Il prof di religione è un prete, e secondo lui solo pochi eletti sono davvero in grado di assimilare le parole del Signore. Ogni volta che entra in classe, ripete sempre lo stesso discorso, trito e ritrito: «ragazzi, potete andarvene se volete», con voce profonda ma pacata. «Non vi rovinerò la media. Metto a tutti nove, lo sapete. Ma chi resta, ascolta e partecipa attivamente, esprimendo il proprio pensiero.»
In pratica, non è né lui né il Signore a fare la selezione: siamo noi stessi a decidere se rimanere o andare via.
Io rimango più per rispetto che per altro, ma devo ammettere che spesso finiamo per parlare di argomenti interessanti.
Prima delle vacanze estive abbiamo discusso dell'aborto. Lui, ovviamente, era contrario. D'altra parte, un prete non potrebbe essere a favore neanche se lo volesse.
A supporto della sua posizione citò Madre Teresa di Calcutta, una suora Missionaria della Carità, la cui idea sull'aborto -ripresa dal discorso tenuto durante il conferimento del Nobel per la pace- si riassume così: nulla può impedire agli uomini di farsi la guerra, se è una madre la prima a uccidere suo figlio.
Noi alunni eravamo tutti convinti che l'aborto non dovesse essere né elogiato né condannato, ma piuttosto compreso, soprattutto dal punto di vista di una donna che non ha possibilità di esprimere il proprio consenso sul diventare madre.
In una società evoluta, chi ha un pensiero diverso da quello religioso non dovrebbe essere giudicato in modo nefativo. E se la religione condanna il diritto inviolabile della donna - ottenuto con fatica e sacrificio - di non portare avanti una gravidanza, allora forse Dio non è così giusto come ci dicono.
Sull'aborto la penso così. Su Dio, forse, potrei cambiare idea. Sarebbe bello chiederglielo direttamente cosa ne pensa, ma fino a quel momento, continuerò a ritenere legittima la mia opinione.
L'argomento di oggi è un po' più noioso: Santi e martiri. Ho poche informazioni sia sui primi che sui secondi. So solo che i Santi compiono miracoli e che i Martiri sono morti soffrendo pene corporali.
«Avete mai sentito parlare di Maria Goretti?» domanda il professore/prete appoggiando il fondoschiena sulla cattedra e incrociando le braccia.
Indossa il completo nero con il colletto bianco, quello tipico dei preti. I pochi capelli che gli restano sono impiastricciati di gel, e i bottoni della camicia, in basso, dove la pancia è più gonfia, sembrano sul punto di esplodere.
«Sì!» urla un tizio in ultima fila. «È la prozia di quarto grado di Fedez»
Scoppiano tutti a ridere, tranne io che rimango impassibile.
«Non fate gli spiritosi, forza» Il professore/prete sbatte una mano sulla cattedra per richiamare il silenzio. «Maria Goretti è una Santa. Una bambina di dodici anni, assassinata nel 1902 e canonizzata negli anni Cinquanta da papa Pio XII»
«Assassinata da chi?» domando.
«Da un tale di nome Alessandro Serenelli, un amico di famiglia. Erano tempi duri, stiamo parlando della fine dell'ottocento. La povera gente si spostava spesso alla ricerca di un posto di lavoro più fruttuoso. Si andava avanti coltivando la terra, collaborando il più possibile gli uni con gli altri. E dunque... un giorno di luglio, Serenelli attirò con l'inganno la giovane Maria Goretti e tentò di violentarla. Non riuscendoci, l'uccise. Morì così»
«Che storia...» sussurra qualcuno nei paraggi. Invece io non riesco a spiccicare parola. Ho un macigno nel petto e le parole "luglio, violentarla, l'uccise" mi rimbombano in testa come quelle insegne al neon che lampeggiano nei film americani per attirare l’attenzione dei passanti.
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Quando il vento mi accarezzò la pelle
Fiksi Umum© 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗶 (𝗔𝗹𝗹 𝗿𝗶𝗴𝗵𝘁𝘀 𝗿𝗲𝘀𝗲𝗿𝘃𝗲𝗱) Qualsiasi riproduzione dell'opera, totale o parziale, è vietata e punibile dalla legge. «Rifugiati nelle immagini felici per ritrovare la bellezza che hai perso...