capitolo 39

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la mattina dopo mi svegliai non trovando Aaron nel mio letto, andai in bagno feci le mie solite cose, trovai i soliti vestiti suo comodino e me li misi.

la mattina dopo mi svegliai non trovando Aaron nel mio letto, andai in bagno feci le mie solite cose, trovai i soliti vestiti suo comodino e me li misi

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trovai una tazza di caffè già pronto sul tavolo e una brioche al cioccolato di fianco. cibo finalmente. credo che l'ultima volta che ho mangiato qualcosa sai stata poco meno di una settimana fa, avevo fame ma appena mi avvicinavo ad un pezzo di cibo Aaron mi giudica l'aspettò fisico facendomi sentire così male, forse adesso sono dimagrito abbastanza e posso mangiare qualcosa in più.

mi sedetti a tavola è ancora non vedevo traccia di Aaron, ne approfittai addentare quella brioche che sembrava così deliziose, non feci in tempo a portarmela alla bocca che mi arrivo in testa qualcosa di duro che mi fece un male.

<ma che-> mi girai e vidi a terra il telecomando, alzai lo sguardo e c'era Aaron, sembrava arrabbiato, cosa che ormai era abituale <che problema hai?> dissi.

<stavi per mangiare una brioche al cioccolato! sai quanti carboidrati ci sono lì dentro, è una delle cose che fa ingrassare di più, non puoi cascarci così facilmente. come ti ho detto non devi mangiare del cibo che non superi le 30 kilo calorie, hai capito? o diventerai brutto e grasso> mi ordinò

<ma tutto il cibo ha più di minimo 50 kcal, te sei pazzo mi vuoi far morire di fame> gli risposi

<beh ti sbagli il cetriolo, la lattuga, i pomodori, gli spinaci, vedi? non puoi morire di fame, è un dato di fatto, ti fa sia bene in senso di salute che bene fisicamente> mi informò

<ai tuoi ordini capo> ci scherzai sù <i miei uomini sono ovunque, quindi spero per te che ti non faccia qualche minchiata o vedi poi le conseguenze>

<si lo so non c'è bisogno di ricordarmelo ogni volta> dissi svogliato

<ti amo bellissimo> mi schioccò un bacio sulla bocca

<ti amo>

<dai ti accompagno al lavoro andiamo> disse prendendomi per mano dirigendoci alla macchina.

mi lasciò al lavoro e poi se ne andò subito, fui accolto da Bobby

<Buckley, raggiungimi subito nel mio ufficio, ti cambierai dopo che avremmo parlato> annuii incerto, dato che dopo il fatto che ero svenuto quel giorno non mi ero più presentato al lavoro.

quando aprii la porta davanti alla scrivania dov'era seduto Bobby c'erano due sedie una occupata da Eddie e l'altra aspettava solo che la occuparsi. già sapevo qual'era l'argomento, dovevo stare attento alle risorse che davo alle loro domande o finivo nei guai.

<Buck-> iniziò Bobby

<Buckley, signore> lo corressi

<Buckley> si corresse allora <siamo tutti preoccupati per te, Eddie mi ha raccontato dell'accaduto dell'ultimo giorno che sei venuto al lavoro> disse preoccupato.

<beh forse Diaz dovrebbe stare più attento a farsi gli affaracci suoi> sputai acido, mi sentirò tremendamente in colpa per come mi sto comportando con loro.

<Evan ti ho trovato a terra svenuto, sembravi quasi morto è ovvio che qualcosa non va bene> mi sclerò contro Eddie

<datti una calmata il giorno prima avevo fatto troppo allenamento e poi visto che ho finito tardi non ho mangiato e la mattina dopo non ho avuto tempo per fare colazione titto qui, ero solo svenuto per mancanza di energie e cibo> inventai una scusa al quanto plausibile.

<oh ma andiamo vuoi dire che secondo me questa era solo un'intuizione? il modo di comportarti nei nostri confronti è cambiato, hai cambiato pure il modo in cui ti vesti a quanto pare e sei così misterioso e tutti questi dall'arrivo di Aaron, la stessa persona che ha dato dello storpio a mio figlio, a Christofer capito? come puoi stare con una persona simile> urlo quasi piangendo. aveva ragione, come potevo.

<io lo amo Eddie non posso farci nulla, e riguardo a Christofer non me ne frega più nulla nè di lui nè di te nè di tutti gli altri, siamo solo io Aaron e il nostro amore che ci unisce> si forse è vero, Aaron è duro con me solo perchè mi vuole far capire cosa è sbagliato e cosa no, solo in modo violento <ora se mi permette capitano, dovrei andare a cambiarmi il mio turno è già iniziato e qua sto solo sprecando il mio tempo> mi alzai e me ne andai.

controllai che nello spogliatoio non ci fosse nessuno è proprio mentre stavo per togliermi il giaccone (sotto avevo una maglietta a nonché corre quindi si sarebbe visto tutti i lividi) una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare in aria.

<che diavolo ti è successo?!> esclamò Hen.

mi rimisi subito la giacca, coprendomi. oh no è adesso che m'invento.

<c-cosa, tranquilla non mi è successo niente He-Wilson. ieri sera ero ubriaco al bar e il tipo sbagliato mi ha provocato nel momento sbagliato e sai già come è andata a finire> la tranquillizzai ma dovetti essere professionale lo stesso.

<oh no Buck hai incominciato una rissa?> sbuffò la paramedica.

<beh si ma l'importante è che l'ho finita> gli sorrisi

<Buck ascolta, ci manchi, ok? ti prego non fare il professionale con noi, non sopportiamo più l'Evan Buckley perfettino che si veste come appena uscito dal un film degli anni 20' che non ci caga> si avvicinò mettendomi una mano sulla spalla. sussultai al suo tocco, non abituato al tocco di qualcun'altro se non quello di Aaron.

<i-io...è solo che...> fui interrotto

<lo so> mi comprese Hen <ma non vuol dire che se lui è geloso dell'effetto che abbiamo su di te e non si fida di noi allora ti devi distaccare dalla squadra> beh ci è arrivata, togliendo le minacce di morte che meglio non sappia.

<esatto Buck, anche se sono più simpatico io di te, mi manchi e mi manca sopratutto prenderti in giro> si aggiunse la voce di Chimney che era appena entrato nello spogliatoio.

<beh forse è stata una mia idea unire tutti qui nello spogliatoio, ma in che altro modo ti possiamo far capire che manchi e che abbiamo bisogno di te sciocchino?> spuntò dietro il paramedico Bobby.

mi scese una lacrima e cedetti, ci abbracciamo tutti e al loro tocco gemetti di dolore, mi facevano di un male le costole, tralasciando i lividi e i tagli.

<tutto okay?> chiese Hen insospettita

<si, solo... mi mancavate anche voi ragazzi, grazie> gli sorrisi.

<non è noi che devi ringraziare ma lui> e indicò l'ex infermiere dell'esercito <lui non ha mai smesso di credere in te, e si è preoccupato a morte quando quel giorno sei svenuto> mi fece capire che mi dovevo scusare.

<già...forse dovrei andare da lui e risolverci> è così dopo una bella incoraggiata da parte di tutti mi diressi verso Eddie.

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora