capitolo 44

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<Ti avevo detto..> iniziò a dire passandosi la mano nei capelli nervosamente <Ti avevo detto di non fare stupidaggini, solo poche regole tutto qui, cosa c'è di così difficile da capire?> Urlò all'ultima frase, sentivo la sua voglia di sbattermi di nuovo contro il muro, ma non fece nulla.

Restai paralizzato sul posto non sapendo come comportarmi.

<Io, mi sono distratto mi dispiace, non me ne ero accorto te lo giuro> spiegai lentamente.

<Come hai potuto non accorgertene, una giornata intera e tu semplicemente non te ne accorgi?!> Mi chiese ironico, ovviamente non si aspettava una risposta <Sai cosa pensavo? Pensavo che per colpa del mio lavoro qualcuno ti avesse preso di mira, pensavo che per colpa mia stesse per succederti qualcosa> Disse agitando le mani, aveva gli occhi lucidi, ma probabilmente era solo per il nervosismo.

Non sapevo cosa rispondere, tutto quello che avrei potuto dire era 'scusa', ma a lui non importava nulla delle mie scuse. e da quando in qua uno che lavora come specialista vendita marketing può essere preso di mira.

Aveva ragione però, tutto quello che mi aveva chiesto era di fargli sapere dove ero, lui mi stava dando tutto quello di cui avevo bisogno, anche se non eravamo ancora sposati lui si stava già prendendo cura di me, ed io invece non ero riuscito a fare neanche l'unica cosa che mi aveva chiesto.

Uscì dal bagno mentre io restavo lì mortificato senza sapere come comportarmi.

Avevo sbagliato e lo sapevo.

Sbarrai gli occhi quando sentii che lui era in camera mia. Ma quando arrivai lui era già lì con in mano l'ultima cosa che avrebbe mai dovuto vedere.

Sbiancò guardando meglio quello che stringeva tra le mani, poi il suo sguardo divenne infuriato, ed io volevo solo sprofondare in un abisso senza far più ritorno.

Rimase lì a fissare quell'immagine in bianco e nero.
Il suo respiro era pesante ed il suo petto si alzava ed abbassava troppo velocemente.

Mi guardò con uno sguardo assente. non può aver capito di cosa si trattasse in fondo, no?

Aspettai la sua reazione, mi preparai al peggio.

Avevo gli occhi già pieni di lacrime.

Inaspettatamente lui la gettò sul letto e mi sorpassò senza dire una parola.

<Aaron, aspetta ti prego> urlai rincorrendolo, fece sbattere la porta contro il muro quando la aprì con forza.

Lo seguii fuori e lo tirai per il giubbotto ma lui si spinse indietro.

Riuscii solo a vedere il suo viso per una frazione di secondi. Era bagnato.

Lui stava piangendo, per colpa mia. Non lo dava davvero a vedere ma perché quello che ha visto gli avrebbe fatto male.

Lo avevo ferito nascondendogli una cosa così importante.

<Aaron per favore lasciami spiegare> dissi completamente in lacrime.

Salì sulla macchina ed andò via ancor prima che io me ne potessi accorgere. Mi rialzai e mi passai una mano nei capelli. Ero fottuto.

Ritornai dentro e provai a chiamarlo.
Non avevo la forza di fare nulla se non chiamarlo.

Non risposi nemmeno ai miei genitori quando mi chiamarono al telefono ero troppo nervoso per parlare con chiunque, a parte Aaron,volevo solo lui, volevo solo sapere che era al sicuro.

Provai a chiamarlo per tutta la notte ma lui non mi rispose mai.

Ero preoccupato, non volevo che si mettesse nei guai per questa cosa.

Era stata tutta colpa mia, avrei dovuto liberarmene anni fa ed invece stavo per perdere un uomo che nel suo modo, nel suo stranissimo modo riusciva a farmi sentire perfettamente amato, a farmi sentire completo.

Sono stato così sciocco.

La notte passò cosi lenta, volevo solo sentire che era tutto okay. Non potevo stare tranquillo sapendo che lui si sarebbe potuto mettere nei guai.

La mattina dopo mi alzai contro voglia, avevo passato la notte vicino al telefono non avevo chiuso occhio ed ero stanchissimo.

Mi andai a lavare,strisciai fino al bagno sembravo uno zombie, ero osceno, quindi mi rimisi a letto, non avevo alcuna intenzione di andare al lavoro o di fare qualsiasi altra cosa, provai solo a chiamare Aaron senza successo, alla fine decisi di chiamare l'unica persona che poteva aiutarmi.

<Maddie, ho bisogno di te> Dissi iniziando a piangere

<Sono già li> rispose.

Arrivò dopo pochi minuti, mi guardò poi si tolse le scarpe e si mise di fianco a me sul letto, poi mi fece appoggiare la testa sul suo petto.

Quando mi calmai gli spiegai tutto quello che era successo il giorno precedente (tralasciando il fatto che mi aveva picchiato, come sempre)

<Pensavo l'avessi buttata la scatola> Mi chiese lei confusa <Mi dicesti che lo avevi fatto Evan>
La guardai con sguardo colpevole.

<Io, ho mentito> confessai

Lei sbarrò gli occhi, era la prima volta dopo anni (tranne il fatto di Daniel) che uno dei due mentiva, ed ovviamente quel uno dei due ero proprio io.

<Capisco> disse lui allontanandosi da me vistosamente. Mi fece male quella reazione, avevo deluso le due persone più importanti della mia vita in meno di 24 ore, come era possibile?

<No Maddie, io ... capiscimi ti prego, era un momento difficile e mi stavate tutti con il fiato sul collo, alla fine ho mentito perché non trovavo la forza di buttarla. riguardava comunque me, nonostante tutto, mi dispiace da morire Maddie, io non volevo deluderti> singhiozzai e mi appoggia le mani sul viso per soffocare i rumori.

< col fiato sul collo, eh...? > disse sorridendo ironica <Wow> sussurrò solo.

Maddie fece quello che non mi sarei mai aspettato, fece quello che non aveva mai fatto da quando son nato.

Si alzò, mi guardò e poi uscì dalla camera.

<Maddie> urlai cercando di fermarlo.

Questo era un deja-vu. Ed io non riuscivo a farne una giusta in questi giorni.

Come era successo?

Come avevo perso due persone stupende solo perché ho fatto una scelta sbagliata?

Avrei dovuto buttarla ma perché a nessuno importa di come io mi senta?

Perché nessuno mi lascia spiegare il perché di tutto questo.

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora