capitolo 3

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⚠️piccolo spoiler sulla famiglia Buckley⚠️

il giorno dopo ero costretto ad alzarmi dal letto per andare al lavoro ma ció significava rivedere tutte quelle facce deluse e arrabbiate riguardo al mio comportamento. la persona di cui ho più paura a rivedere è Eddie, non so cosa raccontare a tutti ma sopratutto a lui.

inizio a fare quello che è solito fare quindi vestirmi lavarmi preparami una mini colazione, ovviamente i miei mitici waffle surgelati, e una tazza di caffè.

arrivato in macchina con la mia jeep in caserma, scesi e già in lontananza a tavola sentivo le solite voci familiari. messo piede sull'ultimo scalino, inutile dire che mi abbiano squadrato tutti male.

continuarono la loro finta conversazione, giusto per non farmi sentire a disagio ed è allora che interevenni.

<okay potete pure smetterla di far finta che questa sia una normalissima giornata e so che avete bisogno di alcune spiegazioni> mi avvicinai incerto alla tavola. gli altri mi guardavano come per dire "dai continua, siamo qua ad ascoltarti" ma quegli occhi, non riuscivo ad evitarli ma feci il possibile per non incrociare il suo sguardo.

<i-io, allora, Maddy mi ha detto che i mei genitori sono in città e tra poco verranno a farci visita e diciamo che non sono stati genitori molto presenti anzi tutt'altro, sono stato abbandonato da tutta la mia famiglia, per un motivo che nemmeno io so, loro sanno qualcosa, anzi nascondono qualcosa, per questo credo stiano alla larga il più possibile da me... mi ricordo ancora l'ultima volta che mi hanno rivolto uno sguardo, manco fossi un mostro...> feci qualche smorfia schifata>  <ero così così arrabbiato per il fatto che si degnassero adesso di una presenza che ho fatto tante di quelle cazzate di cui mi vergogno e di cui sono moolto dispiaciuto... e si poi ho ceduto e mi sono buttano sul bere e lì ho perso il controllo...> finalmente questo discorso ha avuto un fine e stranamente è stato quasi sensato e logico.

<buck noi non siamo arrabbiati con te, noi vogliamo solo che tu stia bene senza farti del male e che se hai qualche problema ti confidi con noi> la voce angelica di Hen rispecchia tutta la sua gentilezza.

<infondo la 118 è una famiglia> aggiunge Chimney

<tranquillo buck non sei finito in casini gravi ovviamente riguardo al lavoro, anche perché hai pur sempre salvato Eddie. ah e non hai ancora contattato Maddy,visto che lei continua a chiamare me per delle spiegazioni> stavo per dire è tutto finito ma il capitano mi fece ricordare un piccolo e ultimo dettaglio irrisolto della questione è no non è quello di Maddy, quello lo risolverò dopo. il resto viene dopo di lui.

<emh... si a Maddy ci penserò io dopo, voglio mantenere le distanze per ora da lei, e riguardo a quello che hai detto, Eddie puoi venire un'attimo, p-per favore?> alla fine presi coraggio e gli chiesi di venire in cucina lontano dagli altri per parlare e lui mi fece cenno con la testa e giunti li non sapevo da dove iniziare.

<i-io, ecco, c-ceh n-non> ero decisamente indeciso sul cosa dire.

<tranquillo buck è stato un malinteso te eri ubriaco marcio, in più con tutta quella tensione, la situazione in cui eravamo, ecco, è successo, capita, prima o poi si dimenticherà... amici?> mi porse infine la mano.
non ne ero molto sicuro all'inizio ma è bello che tra noi adesso è tutto okay, come prima...o forse no.

arrivato a casa mi aspettava una grande sorpresa, o meglio terribile sorpresa. tutta la mia tavola era apparecchiata per 4 persone, ció significa io, Maddy... e mamma e papà.

<ciao evan> sentendomi richiamo da una voce
così familiare girandomi vidi il viso di mia madre in seguito a quello di mio padre. cercai subito Maddy, lei era il mio scudo, si trovava in cucina a finire di preparare la cena. maledetta, un minimo di preavviso almeno.

una volta terminata ci ritrovammo tutti a tavola in silenzio.

<quindi evan, parlaci del tuo lavoro> cercó di sdrammatizzare mio padre.
inutile dire che mi scappó una smorfia.

<siete davvero imbarazzanti, tutti quanti, voi due non sapete manco che lavoro faccio, non sapete che persona sono diventata grazie a questo lavoro della mia vita e di certo non vi darò il diritto di scoprirlo perché io voglio sapere solo cosa mi nascondete, per il resto potete pure andare a farvi fottere> appena finito serrai la mascella, ero stanco di aspettare io volevo sapere.

<intanto modera il linguaggio figliolo, e poi non so di c-cosa tu s-stia p-parlando> chiese in modo autoritario la madre.

<dai su non facciamo giri di parole, o meglio stronzate, e arriviamo al succo del discorso> dissi in modo chiaro e coinciso.

<va bene manco un minimo di gentilezza nella collaborazione al ritornare una famiglia> la donna si arrese <avevi un fratello, okay? ed è m-morto, t-tutto qua...> i due anziani si presero per mano stringendosela.

<oh no no no no no c'è altro invece, sputate il rospo perché io non me lo ricordo e perché è morto> volevo delle spiegazioni.

<buck lui aveva 2 anni in meno di te, sei stato te a decidere di cancellarlo dai tuoi ricordi> si mise in mezzo mia sorella.

<si ma si tratta di un fratello la memoria comunque deve rimanere, e poi perchè mai avrei dovuto cancellarlo dai miei ricordi e dalla mia vita, cosa mai potrà avermi fatto?> cercai di seguire un filo ma non avevo tutte le informazioni.

<perché non prendi il dolce Maddy e parliamo d'altro> cercó di sviare il discorso mia madre.

<eh no donna adesso non rimanderai il discorso ad un'altra volta, dimmi di più> insistetti.

<basta buck è una cosa che riguarda te, aspetteremo che sia te a scoprirlo da solo>

<perchè dovrebbe essere tutto un indovinello, almeno dimmi com'è morto> cercai almeno di scoprire la causa della sua morte.

<MALEDIZIONE BUCK SEI TE LA CAUSA! L'HAI UCCISO TE!> urló la donna spazientita.
da quelle parole rimasi spiazzato.

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora