempre di più.

Respirare un po' d'aria fresca ci voleva proprio, stavo meglio.

Vidi una macchina, forse la sua, si infatti, mi fece salire dietro e lui si mise alla guida, i finestrini erano oscurati, sembrava molto protetta quest'auto.

Sbuffai irritata, non sono più una bambina per stare dietro-
"Lo sei invece" sentì dire da lui, alzai lo sguardo e lo vidi guardarmi sorridendo malizioso e mi morsi la lingua guardando fuori, "N-non mi hai risposto ancora, dove mi stai portando?" chiesi cercando di non mostrare la mia paura.

"Lasciamo la città" disse semplicemente, con tono alla nonchalant, come se per lui non fosse nulla.
Ovvio che a lui non interessava nulla.

Spalancai gli occhi scioccata, no, non era vero.
Sentì il naso pizzicare, e i miei occhi innondarsi di lacrime, le mie mani tremare, per favore Dio, devo aver sentito male.
Ho sentito male.

Lo guardai e il suo sguardo sembrava così calmo, tranquillo.
"Non ho capito" uscì un sussurro dalle mie labbra, e i nostri occhi si rincontrarono da quello specchietto, quasi quasi non li vidi più per via delle troppe lacrime che stavo contenendo.

"Stiamo, lasciando, la città." disse scandendo ogni singola parola con la sua irritante calma.

Schiusi le labbra sotto shock e stavo tremando così tanto, no.
Non lo avrei permesso.

"T-tu non mi porterai da nessuna parte" scandì anche io le parole come aveva fatto lui, anche se tremanti.

Scoppiò a ridere, "Oooohh, penso che mi farai morire dalle risate" ghignò e mi scesero le lacrime che non riuscì più a contenere.

"Fammi scendere! Io non vado da nessuna parte con te! Voglio andare a casa! Perché mi fai questo?! Io non ti ho fatto nient-" "MAYA!" urlò e sussultai dallo spavento e mi nascosi affondando il viso nel finestrino piangendo così tanto, ero disperata.

"Chiudi la bocca" ringhiò infastidito e non smisi di piangere, sentì un rumore, chiuse a chiave le portiere.

Non mi interessava nemmeno se gli davo fastidio o altro, piansi liberamente senza disturbarmi.

Mi slacciai la cintura e mi distesi sui sedili, mi venne un forte mal di testa.
Non so quanto tempo passò, sbirciai ed era notte fonda, guardai l'ora e vidi che erano le 21.15.
Wow.

Non avevo forze di fare niente.
Immersa tra i miei pensieri non mi accorsi nemmeno che la macchina si fosse fermata e che lui fosse uscito a fumare una sigaretta.

Oh.
Il suo telefono. Dovevo provarci.

Allungai la mano e lo presi, era distratto dal guardare le ruote della macchina.
Composi il numero della polizia e lo misi all'orecchio, "Veloce, veloce, veloce..." sussurrai spazientita ed ecco ciò che volevo sentire, "Pronto qui 112, qual è la sua emergenza?" sentì una voce femminile parlare.

Sorrisi e aprì bocca per parlare, ma purtroppo in quel momento la portiera si aprì, e senti una mano sulla mia bocca e mi dimenai, mi prese il telefono dalle mani spegnendo la chiamata e ringhiò, piansi di più impaurita e mi tenne ferma, "Mi hai stancato" disse con tono irritato e arrabbiato.

Mi prese tirandomi fuori dall'auto e aprì il bagagliaio, mi tolse la mano e presi fiato tossendo, ma poi sentì un fastidio al collo e ansimai, e vidi fra la sua mano una siringa.

Mugolai terrorizzata e non riuscivo a reggermi in piedi.
"P-per favore.." lo pregai e stavo perdendo le forze velocemente.
"Dovevi pensarci prima, fatti una bella e lunga dormita principessa" mi sussurrò all'orecchio e sentì le sue braccia possenti prendermi e mettermi all'interno.

Negai col viso singhiozzando, come potevo stare qui dentro?!
Gli presi la mano non volendo che mi lasciasse qui e la mia vista cominciò a giocarmi brutti scherzi.

"N-non lasciarmi, scusami.." sussurrai piangendo e non riuscivo a fare nulla, avevo così tanto sonno, pazzesco.

"Oh, stanne certa che non lo farò" sussurrò, la sua voce sembrava così lontana.
"Povera piccola" rise prima che persi le forze e mi cadde il braccio mollando la presa.

Mi accarezzò il viso dolcemente,

dopotutto, non era una brutta idea farsi una bella dormita, ero così stanca...

Assassin's princessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora