capitolo 47

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Certo che più volte avevo pensato, doveva essere qualcosa riguardo al vendere la droga.

<Certo che ho sempre pensato che uno che lavora per il marketing non dovrebbe avere bodyguard ovunque, ed essere preso di mira, quindi dimmi: la vendi la droga? > dissi sapevo che non era un ragionamento del tutto giusto. Ma cosa potevo dirgli.

Lui mi fece un sorrisetto ed io capí. Sospirai ed annuì.Aveva ragione.

<E se io mi fossi avvicinato a te, e ti avessi detto, hey senti io sono il capo della mafia, però stai tranquilla. Cosa avresti pensato? Te lo dico io, tu avresti pensato che io sono un pezzo di merda, non mi avresti neanche permesso di avvicinarmi perché la tua adolescenza è stata rovinata per colpa di qualcuno che lavora contro di me> Disse sprezzante
Cosa stava cercando di fare? <Sbaglio?> Chiese, ci pensai ma, no non sbagliava, scossi la testa.

<Tu avresti pensato che io ero il cattivo, l'hai pensato anche quando ci siamo conosciuti, lo so.
Ma in quella posizione, in quella situazione tu sei stato obbligato a rimare fidanzato con me. Ho potuto mostrarti il vero me, l'ho fatto solo con te.
E non mi pento di aver agito in quel modo, perché altrimenti tu non saresti qui e non saresti mio> fini il suo discorso e si appoggiò allo schienale del divano continuando a fissarmi.

<Preferisco pensare che tu abbia creduto che ero un bastardo per poi ricrederti, che pensare che non potrò mai averti perché mi odiavi a prescindere.> Disse in un sussurro avvicinando a me. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai.

<Hai ragione. Grazie. Grazie per avermi costretto a conoscerti> sussurrai sincero

Lui aveva ragione, se si fosse avvicinato a me probabilmente avrei chiamato la polizia ancor prima di farlo parlare. Sarebbe stato proprio come ha detto lui ed invece ora sono qui con quest'uomo che è un uomo con la 'u' maiuscola quando siamo soli ma che fa cose che non dovrebbe quando non siamo insieme. Ma io lo amo e lo amo solo perché lui è stato così furbo da costringerci a stare insieme all'inizio, per poi rendere le cose del tutto naturali
poco dopo.

così iniziammo a baciarci appassionatamente e senza sosta.

quello stesso giorno tornammo a casa nostra (la mia) e io ripresi io lavoro. non avevo più fatto domande sul suo lavoro anche perché non credo sia vero dato che uno della mafia non può avere una vita così tranquilla.

mi stavi cambiando, ormai era da un po' che Aaron non mi picchiava, le cose erano serie adesso, era tutto perfetto e tra poco ci saremmo sposati, ancora meglio, no?

sentii il clacson suonare più e più volte.

<Buckley lo dici o no al tuo ragazzo di non essere così impaziente? è fastidioso> esatto a Eddie non è ancora andato giù il fatto che io ami Aaron. boh non so cosa pretenda da me.

Entrai nell'auto e mi sedetti facendo finta di nulla.

<Andiamo?> Gli chiesi innocente, curvò le sopracciglia e mi guardò male.

<Evan> disse socchiudendo gli occhi.

Gli sorrisi e lui mi sorrise dandomi un bacio.

<il mio piccolo vigile del fuoco sexy > mi sussurrò vicino alle labbra sorridendomi malizioso.

Gli sorrisi di rimando facendo scontrare le nostre bocche. Si staccò e mi appoggiò una mano sul ginocchio facendo partire la macchina.

Prese il cellulare dalla tasca per leggere un messaggio. La sua mano strinse il manubrio con rabbia. Posò il telefono e riappoggiò la mano sulla mia gamba.

Era meglio che mi facessi gli affari miei.

Si girò a guardarmi, aveva una strana espressione, pensierosa, tornò a guardare la strada quasi subito.
Gli strinsi la mano facendo incrociare le nostre dita.

<e tutto ok?> Chiesi non capendo il perché di quello sguardo.

Lui scosse la testa, poi mi guardò di nuovo, aprendo la bocca per dire qualcosa ma la richiude subito e continuò a guidare.

<Che c'è adesso? Che ho fatto?> Chiesi allontanando la mia mano dalla sua, annoiata.

Perché non parlava e basta?

<Oggi sono 6 mesi> disse senza spostare la mano dalla mia gamba e senza guardarmi in faccia.

Aggrottai le sopracciglia e presi un respiro.

Oddio!

Di che diamine stavamo parlando adesso?

Ho sempre fatto pena in questo tipo di cose. Si girò a guardarmi ed io avevo uno sguardo mortificato che lo fece sorridere amaramente.

C'era rimasto male, lo vedevo.

Ma io davvero non capivo.

Forse intendeva che mi ero scordato il mesiversario, ma no impossibile non è oggi. e poi io non la sapevo neanche la data in cui mi sono messo con lui volutamente.

Non lo facevo con cattiveria.

<Aaron> sussurrai dispiaciuto.

Non potevo farci nulla.

<Nulla lascia stare, ti lascio a casa tua> disse freddo, togliendo la mano dalla mia gamba.

<Io, mi dispiace Aaron, ti prego non avercela con me,ma davvero non ho idea di cosa tu stia parlando. Insomma io e te non l'abbiamo davvero una data in cui ci siamo messi insieme, stavo insieme a te contro la mia volontà e...> mi bloccai quando lo vidi irrigidirsi.

Chiusi gli occhi dandomi dello stupido.

Certo che non ne combino una giusta con quel ragazzo.

<Non intendev-> cercai di spiegarmi. Non volevo, in alcun modo, farlo sentire in colpa, o altro.

Avevo solo parlato senza pensare.

<Basta sta zitto> disse stringendo il manubrio fino a far diventare le nocche bianche.

<Mi dispiace> dissi sinceramente dispiaciuto.

Non sapevo come aggiustare la situazione.
Stavamo così bene prima e poi ho dovuto rovinare tutto.

Restammo in silenzio, non volevo incasinare la situazione ancora di più e lui invece non aveva alcuna voglia di parlare con me. Si fermò davanti casa mia, e continuò a guardare dritto davanti a sé.

Piegai la testa di lato guardandolo.

<Aaron> lo chiamai debolmente.

Non potevo lasciarlo andare senza aver risolto.

Sapevo che era già arrabbiato per il messaggio, qualunque cosa ci fosse stata scritta ed io ero stato la goccia a far traboccare il vaso,

<Vai> disse lui velocemente indicando la porta.
Ancora non mi aveva guardato.

<Ti prego Aaron> dissi sofferente. Volevo solo che mi perdonasse dannazione.

Diede un pugno sul manubrio che mi fece sobbalzare.

<Va via dannazione> urlò scandendo ogni lettera.

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora