Capitolo 33

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EDOARDO



Nell'ultima settimana l'ho aspettata ogni giorno all'uscita della scuola. Volevo vederla ancora, ma lei non c'era nessuna delle volte in cui la campanella suonava e i ragazzi si riversavano nel cortile, lei non era lì.
Da quando ho aperto gli occhi in ospedale dopo aver saputo che lei mi ha salvato la vita donandomi il suo sangue,, non ho pensato ad altro che vederla e parlare con lei.
Carmela si è accorta che provo ancora dei sentimenti per Teresa ed è incazzata.
E come biasimarla.
Prima l'ho sposata promettendole di restarle accanto e poi questo. Pensavo di aver detto addio a Teresa il giorno prima del matrimonio rompendo per sempre il nostro legame. Invece il mio incidente è servito solo a farci avvicinare di più.
Lei è parte di me.
Lo so dal primo momento che l'ho vista.
Non l'ho mai voluto ammettere dicendo che lei è stata solo un divertimento, invece è il centro di tutto.
Mi fa sentire vivo.
Mi permette di dimenticarmi di chi sono e chi sono stato.
Con lei mi sento un ragazzo qualunque, una persona nuova, diversa, migliore da come sono.
Mi piace poter fuggire per un pò dalla vita di tutti i giorni, per rifugiarmi nel mondo di Teresa.
Decido di aspettarla nell'unico posto dove l'ho incontrata l'ultima volta e dove spero che arriverà anche oggi. Nel caso non dovesse farsi vedere, andrò via e accuserò il colpo.
E poi quando l'ultima speranza stava svanendo, eccola che arriva.
È bella come l'ultima volta che l'ho vista.
Indossa dei leggings stretti che le fasciano le gambe come una seconda pelle, un top sportivo che le mette in risalto le sue forme. Sta facendo jogging anche se non ne ha bisogno, ho sempre pensato che avesse un corpo meraviglioso.
Appena mi vede rallenta il passo incredula che io sia quì davanti a lei.
-Edoardo- Getta le braccia intorno al mio collo stringendomi forte, appoggio il mento sopra la sua spalla per poter sentire il suo profumo, l'ho sempre adorato le poche volte che siamo stati insieme.
-Come stai?- Chiede lei portando le sue mani alle mie guance, sorride e gli occhi diventano due linee sottili.
Le sorrido prendendole la mano portandola alla bocca e baciandone il dorso, dopo la appoggio sopra il mio petto.
-Ij song ancor viv grazie a tè-
-Io non ho fatto niente...-
-Tu e' fatt tant e chest nun mo scord mai-
La avvicino di più a me, lei sembra titubante ma mi lascia fare. Le accarezzo il mento, lei socchiude gli occhi quando le mie dita le sfiorano il collo con un tocco delicato, appena percettibile. Avvicino il suo viso al mio, le nostre labbra sono ad un soffio dallo sfiorarsi. Teresa però gira la testa all'ultimo minuto, le mie labbra si posano contro la sua guancia.
Fa qualche passo indietro tenendo una certa distanza tra di noi, incrocia le braccia al petto e quando gira la testa per guardarmi vedo i suoi occhi lucidi e le chiedo il motivo di ciò.
-Hai una moglie e un figlio...-
Questa volta sono io a chiudere gli occhi e ad abbassare la testa. 
Una moglie e un figlio.
Le sue parole rimbombano nella mia testa con prepotenza. Per la prima volta desidero essere un ragazzo qualunque e poter stare con lei.
-Teresa...nun t' alluntanà a' me-
-Edo sono felice che stai bene, però io e te...non può funzionare tra di noi-
-Mi dispiace di averti mentito...- Le dico sinceramente dispiaciuto.
-Questo non cambia le cose...- Lei inizia a singhiozzare. -Non cambia chi sei...-
-Pccerè nun dicer accussì. Nu mod se trov- Le dico illudendo sia me che lei di poter stare insieme.
-Guarda in faccia la realtà, tu sei sposato ed io non voglio essere l'altra donna-
Teresa allontana le mie mani e fa per andare via, ma io stringo il suo braccio e la attiro a me baciandola.
Lei in un primo momento oppone resistenza ma poi ricambia il bacio.
Il mio cuore inizia a battere con forza, prendo la sua mano riportandola sopra al mio petto, in modo che anche lei possa ascoltare. Premo sopra le sue labbra per farle schiudere e quando lei lo fa intensifico il bacio, faccio scontrare le nostre lingue imprimendo il sapore di Teresa più che posso per non dimenticarlo.
Quando entrambi non abbiamo più ossigeno ci separiamo ma restiamo comunque vicini, senza allontanarci troppo.
-Edo noi non ci possiamo vedere più- Dice lei e una lacrima scorre lungo la sua guancia.
-Te preg...addà sta natu mod...-
Quando stavo con lei non pensavo a me, pensavo solo a lei.
Ancora riesco a vedere il suo volto, ogni volta che il mio sguardo è rivolto al mare.
Alle volte la cerco nei miei sogni, immagino di sentire le sue mani che mi accarezzano e la sua voce che sussurra il mio nome.
Ma sta lentamente svanendo.
Lo sento, la sto perdendo.
-Ci faremo solo del male così- Teresa mi guarda con la speranza che io capisca le sue parole.
Dovrei dirle che ho capito.
Che questo è il nostro ultimo incontro, che non proverò mai più a cercarla e che le auguro una vita meravigliosa come lo è lei.
Ma quanto è difficile sapere di dover rinunciare al primo amore e non poter fare niente per porne rimedio.
-È chell ca vuo?- Le dico con immensa tristezza.
-Lo sai anche tu che è giusto così. Mi dispiace Edo, magari in un altra vita saremmo stati più felici- Lei sorride, lascia un tenue bacio al lato del mio viso, ne approfitto per stringerla un ultima volta e poi la lascio andare.
Amore mio, dove stai andando?
Vedo i tuoi occhi intrisi di lacrime e vorrei poterti stringere a me e farti tornare il sorriso in volto. Se stai soffrendo so che in parte è colpa mia.
Ti ho mentito e ho giocato con i tuoi sentimenti, e di questo me ne dispiaccio. Ma tu forse non lo sai che con la tua dolcezza e ingenuità, le tue belle parole, hai preso il mio cuore e lo hai reso tuo.
Mi hai fatto credere che io potessi cambiare.
Lo avrei fatto solo per te, per dimostrarti che in me qualcosa di buono c'è.
E se ora ne sono convinto, è grazie a te.
Mi hai fatto capire che anche uno come me, nato difettato, può redimersi e diventare una persona migliore.
Teresa mi supera dandomi le spalle, prosegue senza girarsi indietro, io invece lo faccio, mi giro e la guardo allontanarsi da me e uscire dalla mia vita.
Prendevo in giro Rosa quando mi diceva che a giocare con le donne non va bene, prima o poi ne sarei uscito con il cuore distrutto.
Non le credevo e le dicevo che non mi sarei mai innamorato a tal punto da avere il cuore spaccato a metà. Se adesso Rosa fosse quì le direi che aveva ragione, che ad avvicinarsi troppo al fuoco, si finisce solo per bruciarsi. 

Soli ma insieme - [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora