11.

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❤️‍🔥


Non smetterò mai di chiedermi quanto sia bello svegliarsi con il calore del sole in volto, le coperte arricciate ai piedi e il cuscino agguantato sotto di me.

La beatitudine del mattino è estasiante e inspiro profondamente, godendomi ancora per un po' quello stato incosciente anche se so che prima o poi dovrò tirarmi su.

Ho promesso a Nora che avrei pranzato con lei visto che oggi è il mio giorno libero e da brava ospite non mi va di arrivare quando è già tutto pronto.

Così, prima di alzarmi una volta per tutte, mi stiracchio lasciandomi alle spalle quella bellissima sensazione in cui tutti i problemi sembrano non esistere.

Come da routine, mi infilo subito sotto la doccia e dopo averci passato buoni venti minuti, mi vesto e raggiungo la cucina per prendere il mio amato caffè amaro.

Per fortuna, non sono una di quelle persone che impiega molto tempo a rendersi attiva. Sono ancora le dieci del mattino e sono certa che chiunque altro essere vivente, nel proprio giorno libero, si prenderebbe la vagabonda idea di restare sotto le coperte fino all'ora di pranzo.

Mentre do un'ultima aggiustata ai capelli in uno chignon basso, un paio di parole mi tornano vive in testa.

"Non legarli sempre. Sciolti ti stanno molto meglio".

A dire la verità, non so bene se quella volesse essere l'ennesima istigazione o se fosse sincero; anche se la mia reazione istintiva probabilmente non ha tutti i torti.

Mi osservo allo specchio e per un attimo tentenno sul fatto di scioglierli, ma arresto subito le mie mani maledicendo quella parte di me che ancora crede alla sincerità di Drew Stevens.

Non deciderà come devo portare i capelli.

Lascio il bagno e recupero solo l'essenziale prima di chiudere la porta di casa mia e suonare in quella di Nora.

«Mattiniera, vedo!», esordisce la donna lasciandomi un bacio sulla guancia.

«Non è da me dormire fino a tardi e in più voglio darti una mano», le dico e un profumo buonissimo mi stuzzica le narici. «Mmh, cos'è questo profumino?», le chiedo notando alcune pentole già sul fuoco.

Nora, dopo aver chiuso la porta, mi raggiunge. «Per la mia vicina speciale, ci sta un pranzo speciale! Le mie origini italiane mi avranno pur insegnato qualcosa», ridacchia afferrando il coltello e continuando a tagliare le melanzane in piccoli pezzi.

«Posso darti una mano?», le chiedo. Nora scuote la testa ma io insisto e allora mi lascia il suo posto a tagliare le melanzane, mentre lei snocciola le olive.

«A proposito di origini. Hai sentito anche tu degli strani rumori provenienti dall'appartamento del signor Stevens?», domanda all'improvviso con tono incuriosito.

Al rimbombo del suo nome, il coltello quasi mi scivola dalle mani.

«Be', sì. Mi è capitato», rispondo secca.

Dire a Nora che l'unica volta che sono salita a lamentarmi, l'ho trovato a torso nudo e ho interrotto una sua notte di fuoco mi sembra eccessivo. E in più, mi imbarazza.

Ma improvvisamente è lei a spiazzare me. «Io invece credo proprio che ci stesse dando proprio dentro. La sua fidanzata deve sentirsi davvero molto fortunata», ghigna la donna.

«Pff. Ti pare che uno come Drew Stevens si impegni con qualcuno?», mi scappa subito dalla bocca.

Nora arresta i suoi movimenti e nonostante senta il suo sguardo addosso, non accenno a sollevarlo da quelle melanzane. Tutto, in questo momento, è meglio di passare sotto gli occhi perlustrativi di Nora.

Hearts EnemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora