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Era inevitabile

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Era inevitabile.

Il vapore della doccia invadeva tutto il piccolo bagno, la mia faccia era in perenne contatto con l'acqua bollente, me ne stavo fermo con il viso rivolto verso il getto come se il liquido scacciasse via i miei pensieri, le miei paure che provavo in quel momento; la luce calda del mattino penetrava dal piccolo oblò, era semi aperta facendo sì che entrava un po' di aria fresca mattiniera.
Mi insaponai i capelli, strigai così forte che quasi mi bruciava il cuoio capelluto; mi sentivo snervato, le sensazioni che provavo mi provocavano solo un grande dolore, non c'era nulla di romantico in un ragazzo adolescente che si era innamorato del suo migliore amico, tutti intorno a me urlava che la mia passione era sbagliata ed io gli davo ascolto, forse ero destinato ad amare qualcun'altra, una persona che non era di Hanok, così che nessuno potesse sapere della mia natura, ma chi volevo io si trovava dall'altra parte della casa e che in quel momento aprì la porta dell'unico bagno in casa, lo riconoscevo anche dai suoi passi: sentì il rumore dell'urina cadere nel water, intanto io ero ancora sotto la doccia, chiusi la maniglia ed uscì con l'asciugamano che avvolgeva la parte bassa del mio corpo.
Mi ritrovai davanti Jungkook, intento a ripulirsi con la carta il suo membro nudo, lì davanti a me.
Non era la prima volta che lo vedevo senza vestiti ; da piccoli mia madre per accelerare i tempi, ci gettava entrambi nella doccia e ci lavava insieme, quando ancora mia sorella era una bambina si univa anche lei; ma quando eravamo piccoli non prestavo attenzione a certi dettagli nemmeno provavo le stesse emozioni, ma ora, con un forte desiderio di un qualcosa che non riuscivo a descrivere, era troppo forte e straziante averlo lì davanti a me, con le sue mani calde e massicce che reggeva il suo sesso,così ben formato: non era più lo stesso, per me Jungkook non era più il bambino taciturno, timido. Per me era diventato agonizzante vederlo in quello stato, sentire certe emozioni per lui e sentirmi costretto a reprimerle, eppure lui era lì pronto, che mi guardava con il viso assonato appena sveglio, i capelli arruffati e l'aria di chi ancora non era del tutto vigile.

"Che hai?" Mi disse mentre tirava su le mutande e il pantalone del pigiama.

"Niente."

Un paio di giorni a seguire, Yoongi arrivò al parco con una grande notizia: aveva fatto sesso, aveva scopato. A dirsi, era una ragazza del nostro liceo, Park Dalia, la sorella di Jimin, il ragazzo più forte della squadra di calcio della scuola che stranamente parlava anche con noi, ragazzi di periferia.
Ci raccontò tutto nei minimi dettagli: si sono incontrati alle spalle del ex fabbrica tessile non tanto distante da Hanok, del suo seno prosperoso, del suo pube, imitò anche qualche verso dei suoi gemiti e tutti, compreso Jungkook, ascoltavano attentamente, senza perdersi un minimo dettaglio ed io lo trovai disgustoso, i giorni a seguire, a scuola, non riuscivo a guardare Dalia nello stesso modo di prima, nella mia testa si era formulata una sua immagine mentre veniva, giaceva sotto il corpo del mio amico,e capì che non provai niente.

"Tu immagini Yoongi scopare?" Gli chiesi al mio migliore amico mentre camminavamo verso casa.

"No per niente!" Scoppiò in una risata grossolana.

Mille inverni - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora