44 😠 *La rabbia* 🗯️

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«BASTA, BASTA, BASTA»

Apro gli occhi, scaravento il cuscino per terra e salto giù dal letto. Corro verso la scrivania, strappo il disegno in mille pezzi e li lancio in aria urlando a squarcia gola.

Urlo, urlo, urlo, urlo, urlo, lasciandomi attraversare dalla rabbia, dalla tristezza, dalla voglia di ritornare indietro nel tempo e prendere una scelta diversa.

Una sensazione simile al rimorso mi investe da capo a piedi e urlo, e mi avvento come una bestia sulla mia stanza, lanciando tutto quello che mi capita a tiro.

La lampada, le matite e il pc si infrangono contro il pavimento facendo un rumore bestiale, ma io non riesco a sentirlo perché è come se avessi l'ovatta nelle orecchie, come se fossi dissociata dalla realtà.

«Luana?!»

Vedo mamma, sulla porta della stanza, muovere le labbra come se avesse urlato il mio nome in preda al panico. Ma non mi fermo perché adesso ho cominciato anche con i libri, non voglio più vederli dentro la mia stupida camera da bimba.

Strappo le pagine gridando con foga e una rabbia che non mi appartiene.

Piango, urlo, urlo e piango insieme.

Sentimenti senza contorni si mischiano in un vortice indefinito che mi risucchia cuore, intestino, fegato, arti. Tutto.

Sono sempre io, eppure sono diversa.

Sento tanta rabbia. Non riesco a ragionare. Sono preda di una furia ceca.

Tutti conoscono la Luana accondiscendente, quella buona, gentile che non farebbe mai male a nessuno.

E invece guardatemi adesso: ecco la mia rabbia!

Sorpresi?

La provo anche io.

Sono umana come tutti.

Pure io potrei fare del male.

E questa rabbia mi sta distruggendo. Guardo il futuro scivolarmi inerme tra le dita senza riuscire a fermarlo. Nella realtà non c'è spazio per i sogni. La vita è fatta di lacrime, e mentre gli altri nuotano in mare aperto, io cerco solo di non affogare.

Sono in bilico sull'orlo della follia. Sotto di me c'è un burrone, pronto a impedirmi di raggiungere l'altra parte della strada. Un passo falso e sprofondo giù. Un salto buono e vedo cosa c'è dall'altra parte.

«Robertooooo. Corriiii! Vieni qui»

Questa volta la voce di mamma è forte e chiara come se qualcuno mi avesse tolto l'ovatta dalle orecchie.

Poi, all'improvviso, la mia guancia si posa contro un petto caldo che profuma di dopo barba e gel. Papà mi trattiene contro il suo corpo, mi sussurra nell'orecchio che va tutto bene e io lentamente smetto di lottare, anche se le lacrime continuano a scendere.

«Va tutto bene. Va tutto bene figliola. Calma. Non c'è nulla di irreparabile con papà accanto a te. Ci penserò io.»

Quando il vento mi accarezzò la pelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora