18.

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❤️‍🔥


Ricominciare.

Ammetto che questa parola mi mette un po' di angoscia perché ho impiegato anni a rimettere in ordine i pezzi che Drew Stevens ha rotto.
Eppure, ho deciso di ricominciare perché la sofferenza è svanita via e superare i propri limiti è una sfida che va colta e affrontata.

Drew Stevens è stato il margine della mia pazienza, la goccia che ha fatto traboccare il vaso; ma mai come oggi mi sento sicura di poter affrontare un ostacolo così impegnativo come quest'uomo.
Ovviamente con l'aggiunta del mio solito caffè amaro. Senza di lui non potrei affrontare la giornata.

Il lunedì mattina è faticoso, soprattutto se è un lunedì che dà inizio ad una settimana frenetica come quella che verrà.
Iniziano i preparativi del weekend in campeggio e tutti gli studenti sono così eccitati dall'idea che non si riescono più a gestire.
Ecco perché sono già al mio quinto caffè in sole tre ore di lavoro.

«Datemi una camomilla! O un calmante! Ho bisogno di rilassarmi e non sentire questi mostriciattoli almeno per un quarto d'ora!».

Ecco, Eve affronta lo stress in maniera differente. Lei strilla ed esagera. Sbatte la sua borsa sul tavolo al centro della stanza e si siede con pesantezza su una delle sedie.

«Mmh, mi dispiace deluderti amica mia ma qui abbiamo solo caffè, tè e qualche tipo di succo», la beffeggio io ridacchiando sotto i baffi e per questo mi merito un'occhiataccia da parte sua.

«Farò finta di non aver sentito il tuo tono sarcastico, però accetto un caffè», borbotta passandosi le mani tra i capelli mentre io le preparo il caffè e glielo porgo.

«Giornata pesante?»

«Tremendamente!», afferma.

Io mi avvicino e prendo posto accanto a lei. «Ti capisco».

«È successo qualcosa?», domanda con sguardo curioso.

Be'... effettivamente qualcosa di strano è successo ma ho quasi paura della sua reazione. Eve è di corte cerimonie e ha un carattere totalmente diverso dal mio. Lei non avrebbe mai perdonato Drew e non avrebbe mai accettato le sue intenzioni di ricominciare da capo.
Ma so anche benissimo che se non glielo dico di mia spontanea volontà, userà ma forza e la sua persuasione per estrapolarmi la qualunque dalla bocca.

Le rivolgo quindi uno sguardo un po' incerto e lei sgrana gli occhi senza nemmeno farmi parlare. «Che hai combinato?!».

«Nulla di grave. Però ieri sono uscita con Drew e sua figlia...».

«Cosa hai fatto?!», mi interrompe subito intonando un acuto da dieci e lode.

«Non urlare!», la rimbecco afferrandole il polso e dandomi un'occhiata in giro, controllando che nessuno sia nei paraggi. «Ti spiego tutto, promesso».

«Oh, ti conviene Benson».

«Ok, ok... lasciami spiegare dall'inizio».

Ecco cosa intendevo per corte cerimonie e per persuasione. Eve è la mia migliore amica e oltre a conoscermi molto bene, sa anche come mettermi terrore.
Così le racconto tutto; dalla sera in cui Stevens mi ha affidato sua figlia, al mattino dopo dove mi sono ritrovata rannicchiata con lui e Zoe e del nostro ricominciare al centro commerciale.

«So che tutto ciò può sembrare strano e folle... ma credimi, Eve. Quando è con sua figlia, non sembra affatto l'essere arrogante che si mostra solitamente», concludo sperando di rendere meno amara la medicina.

Eve ha la bocca schiusa, gli occhi spalancati e le sopracciglia aggrottate in un complesso di stranezza e shock.

«E tu ti fidi delle sue parole? Non pensi nemmeno per un secondo che sia pronto ad accoltellarti nuovamente alle spalle all'improvviso?», ci tiene a chiedermi in un avviso comprensibile.
Onestamente, risponderle non è facile. So bene quanto male mi ha fatto e a dir la verità non so se ne sia capace anche adesso. Ma il mio intento è di conviverci come due persone adulte. Nient'altro.

Hearts EnemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora