Capitolo 40

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Carmine mi nasconde qualcosa, non so che cosa, ma decisamente ha un segreto.
Qualche giorno fa è rientrato a casa con un sacchetto tra le mani nascosto però sotto la sua giacca, lui si è giustificato dicendo che sono cianfrusaglie che gli ha dato sua madre.
Donna Wanda vorrebbe che noi andassimo a vivere da lei ma io mi sono rifiutata e anche Carmine non è d'accordo a trasferirsi a casa di sua madre. Lei vorrebbe stare accanto a sua nipote e al piccolo che nascerà, ma non me la sento proprio di rivivere le esperienze che ho fatto con mio padre. Donna Wanda è diventata la boss di Napoli, suo marito e il fratello di Carmine comandano gran parte del carcere di Poggioreale.
Non voglio più fare parte di quel mondo, desidero che i nostri figli crescano lontano dalla camorra e tutto ciò che ne comporta.
Carmine è dalla mia parte, mi sostiene in questo, anche se non vuole dirmi la verità. Ieri mentre era sotto la doccia ho iniziato a cercare nell'armadio il sacchetto che lui ha nascosto, ma poi è arrivato alle mie spalle e mi ha beccata, mi sono giustificata dicendo una bugia ovvero che cercavo un vestito che volevo indossare siccome non mi entra più niente da quando sono incinta.
Lui mi ha guardata come fa sempre quando sa che voglio rifilargli una bugia, poi ha sorriso ed è tornato in bagno.
Del sacchetto nessuna traccia.
Ma non mi arrendo così facilmente, scoprirò cosa stai nascondendo Di Salvo.
Oggi è una bella giornata più tardi porteremo Futura al parco, non le fa bene stare tutto il giorno chiusa in casa, ha bisogno di vedere altri bambini e di interagire con loro.
Apro gli occhi dalla cucina arriva un buon profumo, sembrano uova, poi rumore di pentole ma è impossibile quì a Riva Fiorita non abbiamo una cucina. Io e Carmine abbiamo sempre comprato cibo già pronto, annuso un pò di più e dallo stomaco arrivano delle fitte, storco il naso guardando la mia pancia.
-Agg capit tien famm...- Dico rivolta al piccino dentro di me.
Prima però passo dal bagno ho un urgente bisogno di svuotare la vescica, gamberetto ha deciso di posizionarsi lì e torturare me correndo ogni cinque minuti al bagno. Indosso una canottiera semi lunga, mi lavo la faccia e le mani e poi do un'occhiata alla bimba, dorme ancora, ha il ciuccio in bocca ma quando si gira cade accanto al suo viso.
Le accarezzo teneramente i capelli cercando però di non svegliarla, è un vero angelo, quando dorme.
Carmine è di spalle noto un piccolo fornello di quelli che si portano in campeggio, con un mestolo prende del liquido e lo versa nella padella, qualche minuto e poi la scuote.
Sta preparando le crepes, la vedo rigirarsi dentro la padella ogni volta che lui la scuote in modo che si cuocia anche dall'altro lato.
Sorrido e poi lo abbraccio da dietro.
Lui non mi ha sentito arrivare e il mestolo cade sul pavimento, senza lasciarlo mi alzo sulle punte dei piedi e appoggio le labbra in un punto del suo collo
Carmine sospira, accarezza le mie mani lasciando stare per un attimo la colazione.
Intreccia le nostre dita le porta alla bocca e poi riprende a cucinare con io che resto abbracciata a lui. I suoi movimenti sono limitati ma io mi diverto troppo a vederlo in difficoltà mentre deve girare le crepes, mentre prende un pò di prodotto e versarlo poi nella padella.
Il mio stomaco brontola e decide di farsi sentire, guardo il piatto sul mobile accanto al fornello dove Carmine adagia le crepes pronte, allento l'abbraccio e ne prendo una iniziando a mangiarla.
-Ma c' faj?- Dice lui ridendo, si gira a guardarmi mentre io indietreggio scontrandomi poi con la schiena contro il tavolo.
-Tuo figlio ten famm...- Dico guardandolo divertita.
-È mio figlio sol quand tien famm?-
Scuoto la testa continuando a mangiare, e quando finisco guardo le altre ma Carmine mi dice di aspettare.
Indispettita incrocio le braccia al petto guardandolo male.
-M' staj negann e mangià...- Sbuffo riducendo gli occhi a due fessure sottili, ma l'effetto che provoca in lui è quello di ridere ancora più forte. E facendo ciò sveglia Futura che inizia a lamentarsi chiedendo attenzioni.
-Ce pienz tu?- Lui continua a stare ai fornelli ma dice che ha quasi finito, intanto vado dalla bambina.
La prendo in braccio prima che caschi dal passeggino, non può più dormire quì dentro, è pericoloso se dovesse svegliarsi di notte e noi non la sentiamo, potrebbe cadere e farsi davvero male.
-Piccolì tieni fame?- Lei mi guarda con i suoi occhioni chiari, infila le dita tra i miei capelli giocherellandoci.
Le do un bacio al lato della guancia e torniamo entrambe da Carmine, che finalmente mette il cibo a tavola.
Faccio sedere Futura nel seggiolone così che possa fare colazione insieme a noi, il suo papà taglia a piccoli pezzi una crepes accompagnata da un poco di cioccolata e da qualche pezzetto di frutta. La bimba guarda il piatto davanti a lei, poi sposta i suoi occhi su di me come se aspettasse che gli dia il permesso di iniziare a mangiare. Accarezzo i suoi capelli sorridendo con amore e lei prende un pezzettino di banana portandolo poi alla bocca.
Carmine parla a sua figlia come ogni mattina quando siamo insieme, io li ascolto ma non sono di molte parole, mangio in silenzio.
Carmine prende la mia mano chiedendomi cosa ce che non va, se sto bene.
Annuisco ma non del tutto convinta. -Carmine...c' ce facimm ancor ca?-
Mi riferisco a Riva Fiorita, per quanto ami questa casa che per settimane, per mesi ci ha tenuti nascosti dagli sguardi di chi voleva farci del male, credo sia arrivato il momento di lasciarla alle nostre spalle.
-Pensav ca te piacev e' sta ca-
-Si, ma no p' loro...- Indico Futura che mangia tranquilla, e il bambino che cresce nella mia pancia.
-Nun te preoccupà, sul natu poc...po ce ne jamm-
-È a verità?-
-T'aggia maj ritt bugie?- Dice lui guardandomi intensamente.
Mordo l'interno della guancia cercando di trovare le parole, ma lui ritira la sua mano quando si rende conto della mia indecisione nel rispondere. Si sente ferito dal mio silenzio, e quando cerco di rimediare lui si alza dal tavolo e con le mani in tasca esce in balcone.
Mi giro verso Futura che mi guarda e ride con la bocca sporca di cibo. Mi avvicino appoggiando la mia fronte alla sua, lei tocca il mio viso e al tempo stesso sporca le mie guance di cioccolata ridendo felice. Mi pulisco con un tovagliolo di carta e quando anche lei smette di mangiare le sciacquo mani e bocca, e la faccio sedere nel suo box così che possa giocare tranquilla.
Raggiungo Carmine che ha le braccia appoggiate alla ringhiera, guarda il mare davanti a sé come se lo stesse contemplando in ogni sua forma.
Mi affianco a lui che non mi guarda ma so che fa solo finta, aspetta che sia io a parlare per prima.
Non so nemmeno da dove cominciare perchè lui non mi ha mai mentito se non per il mio bene, un pò come ho fatto io quando volevo proteggerlo da mio padre e i suoi continui tentativi di portarmelo via.
-Rosa ce ne jamm primm o poj...nun vogl che figl nuost crescn comm'e nuj, o' saj chest, è over?- E si gira a guardarmi.
Ed io faccio lo stesso.
Sento le gambe tremare.
E il cuore battere con forza quasi come se volesse uscire dal mio petto.
-O' sacc...- Dico in un sussurro.
-Allor pcchè primm nun è rispost?-
-Pcchè nun sapev che dicer...-
-Pienz ca te cont sul chiacchier?-
-No, nun l'agg maj pensat...- Abbasso la testa sospirando con frustrazione. Sono solo nervosa e scocciata e non so nemmeno il perchè, di certo non voglio prendermela con lui, e non voglio assolutamente dare la colpa del umore alla gravidanza.
Il mio bambino non ha nessuna colpa di come io mi sento.
Carmine mi abbraccia e io affondo il viso nella sua maglietta, stringo le mani dietro la sua schiena, in due pugni. Inspiro il suo profumo cercando di calmarmi, lui lascia un bacio tra i miei capelli.
-Ascimm nu poc...ti và?-
Alzo la testa e lo guardo, e non riesco a fermare un sorriso che spunta sul mio viso come un fiore che sboccia per la prima volta. Lui ricambia e si abbassa quel poco che basta da congiungere le nostre labbra in un bacio umido.
Infila le mani tra i miei capelli solleticandomi dietro le orecchie, sospiro contro la sua bocca e decido di allontanarmi perchè se continuassimo a baciarci in questo modo, le nostre mani viaggerebbero in posti dove è meglio non soffermarsi e probabilmente la nostra conversazione continuerebbe tra le lenzuola. Non che mi dispiaccia, ma voglio respirare un aria diversa che non sia solo questa casa, e poi anche alla bambina farà bene uscire un poco.
-Vac a' fa a' doccia...- Dico tra un bacio e l'altro.
Lui sorride fermando le sue mani poco sopra il mio sedere. -Buon, veng pur ij...-
-No, tu e vestì a pccerell...-
Allontano le sue mani dal mio fondo schiena e rientro in casa, ma lui mi segue fino al bagno finge di non ascoltarmi cercando di entrare nella doccia insieme a me.
-Carmine, no...nun t' permettr-
Cerco di fermare le sue mani intente a togliersi la maglietta. Tra le risate mi dice che anche lui deve farsi la doccia, e che in due faremo prima a finire. Mordo il labbro inferiore quando indietreggiando tocco la parete del bagno e lui mi imprigiona tra il suo corpo e la parete alle mie spalle. Porta la bocca nell'incavo del mio collo, con i denti morde un punto specifico dopo aver spostato i miei capelli da un lato. Stringo le labbra tra loro in modo che nessun gemito esca da esse, se lo facessi non riuscirei più a tenerlo lontano, mi abbandonerei completamente a Carmine.
Per la prima volta ringrazio l'intervento improvviso di Futura che decide di intromettersi tra me e il suo papà, le altre volte ho sbuffato, ma adesso ne sono quasi felice.
-Tua figlia t' sta cercann- Gli dico sorridendo.
Lui mi guarda, le sue mani sono ancora contro il muro, socchiude gli occhi essendo consapevole di dover mandare all'aria i suoi piani per andare dalla piccola. Appena allontana le sue mani e mi avvicino alla doccia, mi stringe il polso rigirandomi in modo da ritrovarmi faccia a faccia con lui.
Prende il mio mento con una mano, siamo così vicini.
-P' stavot te ghiut bon...a prossima vot, nun m' ferm- Sussurra lui incastrando il suo sguardo nel mio. Deglutisco incapace di parlare, mi lascia andare sparendo oltre la porta, stringo le gambe tra loro e subito mi spoglio per entrare nella doccia.
Lancio un mezzo urlo quando mi rendo conto che non ho regolato la manopola, l'acqua è ghiacciata, ma almeno calmerà l'eccitazione che quello stupido mi ha fatto venire. 

Soli ma insieme - [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora