Chapter fourteen

1K 19 25
                                    

Mi risvegliai da sola, vidi che erano le 12:00.

Sospirai e mi stiracchiai, non c'era nessuno in camera, meglio.
Mi preparai e misi una felpa e tuta nera, le scarpe e pettinai i miei capelli raccogliendoli in una mezza coda, mi diressi verso la porta, ma poi mi ricordai che potevo uscire solo con la sua impronta, uffa.

Stavo cercando in ogni modo di non pensare al bacio o al nostro risveglio, fortuna che ero da sola o non sarei riuscita a guardarlo in faccia dall'imbarazzo.

Dopo mezz'ora venne e sospirai alzandomi dal letto, era ora. "Dormito bene?" chiese con quello sguardo compiaciuto e non risposi sorpassandolo uscendo dalla camera, lui mi seguì e lo sentì ridere.

"Ti sei affezionata così tanto al tuo lavoretto da non voler essere in ritardo?" chiese e non mi accorsi che fosse così vicino quando sentì il suo fiato accarezzarmi l'orecchio e mi allontanai.

"Vai a fare le tue cose e non seguirmi" mugolai e mi fermò  tirandomi indietro per il capello e finì contro il suo petto "Non provare a fare qualcosa Maya" disse avvertendomi, le sue labbra mi sfiorarono l'orecchio, il modo in cui diceva il mio nome mi faceva sentire molto strana.

"Si senza nome" borbottai e corsi verso la mensa, sotto il suo sguardo che mi bruciava la schiena.

"Oh buongiorno signorina" disse Maria appena mi vide e sorrisi "Scusami per ieri, ma il mio rapitore mi ha portata in camera così all'improvviso" dissi sospirando e sorrise "Non ti preoccupare, vieni, dobbiamo finire di fare il pranzo, tagliatelle al tartufo!" disse mentre mescolava le tagliatelle nella pentola, che buone.

Notai che cucinavano sempre, per tutto il giorno a non stop, mi sentivo in colpa per loro, poi a giudicare da tutti quei tavoli che c'erano in mensa si trovavano molte persone in questo posto.

"Vieni, dobbiamo apparecchiare i tavoli" disse Emory e annuì, solo che appena cominciai, vidi una donna entrare, la osservai, era vestita con una gonna molto corta e una camicetta aperta, un po' troppo forse essendo che le si vedeva l'intimo, e aveva dei tacchi così alti, io non ci riuscirei a camminarci neppure da principessa, la invidiai quasi.

Stava andando da Emory che era nell'altro tavolo dietro il mio, ma poi mi notò e il suo sguardo cambiò diventando serio e duro.

"Ooh, ecco la principessina che mi ha rubato Azron" disse con tono schifato, non capì le sue parole, "C-chi è Azron?" sussurrai confusa, oh, non dirmi che è - "È quello che ti ha presa e portata qui idiota" disse e si sedette davanti a me, io non ho rubato nessuno, è il contrario caso mai.

"Vacci piano, non ho rubato proprio niente, poi non è carino chiamare una persona idiota senza motivo" dissi innervosita e la sentì ridere e guardai Emory, sembrava molto irritata anche lei dalla sua presenza.

"Se Azron scoprisse che le stai parlando in questo modo non finirà bene per te, vattene" disse Emory, perché finirebbe male? A lui non importerebbe mai una come me, da come mi tratta e da cosa mi ha fatto.

"Non lo scoprirà se terrete le vostre bocche chiuse, fatto sta che sono venuta per altro, tu e Livia dovete ripulire tu sai cosa" disse ad Emory, guardando male me.

Antipatica.

"Continua Maya, tornerò appena possibile" disse e annuì, "Cosa devi ripulire?" chiesi e mi guardò senza dire niente.
"Fatti gli affari tuoi mocciosa" disse la donna e la guardai male, "Non ti preoccupare, continua con i fazzoletti" disse con aria strana ed entrambe uscirono dalla porta.

Sospirai continuando a piegare i fazzoletti finché mi venne in mente il suo nome, Azron, che nome strano, però mi piaceva molto era particolare.

Un'ora dopo finì, erano le 13:20, sospirai sollevata e mi venne il bisogno di andare in bagno.

"Dove si trova il bagno?" chiesi "Oh, è davanti la porta per entrare in mensa" mi spiegò e annuì, ci andai ed era molto carino, mi sciacquai il viso per svegliarmi un po', ma poi, il mio sguardo cadde sulla finestra sopra il water.

Oddio.

Velocemente abbassai la tavoletta e ci salì sopra, provai ad aprire la finestra ma era chiusa, diamine.
Sembrava piccola, ma pensai di riuscire a passarci.

Corsi in sala e senza farmi vedere presi un coltello, ritornai velocemente in bagno e provai a scassinare quella finestra, dovevo uscire di qui, adesso.

Ficcai il coltello ovunque cercando di aprirla e sentì quello che volevo, click.

Sorrisi pensando di farcela sul serio, e ciò che c'era davanti a me era una stradina buia.
Un'altro vicolo.

Provai ad uscire, ringraziai Dio per avermi fatta piccola, almeno era servito a qualcosa.
Mi trattenni dall' urlare quando persi l'equilibrio e caddi a terra. Ansimai e mi alzai, avevo male alle ginocchia, erano sbucciate, perfetto direi.

Mi alzai cercando di non piangere e camminai velocemente cercando qualcuno, sperando che finché si sarebbero accorti della mia assenza avrei trovato aiuto.

Passarono penso cinque minuti, e sorrisi vedendo una persona in lontananza, controllai che nessuno mi stesse seguendo e mi avvicinai.

Corsi a fatica e vidi pure le macchine che passavano, ce l'avevo fatta veramente.

"M-mi aiuti per favore, mi hanno rapita mi-" e sbiancai, quando vidi contro chi stavo parlando.
"Come ti posso aiutare, dimmi" disse una voce famigliare, con tono serio e duro.
Si girò e vidi la sua maschera, no, oddio no.

Mi girai per correre ma mi afferrò il braccio e gemetti dalla sua presa stretta.
"Sei davvero stupida allora" ringhiò e mi divincolai, a giudicare dall'aspetto del luogo, sembrava che il posto dove mi trovavo fosse una specie di base segreta, nascosta sottoterra.

"T-ti prego lasciami non voglio stare l-la.." singhiozzai disperata provando in ogni modo a liberarmi, tirò fuori un fazzoletto, oh no.

"N-no no ti prego, a-ascoltami.." piansi e mi tappò la bocca e il naso, "Scappare dopo che ti ho avvertita? Ma per favore guardati, ti sei sbucciata le ginocchia come una bambina, chi cazzo vuoi fregare eh? Cosa pensi? Che sarebbe stato tutto così facile?" si trattenne dall'urlare mentre mi portava di nuovo in quell'inferno e io lentamente stavo perdendo conoscenza, le mie lacrime aumentarono sentendo le sue parole.

Strinsi le sue mani provando a toglierle, quell'odore era nauseante, "Non resistere" ordinò stringendomi e sussultai piangendo "Te la sei cercata ragazzina" disse e mugolai sentendomi svenire da un momento all'altro.

Mi caddero le mani lasciando la presa delle sue, così come la testa che si posò sulla sua spalla sfinita.
Tolse il fazzoletto dal mio viso e sospirai, me lo prese afferrandomi il mento senza farmi male e il mio viso sfiorò la sua maschera inquietante, la mia vista mi stava abbandonando, vedevo tutto annebbiato.

"Sogni d'oro principessa" sentì dire prima di cadere fra le braccia di Morfeo.

Assassin's princessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora