capitolo 4

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appena finì la frase mi si spezzò il cuore, il respiro mi si bloccó, non sapevo cosa fare, cosa pensare e allora feci l'unica cosa che la famiglia Buckley sa fare, scappare.

mi ritrovai su un marciapiede, avevo bevuto si, più dell'altra volta, ma non ne avevo ancora abbastanza, volevo di più. e così finì per fare tutte le peggio cose ecco.

preso il telefono e digitai un numero, anzi quel numero.

<eeeeeeiii hahahahahaha> non mi ero ancora reso conto di chi stessi chiamando e perché e cosa mi aspettavo mi rispondesse.

<oh no...buck non di nuovo> esatto era Eddie Diaz signore e signori, quando finirò con le figure di merda con lui? eppure c'è qualcosa che mi fa sempre stare legato a lui.

<jjio num volvevo fffrarlo, credrrdo, nuom pensasvo dvi frare uma cofa simvilre....p-pensavo s-salvafsi v-vfite...> sono certo che anche dall'altro capo del telefono si sentiva che stavo piangendo disperato oltre allo biascicare tutto.

<sono in macchina ti ho localizzato adesso vengo a prenderti ma buck promettimi che non ti muoverai, va bene? sono sicuro che stai solo straparlando e non hai idea di quello che tu stia dicendo, risolveremo tutto insieme, okay? dammi 10 minuti e sono da te> dopo tutto quello che gli ho fatto lui mi tratta in questo modo, mi fa sentire l'anima in pace questo ragazzo.

mi ero ormai addormentato sul marciapiede, ero proprio disteso a terra con delle bottiglie di alcolici attorno diverse sigarette e boh forse qualche siringa non riesco manco a ricordare che cazzo ho fatto, e con la mia fortuna si mise a piovere, saranno state ormai le 3 di notte.

vidi in lontananza una luce, anzi no due, e non era Dio che mi stava vendendo a prendere, erano fari forse, sempre di più si avvicinò una figura, vedevo tutto sfocato. vedevo a scatti adesso, prima ero sul marciapiede poi in braccio a qualcuno poi in macchina e poi davanti ad una porta di casa.

<i-io lluo connuosco uesto pfosto> quando la persona che mi sorreggeva in piedi aprì la porta caddi a terra, gattonai fino alla cucina e lì non ce la feci più, vomitai, vomitai l'anima ma non capisco perché vedevo a terra del rosso sarebbe strano vomitare rosso no? bah

dopodiché persi i sensi

pov Eddie

<papà che cos'è questo rumore?> Christofer si affacciò dalla camera con il suo pigiamino i capelli tutti disfatti e senza occhiali per fortuna.

<quello è buck?> lo intravide.

<oi Christofer perchè non torni a letto, buck sta bene sta tranquillo deve solo superare una brutta giornata>.

appena tornai in cucina, dopo aver rimesso a mamma mio figlio, erano passati solo 2 minuti neanche, che questo maledetto ragazzo aveva vomitato il ben di dio su tutto il mio pavimento- aspetta, quello non è solo vomito e quello mi spaventó sempre di più, dovrei portarlo in ospedale?

<b-buck...buck svegliati, buck ci sei? buck!> mi accasciai a terra di fianco a lui, aveva perso i sensi giustamente, con tutto quello che si era fatto.

fortuna che il mio divano era anche un divano letto così lo preparai, presi il ragazzo a mo di sposa e lo infilai sotto le coperte, ero così preoccupato per lui, cosa mai potrà essere successo, tanto da spingerlo a fare tutte ste cose.

gli spensi la luce e me ne andai in camera mia, dopo circa 30 minuti sento un tonfo e urlare a squarciagola. allora corsi subito in salotto e ció che vidi mi spaventó. buck era caduto a terra stava piangendo a dirotto aveva le vene del collo tutte gonfie di rabbia, ma ci fu un dettaglio che mi fece rabbrividire... aveva un fottutissimo coltello in mano.

<b-buck... p-perchè n-non l-lo p-posi...?> vidi che alzò lentamente la testa in modo molto inquietante. inzio a fare dei versi animaleschi, quasi fuori dal normale, una specie di ringhiare sbavando e tutto d'un lampo si alzò di scatto e mi sbattè al muro con il coltello che mi posizionó sotto la gola.

<buck non sai quello che fai...t-ti p-prego b-buck...f-fermati...> una lacrima mi scese di sfuggita.

pov buck

aperto gli occhi mi ritrovai contro Eddie al muro. eravamo moolto vicini, ma perché stava piangendo? col pollice gli asciugai la lacrima e poi- perchè cazzo ho un coltello in mano e lo sto puntando contro di lui? lo lanciai subito il più lontano possibile da me e mi rifugiai in un piccolo angoletto buio della stanza tutto rannicchiato, tremavo come una foglia ero terrorizzato a morte.

<s-sono un m-most m-mostro, f-faccio d-da d-davvero del m-male alle a-all all-alle persone al- allora> mi misi le mani sulle tempie mi stavano per scoppiare non capivo più nulla.

<buck, che cosa ti sta succedendo> si avvicinò pian piano lui <non riesco più a riconoscerti non sei più buck> si inginocchiò. di riflesso mi venne da mettere le mani sulla faccia per non farmi vedere, e lui cosa fece? al suo tocco la mia pelle rabbrividì, mi spostó il braccio, la mia era solo una faccia terribile, la faccia di un mostro.

<non mi rivolgere manco più la parola, lo sguardo, s-sono un m-mostro, hanno ragione, hanno t-tutti r-ragione...> lacrime dietro altre mi scesero.

<oi oi oi oi adesso sei solo confuso è spaventato per quello che è successo, ti sarà tutto più chiaro domani adesso riposati, ne hai davvero bisogno. domani ci sarebbe stato ugualmente un giorno di fiere per noi della 118> cercó di rassicurarmi finendo il discorso con un bacio sulla fronte, il cuore mi si sciolse.

pov Eddie

messo divano, coperte, lampada apposto, e il bimbo a letto, ovvero buck, ero pronto a dargli la buonanotte. che cosa mi stai facendo evan buckley.

<bene, allora...buonanotte...> gli voltai le spalle e feci per andarmene.

<Eddie... puoi rimanere qui con me a dormire...per favore ho paura> disse con un filo di voce il ragazzo. forse ci speravo anch'io che me lo chiedesse.

mi scappó un sorriso, mi piace farlo sentire al sicuro.
<ma certo buck> inizió allora ad alzare il lato di coperta da dove dovevo entrare, mi infilai sotto e ci ritrovammo così tutte e due faccia a faccia.

i primi momenti furono imbarazzanti ma questione di poco e finimmo addormentati uno appicciato all'altro, io su un fianco cingendogli la vita mentre lui rannicchiato il più possibile al mio corpo.

e così ci addormentammo:

e così ci addormentammo:

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what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora