capitolo 1

545 11 0
                                    

pov Buck

eravamo io Chimney e Maddy a tavola,
mia sorella ci serviva il pranzo, era tutto tranquillo fin quando non toccarono un tasto dolente nella
conversazione, che degeneró molto in fretta .

<mamma e papà sono in città? perché?> iniziai ad agitarmi, già vedevo il compagno di mia sorella che voleva mettersi la testa nel piatto pur di restare in quella stanza insieme ai due fratelli Buckley.

<evan ormai è da 2 settimane che ho partorito e ovviamente i nonni vogliono vedere la loro nipotina> rispose in sua difesa .

<si ma potevi darmi un po' di preavviso, non voglio vederli io> la tensione era alta.

<non te l'ho chiesto perché so che avresti detto di no> cercó di reggere il discorso mia sorella .

<beh magari c'è un motivo, no? sono stato abbandonato, mi hanno mentito mentito, tenuto nascosti segreti e te non puoi capire come ci si sente perché anche tu mi hai abbandonato. sia io che Daniel ci siamo supportati a vicenda soffrendo insieme> stavo dando un motivo valido fin quando non nominai il suo nome ... mi venne un nodo alla
gola e mi sentii un buco nello stomaco e neppure so chi sia Daniel.

<buck cosa sai di Daniel e cosa ti ricordi, dimmelo ti prego è importante> inzio ad avvicinarsi Maddy, pure a lei vennero i brividi a sentire quel nome.
chissà cosa mi nasconde.

<adesso non posso devo andare al lavoro> dissi avviandomi verso la porta sbattendola sentendomi richiamato da mia sorella invano.

in caserma stavo girando nel frattempo la besciamella da mettere dopo sopra la carne per
pranzo, ero così concentrato a fissare
il vuoto, sentendo pian piano un calore sotto la mano che cresceva sempre di più, ma non mi preoccupai perché ero troppo preso dal voler sapere chi era questo Daniel, e io odio il non sapere qualcosa che sai di sapere.

<Buck attento, stai indietro!> l'urlo di Bobby mi portó alla realtà, ovvero quella di un fornello che prendeva sempre di più fuoco. il capitano lo spegnette subito con l'estintore.

<buck sta più attento, dai su avanti butta fuori il rospo, che cos'hai? non si da fuoco ad un fornello quando si è soprappensiero normalmente>

<oh eh mh scusa Bobby non lo farò più> mi lavo velocemente le mani e me ne scappo via dalla seconda conversazione della giornata.

decisi di andare a tirare qualche pugno per sfogarmi al sacco da box per liberarmi un po' dalla mia tensione. tanto mancavano 30 minuti circa prima dell'inizio del turno.

ero circa non so al 50' esimo pugno fin quando qualcuno non allontanó il sacco da me per fermarmi. io stupidamente ceco dalla rabbia, senza pensarci due volte lo spinsi indietro e non in modo molto docile.

stropicciai gli occhi un paio di volte giusto per capire se era successo veramente quello che era successo,
ma la figura a terra ero io, e inizió a ridere in modo molto inquietante, e anche le persone che erano attorno.

<BASTA, SMETTETELA TUTTI!> urlai in preda al panico.

quando aprii di nuovo gli occhi vidi Eddie a terra con le mani in avanti per rassicurarmi che non aveva nessuna brutta intenzione.

<ei ei ei ei ei buck sono io tranquillo> mi confortó da terra. non credevo di averlo fatto davvero.

<o mio dio s-scusami d-davvero tanto E-Eddie, non volevo giuro s-scusa> iniziai a tremare tutto, non riuscivo più a pensare, iniziarono a scendermi lacrime dal nervosismo.

non avrei mai voluto fare del male a nessuno, sopratutto non a Eddie, non a lui

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora