Chapter twenty four

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Mi risvegliai sentendo delle carezze sul viso e sulla schiena, strusciai il naso su quello che pensavo fosse il cuscino, ma poi mi accorsi che c'era il suo profumo e realizzai, avevo il viso nell'incavo del suo collo.

Sentì le sue braccia attorno a me stringermi forte e sentivo la tv accesa, ecco da dove proveniva quel leggero rumore.

Per quanto Azron mi stesse facendo male, ferendo i miei sentimenti e tutto il resto, ieri sera non so cosa mi fosse preso, perché glielo avessi permesso.

Dirò la verità, è stato stupendo, i suoi baci, il suo tocco, il suo profumo, ogni cosa mi faceva venire le farfalle allo stomaco, mi faceva sentire così bene, essere fra le sue braccia mi faceva sentire così protetta e al sicuro nonostante la situazione in cui ero.

Lui è il mio tutto, primo bacio, prime coccole, dovevo lasciare queste cose per l'amore della vita, ma finì per dare a lui ogni cosa.

Poi l'ho baciato, così tante volte, oddio.

Ero così confusa, cosa mi stava prendendo?

Rimasi li con le guance arrossate mentre facevo finta di dormire, anche se sapevo che lui sapesse che io fossi sveglia.
Mi accarezzò il viso e senti le sue labbra sfiorare la mia spalla e baciarmi con delicatezza.

Certe volte mi sfiorava il collo e sentivo un bruciore, un pizzicolio, ansimai quando posò un bacio su quel punto dolorante e intravidi sul suo viso un ghigno, perché mi faceva male il collo?

"P-perché mi fa male?" sussurrai confusa e non ricevetti risposta, ma mi sentì presa in braccio e mi portò davanti allo specchio, mi abbassò la spallina del pigiama spostandomi i capelli e vidi una scia sulla mie pelle di macchie viola-rosse quasi raggiungere il seno.

Spalancai gli occhi allarmata e lo guardai "C-cosa sono?" balbettai e le sfiorai con le dita tremante "Si chiamano succhiotti" mi sussurrò all'orecchio e mi teneva ancora in braccio come una bambina, rabbrividì.
"C-come, cosa-" "Sono marchi di possessione" ghignò interrompendomi e lo guardai strabuzzando gli occhi.

"Io non appartengo a nessuno" dissi innervosita e lui ridacchiò "Mhmmm si invece" ammiccò ed ero così rossa, bruciante a tel punto di sentirmi stordita.

Posò dei baci lungo il mio collo e strinsi la sua maglietta divincolandomi molto nervosa "D-devo andare in bagno" balbettai e sgattaiolai via dalle sue braccia e chiusi a chiave la porta.

Ma da quando eravamo così intimi?!?
Tremai tutta ansiosa, come mi dovevo comportare?
È stato carino consolarmi ieri, ma mi baciava e toccava! Era normale? O no?

Sospirai e aprì la finestra e presi un po' d'aria, sciacquai il viso e mi guardai allo specchio, notai le mie labbra rosse, quella scia viola sulla mia pelle pallida, le mie guance rosse, e sentì qualcosa di famigliare allo stomaco, delle farfalle.

Sbuffai, sperai non fosse ciò che pensavo.
Non posso, non devo, e non voglio essere innamorata di lui, la mia posizione, la sua, questa situazione, era tutto troppo rischioso e da pazzi.
No Maya, non devi, è così solo perché stai provando cose nuove nella tua vita, non sono sensazioni a cui devi prestare molta attenzione, è normale e sparirà, si.

Sospirai e aprì la porta, lo vidi già vestito seduto sulla poltrona, sembrava di nuovo irritato e di malumore da quello che stava leggendo al telefono.

"P-puoi umm- girarti o uscire devo vestirmi.." balbettai e cercai qualcosa da mettere per far sì che non vedessero le mie guance rosse.
Lo sentì sospirare duramente e uscì fuori dalla porta sbattendola un po' troppo forte, lasciandomi sola in questa camera.
Sentì una stretta al cuore, no Maya non devi rimanerci male. Perché dovresti? Lo sai che è bipolare.

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