capitolo 18

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pov buck

non so con quale coraggio io stia facendo tutto questo, ma sembra un sogno. mi sono davvero impegnato per stasera in modo tale che tutto sia perfetto.
avevamo appena finito di mangiare e avevo tolto tutto quello che prima c'era sulla coperta.
mi incantai a guardarlo mentre lui osservava le stelle in cielo con i suoi dolcissimi occhioni marroni.

<non so se è più inquietante il fatto che mi stai fissando o il fatto che siamo isolati dal resto del mondo in un bosco di notte> si girò verso di me rivolgendomi lo scorso sorridendo, arrossì subito abbassando gli occhi <sbaglio o il maschione stronzo e deciso di se sta arrossendo?> incredibile come faceva di tutto per mettermi in imbarazzo.

<beh sembra che quello in questione sia te a questo punto> dopo aver ridettò la frase feci un lungo respiro e alzai lo sguardo. <Eddie...io- ecco-...ti ricordi i primi giorni in cui sei entrato a far parte della 118? io ti odiavo a morte, ero in competizione con te in tutto> sorrisi al ricordo. volevo dirglielo...ma non ci riuscì e così cambiai discorso.

<giuro eri insopportabile, visto che tutti avevano puntato gli occhi su di me ti sei arrabbiato come un bambino> ridacchiò <se c'è una cosa da non fare con te è toglierti i riflettori di dosso> aggiunse.

<Eddie ascolta...quando in ospedale, dopo la sparatoria, mi hai fatto tutto quel discorso, dicendomi che mi avevi scelto come tutore legale di Christopher, mi hai fatto sentire come se valessi qualcosa. per la primissima volta in quasi trent'anni di vita ho sentito di essere importante per qualcuno, di avere un posto nel mondo. In quel momento ho pensato che forse non ero un fallimento totale, che forse non ero davvero destinato a deludere chiunque per il resto della mia vita, che forse potevo fare qualcosa di buono per qualcuno. non ho pianto in quel momento perché non volevo crollare di fronte a te, ma avrei davvero davvero voluto farlo. Io... non so se sono in grado di spiegarti come mi sono sentito in quell'istante.
tu e Christopher... siete la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita. dico sul serio. tante persone sono passate dalla mia vita, ma nessuna si è mai fermata per così tanto tempo. nessuno è rimasto così a lungo come te e Chris. tante volte ho pensato di non meritarmelo, sai? ho sempre avuto l'impressione che tutto quello che voi date a me io non potrei mai restituirvelo nemmeno in cento vite. e non è giusto, capisci? non è uno scambio equo> cercai di fargli capire quello che provavo dentro.

<Buck-> cercò di interrompermi Eddie.

<no ti prego lasciami continuare> lo zittì.

<mi sono reso conto che non ero più un io, ma eravamo un noi bellissimo e complicatissimo. non che tu e Chris siate complicati, sia chiaro. no, no, ero io che mi stavo complicando. Avevo capito che per la prima volta c'era qualcuno che contava su di me, dovevo imparare a non rispondere sempre e solo ai miei bisogni, ma anche ai vostri. e sai qual è la cosa divertente? che, per quanto la cosa mi sembrasse complicata, in realtà è stata la cosa più semplice che io abbia mai fatto. Perché tutto mi veniva naturale. preoccuparmi per voi, esserci per voi, occuparmi di Christopher quando tu non potevi, portarvi la cena ogni volta che ero certo avessi il frigo vuoto. persino costruire uno skateboard per Christofer>
mi interruppi, non ero sicuro che le mie parole fossero arrivate a destinazione. non riuscivo a capire se fossi stato abbastanza chiaro, se fossi sembrato troppo sincero e diretto, se avevo detto qualcosa che non avrei dovuto dire. avevo il terrore di guardarlo negli occhi per vedere la sua reazione.
Eddie, dal canto suo, era altrettanto immobile.

quel silenzio surreale in cui eravamo entrambi immersi da qualche minuto, poi, venne spezzato di nuovo da me che aggiunsi il mio ultimo pezzo finale.

<Il problema è che... tutte queste cose mi sono venute naturali perché c'eri tu con me, Eddie. sono stato bravo perché eri tu a rendermi tale. era come se io fossi lo scemo di sempre e tu fossi il mio unico neurone, capisci? non potevo farmi male perché c'eri tu a dirmi di non farlo>

di nuovo silenzio. più imbarazzante di prima anche. questa volta ero certo di aver detto troppo, di aver parlato troppo. forse aveva appena rovinato tutto nel tentativo di non rovinare tutto, grandioso.

fu a quel punto, però, che Eddie lo alleggerì di quel peso inutile che si stava già caricando sulle spalle, rompendolo lui quel silenzio eccessivamente carico di tensione.

<Posso parlare, adesso?> chiese il permesso.

<Si> risposi in un sibilo appena udibile, voltandomi finalmente nella sua direzione. sentivo lo stomaco contorcersi e volevo solo che quella sensazione finisse prima possibile. era orribile.

<Bene. Allora posso finalmente dirti che lo stai facendo di nuovo?> disse/chiese ovvio.

<Cosa?> chiesi non capendo.

<Ti stai sminuendo> mi rispose.

<Cosa? no, non è vero> ribattei contro.

<Eccome se è vero. Tu saresti stato bravo solo perché c'ero io insieme a te? Non puoi essere serio> ero un po' confuso. Eddie non mi credeva? ero stato addirittura più sincero di quanto avesse voluto, non era possibile che non stesse dando peso alle mie parole.

mi mise una mano su un ginocchio e così gli rivolsi lo sguardo.

<e se ti dicessi che mi hai salvato la vita innumerevoli volte, che cosa mi risponderesti?> ero ancora più confuso di prima.

<co- cosa? in che senso?> chiesi.

<nell'unico senso possibile, Buck. mi segui?> cercò di farmi capire.

<non è vero. semmai, più volte ti ho solo messo a rischio, come quando un pozzo di 15 metri ti è caduto addosso> dissi dispiaciuto pieno di sensi di colpa.

Eddie, sul fronte opposto, riuscì solo a spalancare la bocca, e passarono degli interminabili secondi prima che riuscisse di nuovo a formulare delle parole.

<cos- COSA? Credi che io sia andato in quel pozzo perché tu me lo hai permesso? Sono un vigile del fuoco tanto quanto te, Buck. io o altri che differenza avrebbe fatto? Qualcuno doveva andarci e ci sono andato io, fine della storia> così poi provai ugualmente a ribattere.

<proprio non capisci, vero? Tu e chiunque altro non siete la stessa cosa, dannazione! avrei preferito andarci io in quel pozzo e anche rischiare di rimanerci dentro per sempre piuttosto che rischiare di perderci te!> alzai la voce.

<e non credi che per me sia lo stesso? Non credi che, nonostante la paura, anch'io mi sentissi confortato dal saperti al sicuro e non lì a quindici metri di profondità al posto mio? La tua vita ha un valore, Buck, devi mettertelo in testa> fece la stessa
cosa e alzò la voce. <dio non so cosa farei se un giorno ci rimarresti secco> si mise una mano sulla faccia al solo pensiero.

gli presi la mano accarezzandogliela.

<quello che cerco di dirti Eddie...è che tu mi piaci davvero molto, mi fai impazzire, solo che...io non ti merito e se tu sei ancora qui e non sei ancora andato via è solo perché non mi conosci veramente perchè una volta fatto te ne andresti pure tu come fanno tutti> abbassai lo sguardo.

<credi che io non conosca te? ti conosco talmente tanto bene che ogni volta che succede qualcosa so già se quella cosa ti farà ridere, arrabbiare, o se ti renderà triste. ti conosco talmente tanto bene che, se vedo un gradino, so già se ci inciamperai oppure no. se leggo un menu, so perfettamente cosa ordineresti, cosa ri-ordineresti e di cosa ti pentiresti subito dopo averlo assaggiato. conosco il modo in cui ti allacci le scarpe, il modo in cui indossi il cappotto; conosco l'espressione che farai prima di lanciarti tra le fiamme di un incendio, e il sorriso che fai ogni volta che c'è un'emergenza che ti fa sentire utile e fiero di fare il lavoro splendido che facciamo. ma soprattutto, Buck, conosco la gioia che hai quando sei con mio figlio. conosco ogni singola attenzione che gli hai dedicato e gli dedicheresti, conosco il modo in cui gli rimbocchi le coperte.
ti conosco, Evan, lo capisci? Pensi che ti abbia scelto come tutore legale di mio figlio senza sapere nulla di te? so tutto quello che c'è da sapere, credimi, e proprio perché lo so ho scelto te, proprio perché ti conosco profondamente> Eddie aveva gli occhi luccicanti e commossi, almeno quanto me che, incredulo, non riusciva a metabolizzare fino in fondo quelle parole.

non reagì ero incantato a guardare il pavimento fin quando una mano sotto il mio manto mi alzò lentamente la testa facendomi guardare dritto nei suoi occhi color nocciola.

<e sai cosa?> disse lasciandomi in sospeso <che il piano di convincermi che siamo solo amici vada al diavolo> disse andando all'aria tutto prendendomi e baciandomi intensamente con passione.

what's your secret Buck? || Evan Buckley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora