Chapter thirty two

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Ero molto stressato questi giorni.

Io e i miei amici stavamo cercando un modo per uccidere un nostro rivale, dovevamo ammettere che era furbo e bravo a scappare, ma noi saremmo stati sempre due passi davanti a lui, non abbiamo mai avuto molti problemi a rintracciarlo e mandare in aria i suoi piani, che in poche parole consistevano nel rovinare i nostri.

Non era solo quello, Soyer mi comunicò che aveva trovato delle foto di Maya nei posti in cui alloggiava per poco e poi andarsene e scappare, forse stava cercando di prenderla di mira puntando su di me, ma non l'avrei mai permesso, e il fatto che aveva delle suo foto mi faceva incazzare.

Ma da quando sono venuto a Londra con la piccoletta era tutto abbastanza complicato, dovevo pensare a lei, cosa che facevo sempre, ma dopo le stronzate di quel coglione che ha osato disturbarla spesso e toccarla nella dannata vasca, quella è stata l'ultima cosa che avrei sopportato.

Dopo averlo preso a botte per un po' e dopo aver chiuso Maya nella mia stanza, lo lasciai in mezzo alla strada, tutti pensarono fosse ridotto così a causa di una rissa.

Ma non ero preoccupato per niente, avevo reso molto chiaro il fatto che se avesse osato aprire bocca lo avrei ucciso nei peggiori dei modi, gli descrissi tutto in ogni minimo dettaglio, e vedere la paura nei suoi occhi e sentire le sue urla di dolore, mi hanno compiaciuto a dir poco, ora la sua bocca non osava nominare il nome della mia piccoletta e i suoi occhi rimasero in basso, dove dovevano stare.

Avrei tanto voluto ucciderlo, ma pensare che fosse fratello dell'amica di Maya, mi fece trattenere.
Avrebbe sospettato di me e decisi di non farlo non volendo traumatizzarla ulteriormente, ma dei cazzotti non glieli avrebbe tolti nessuno dalla sua faccia di merda.

Vedere la paura negli occhi di Maya invece, mi faceva sentire uno schifo, era una cosa che odiavo se si trattava di lei.

Avrei tanto voluto torturarlo, per tutte le lacrime che ha versato a causa di quell'idiota, per la paura e il disagio che le faceva provare, tremava solo a pensarci e sussultava sentendo il suo nome, ma non avrei smesso di fargliela pagare, e di calmare e riassicurare Maya.

L'ha toccata e l'ha fatta star male, e non la passerà liscia.

Ucciderei per lei.

Non che io non lo facessi già, ma non l'ho mai fatto per nessuno se non per me stesso.
Ma ora avevo una principessina da proteggere, e l'avrei fatto ad ogni costo.

Dopo essere tornato da quei giri fatti con lei e la sua amica, li lasciai pranzare mentre io andai in stanza avendo altro a cui pensare.

Una mia collega di lavoro si infiltrò come nuova cameriera qui per tenere sott'occhio Maya insieme ad altri nuovi uomini nel caso non ci fossi anche se era solo oggi e domani prima che fossimo partiti, ma non era tutto.

Diana, la mia collega, era un'ottima manipolatrice, una seduttrice, non lavoravamo insieme da tanto essendo che preferivo agire da solo nelle missioni, ma stasera avevamo organizzato di trovarci e finalmente, uccidere quel bastardo che mi faceva girare i coglioni da mesi in modo definitivo.

Diana lo avrebbe sedotto e portato nel luogo deciso dove vi si trovavano i nostri rinforzi e fortunatamente era a Londra anche lui, non mi sarei fatto scampare una possibilità del genere, stasera sarà un uomo morto.

Era tutto organizzato e pronto, mancava solo da mettere in atto il piano, ma una ragazzina mi intralciò tutto rovinandomi il piano.

Da quando va in una cazzo di discoteca?

Vederla con quel maledetto vestito corto che le stava da dio, quella coscia in bella vista che ormai mi pregava di morderla e palparla insieme al suo fondoschiena, quel rossetto rosso che volevo solo levare con i miei baci e i suoi occhi che che mi stavano supplicando di scoparla, ero letteralmente morto.

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