14.

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❤️‍🔥


Quando apro gli occhi, una luce assordante mi colpisce gli occhi e tento subito di ripararmi mettendoci una mano sopra. Non sono nel mio letto e non indosso i miei vestiti. Al contrario, un abito lungo e bianco ricoperto di fiori mi fascia il corpo, mentre attorno a me riesco a schiarire una lunga distesa di verde.

Nessun albero attorno, nessuno spiraglio di case o altra gente... solo tanto e immenso verde affievolito dalla forte luce.

Regna il silenzio più totale, una pace assoluta e rigenerante. Provo a parlare ma non ci riesco, tutto sembra essere silenzioso.

Mi giro su me stessa, confusa e un po' agitata, finché non scorgo una docile figura in lontananza.

Riesco a vedere i suoi lunghi capelli svolazzare, nonostante non ci sia vento e i suoi piedi non toccano per terra. Fluttua nell'aria, mentre pian piano si avvicina a me.

Non sento paura; anzi, mi sento troppo tranquilla.

«Clare, amore», mi sento richiamare da una voce.

Più la figura si avvicina, più quella voce sembra raggiungermi e io riesco a riconoscerla.

«Bambina mia».

Mia madre.

La riconosco perfettamente: la sua pelle candida e luminosa, i suoi capelli biondi perfetti, il suo sorriso rincuorante. È lei.

Rivederla dopo tutti questi anni è la sensazione più bella che potessi mai provare; eppure, la serenità che mi incombe non mi porta a versare neppure mezza lacrima.

Le sorrido e tento nuovamente di parlarle ma ancora niente. Non posso nemmeno muovermi per abbracciarla. Niente di niente: eppure mi sento felice e serena.

«Sei una donna meravigliosa, Clare e non meriti alcun male», mi dice con la sua voce che rimbomba nell'immenso spazio che ci circonda. «Lascia che le cose vadano per come devono andare, ascolta il tuo cuore e lasciati guidare dal tuo spirito tesoro mio. Io sono sempre qui con te. Veglio su di te e ti proteggo sempre amore mio», continua sorridendomi.

Soffia un bacio che mi arriva in pieno volto nonostante non mi stia toccando e in quel momento sento di nuovo quel senso di freschezza.

«Sarebbe stata una bambina, Clare. Non la posso vedere ma ogni tanto mi parla e sai cosa mi dice?».

A quelle parole, sento il fiato mancare. La mia sarebbe stata una bambina... sarebbe stato bello poterla abbracciare.

Poi allunga una mano verso di me, mentre io la guardo incantata e l'appoggia sul mio petto.

«Aprigli il tuo cuore, Clare. Aprigli il tuo cuore».

Mia madre ripete quelle parole in continuazione, seguita da un'eco interminabile mentre pian piano la luce che mi abbagliava, inizia ad affievolirsi così come la sua figura riportandomi al buio.

«Ehi, tutto ok?».

Una voce giunge alle mie orecchie, risvegliandomi subito da quello che penso sia stato un sogno.

Niente più luce, serenità o pace. Quello che mi colpisce adesso è un irrefrenabile mal di testa e una nausea lancinante.

Strizzo gli occhi prima di cercare di aprirli e focalizzare la figura davanti a me.

«Hai bevuto molto», continua la voce di un uomo con ironia.

Nonostante tutti i ricordi di ciò che è accaduto si ripetono nella mia mente uno dietro l'altro, non riesco a capire a chi appartenga quella voce.

Hearts EnemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora