12.

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🩷


«Ma che diavolo fai?!», esclamo strattonando via il mio braccio dalla sua forte presa. 

Le voci arrivano ovattate, ma non siamo comunque troppo distanti dalla folla. Più precisamente siamo dietro gli spalti, ombreggiati dalla fioca luce dei lampioni. 

Drew ha gli occhi iniettati di sangue e sprizzano un odio nei miei confronti terrificante. Si passa una mano fra i capelli con un gesto esasperato e poi punta un dito verso di me. 

«Questa me la paghi, cara Benson», ringhia tra i denti. «Mi hai incastrato in una situazione dalla quale mi devi tirare fuori». 

Io aggrotto le sopracciglia confusa. «Come scusa?». 

«Ti dice niente: ascensore, rossa, caccia... fidanzata?», precisa utilizzando un tono di disgusto per l'ultima parola. 

Ovviamente ero già al corrente che il motivo fosse riferito a quella particolare situazione, nella quale ammetto di essermi divertita,. Ciò che non riesco a comprendere è come dovrei tirarlo fuori. 

Al ricordo di quella scena, mi scappa una mezza risatina. «Oh! Parli del brusco modo in cui ti ho imbarazzato?», continuo a prendermi gioco di lui e questo lo rende altamente furioso. 

Potrei prenderci gusto più spesso. 

Stringe i pugni, cercando di focalizzare la rabbia in un solo punto per poterla espellere, ma funziona poco visto che si ritrova a far collidere le nocche tra di esse con una forza disumana. 

«Fossi in te non riderei così tanto. Quella è la madre di un mio alunno e l'ho scoperto solo dopo essermela scopata e indovina un po'?», parla con fare agitato e frettoloso. Sembra quasi un esaurito. 

Io inarco un sopracciglio. «Ti ha chiesto di sposarla?», scherzo ancora. Lui grugnisce. 

«Si è innamorata dopo che la tua boccaccia ha tirato fuori la parola con la "f". Ed ora è qui».

Sembra quasi si stia sfogando visto la sua espressione esasperata; e per quanto io mi definisca un'ottima ascoltatrice, con un Drew Stevens così non riesco a far altro se non scoppiare a ridere. 

Ben gli sta! 

«Così impari a portarti a letto chiunque!», gli dico ancora tra le risate. 

Lui sgrana gli occhi e subito dopo serra la mandibola al punto che sembri quasi rompersi. Ma io lo ignoro, continuando a sbellicarmi dalle risate. 

È ironico pensare che qualcuno possa davvero innamorarsi di Drew Stevens solo perché ti porta a letto. Ma ancor più ironico è il fatto che stia chiedendo consigli a me perché non riesce a cacciarsi fuori da questa situazione. 

All'improvviso, sento nuovamente una pressione sul mio braccio e un ombra oppressiva su di me. Ci metto un po' a realizzare che Drew mi sta ad un passo dal viso con uno sguardo serio e incazzato. Il respiro affannato mi colpisce il volto, mentre io in quell'esatto momento mi disconnetto dalla realtà. 

Le mie risate si arrestano, mentre i miei occhi perlustrano ogni centimetro del suo sguardo. Non promette nulla di buono: gli occhi più scuri, i denti stretti, le labbra serrate. 

Per un attimo abbassa lo sguardo sulle mie labbra e si passa la lingua tra di esse, facendomi fremere il petto. 

Lo detesto, ma è un gesto che mi fa andare in corto circuito il cervello. 

«Sono felice che tu ti stia divertendo sulle mie spalle. Vediamo se riderai ancora...», sussurra queste parole con un tono profondo. 

Rimango confusa perché non so dove vuole andare a parare. La sua mano mi passa dietro l'orecchio una ciocca di capelli sfuggita dalla coda e non sembra nemmeno suo questo tocco così delicato. Mi sta mandando il tilt.

Hearts EnemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora