capitolo 48

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Non restai in quella macchina un secondo di più.
Volevo restare io volevo davvero.

Ma come potevo?

Non poteva semplicemente trattarmi male per sfogarsi. Non era colpa mia.

Corsi dentro casa, sbattendomi la porta dietro le spalle.

Mi appoggiai alla porta singhiozzando rumorosamente. chissà cosa mi avrebbe fatto dopo questa.

Grazie al cielo Maddie sta lavorando sennò sarebbe passata.

Restai in quella posizione pietosa per qualche minuto, poi mi avvicinai lentamente alla finestra, nascondendomi dietro la tenda quando vidi la sua macchina ancora lì.

Le lacrime uscivano ancora, ma ero troppo concentrato a guardare lui che chiudeva gli occhi per preoccuparmene.

Chissà cosa stava pensando?

Io pensavo a come era stato possibile che mentre eravamo tranquilli e felici all'improvviso le cose fossero degenerate. non mi alza le mani da un po' anzi ora che ci penso stava andando veramente tutto a gonfie vele.

Sbirciai di nuovo, e lo vidi dare più pugni sul manubrio. Mi gettai sul letto solo quando lo vidi
andare via.

Mi tolsi le scarpe e portai le gambe al petto. Le lacrime avevano smesso di uscire però continuai a singhiozzare a lungo.

Non volevo tutto questo.

Mi risveglia nel buio più totale, sentendo una mano che mi accarezzava i capelli.
Ma restai deluso vedendo che quella era Maddie e non Aaron

<Non era me che ti aspettavi vero?> Disse tristemente. Aveva notato il mio sguardo deluso.

<No scusa Maddie, io ti voglio qui ma-> dissi lasciando la frase in sospeso abbassando lo sguardo.

<Ma adesso c'è qualcosa a cui tieni più di me, lo capisco é ok> disse continuando ad accarezzarmi i capelli. La vedevo che si sentiva messa da parte.
Gli avevo promesso che il nostro rapporto non sarebbe cambiato, eppure in questi mesi l'avevo trascurata.

<Deludo sempre tutti> sussurrai rimettendomi nella stessa posizione di prima per non far vedere a Maddie le lacrime che stavano di nuovo correndo sul mio viso.

<No tesoro, non hai deluso nessuno, scusami ok.
Solo che, ti ricordi quel ragazzo che frequentavo fin dalle superiori di cui il suo nome è
innominabile?> Mi chiese, forse per cambiare discorso o forse perché semplicemente aveva bisogno di parlare con qualcuno, beh si tratta di Doug. è la prima volta che me ne parla di sua spontanea volontà

Annuii e la lasciai parlare, almeno mi avrebbe distratto da pensare a Aaron.

< quando avevo scoperto che era uno stronzo, troppo violento cercavo la forza di volermene andare ma in fondo sentivo che lo amavo, cosa stupido vero? ancue se mi ha letteralmente quasi ucciso il mio unico pentimento è averlo amato> Disse abbattuta.

Povera Maddie, l'avevo trascurata così tanto che avevo addirittura dimenticato della storia di Doug. La abbracciai, eravamo nella stessa situazione in fin dei conti.

<Oh Maddie, tu sei una ragazza meravigliosa, e Chimney l'ha vista in te questa cosa è guardatevi adesso siete sposati e avete una figlia! Se non fossi stato tuo fratello sarei innamorato di te da un pezzo> Dissi fintamente malizioso sollevando le sopracciglia velocemente.

Lei rise e mi ringraziò con un bacio.

<No piccolo mio non è vero, tu ed Aaron eravate destinati a stare insieme, lo abbiamo capito entrambi, sia io che tu. Le cose sono imprevedibili, ma io non credo vi lascerete, vi amate> Disse sorridendomi dolcemente.

Io invece mi incupii e lei forse si pentì per aver parlato di Aaron.

All'improvviso mi venne un dubbio.

<Ma come sapevi che stavo male?> Chiesi dubbioso.

Lei sembrò incerta su cosa dire.

<Mi ha chiamato lui> Rispose osservandomi attentamente.

<Non sapevo che avesse il tuo numero> risposi io tranquillamente.

In realtà ero solo curiosa.

<Mi ha chiamato col tuo telefono> rispose Maddie.

Questo significava che era stato qui.

Sorrisi tra me e me, lui era venuto qui, però io mi ero addormentato come uno stupido.

<Che ti ha detto?> Chiesi mentre mi misi seduta sul letto ed afferrai il telefono dal comodino.

Erano quasi le 22:00, ma lui non aveva comunque chiamato.

Forse voleva che passassi un po' di tempo con
Maddie.

<Ha detto che dovevo venire qui, perché lui non poteva restare, doveva andare a lavoro, ma tu avevi bisogno di qualcuno al tuo risveglio.
Gli dispiaceva, si sentiva> disse sinceramente. Lo speravo.

avevamo passato gli ultimi due mesi sempre insieme, senza violenza od obbligo a stare insieme a lui.

Avevo bisogno di lui qui, accanto a me. se sbaglio a fare qualcosa chi mi darà una lezione per farmelo capire?

Erano due giorni che io e Aaron non ci sentivamo.
Lo chiamavo in continuazione ma il suo telefono era staccato ed io non avevo idea di che fine avesse fatto.

Era un deja vu. L'unica cosa che potevo fare era andare lì da lui.

Mi vestii e scesi le scale ma quando aprii la porta mi ritrovai un ragazzo riccio che stava per bussare.

Lo identificai come amico di Aaron anche se lo avevo sempre visto da lontano perché Aaron mi faceva aspettare in macchina quando andava a parlare con loro.

Non sapevo come comportarmi, Aaron mi aveva detto di non parlare con loro.

Ma lui non era qui adesso giusto?

<Sono Harry, ma penso che tu lo sappia> disse sorridendo.

Annuii anche se in realtà non ricordavo il suo nome. Eppure io e Aaron stavamo insieme da più di 6 mesi, anzi forse un'anno e sei mesi.

Sono un fidanzato orribile.

<Aaron mi ha detto di non parlare con voi, ma visto che sei qui, sai dov'è?> Chiesi timidamente.

Non sapevo davvero come comportarmi con lui.

Non sapevo neanche se era una brava persona.

Lui annuii e mi fece segno di seguirlo.

<Sono qui per questo> rispose lui.

Aggrottai le sopracciglia, ma decisi di non contraddirlo, era comunque un amico di Aaron, non dovevo preoccuparmi giusto?

Mi aprii la portiera della macchina, ma lì decisi di tirarmi indietro.

Okey che tu ed Aaron siete amici o lavorate insieme o quel che sia, ma chi si dovrebbe fidare?

<Entra dai> disse gentilmente.

Aveva capito che non mi fidavo di lui e quando rispondi con un 'no grazie' lui rise e scosse la testa.

<Ascolta, so che non ci conosciamo per niente ma Aaron è come un fratello per me. E stato lui a chiedermi di venire da te, sapeva che eri preoccupato ecc> disse lentamente ma appena sentì che era stato lui a farlo venire qui sbarrai gli occhi e mi avvicinai a lui.

<È stato lui? Ma perché non è venuto lui? Sta bene vero?> Chiesi a raffica senza farlo finire di parlare.

Lui non sorrise, anzi si incupì ed il mio cuore prese a battere all'impazzata.

<Senti, non sono bravo con le parole, adesso ti porto da lui, ma prima di vederlo Liam ti spiegherà cos'è successo va bene?> Chiese lui pazientemente.

Annuii velocemente e mi sedetti subito in macchina, lui chiuse la portiera e probabilmente tirò un sospiro per avermi convinto così facilmente.

Fece il giro e si mise al suo posto partendo subito.
Ci sarebbe voluta un ora e mezza per arrivare, potevo provare a convincerlo a dirmi cos'era successo.

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora