Capitolo 6

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Portare Futura a Riva Fiorita sta diventando un abitudine.
Non che mi dispiaccia vederla, è una bambina molto dolce, ma qualche volta mi sono sentita a disagio in sua presenza.
Carmine è il suo papà.
Ma ora che io e lui stiamo insieme, cosa rappresento per lei?
Sono un amica, una conoscente oppure una probabile mamma?
Lui non ha mai detto niente su questo ed io di certo non sarò la prima ad aprire il discorso. So che Nina vivrà per sempre dentro di lui anche se non c'è più, e che Futura un giorno saprà che aveva una mamma che la amava, ma che è dovuta andare via molto presto.
Carmine è uscito per prendere qualcosa da mangiare, spero nessuno lo veda o peggio, che lo segua. Dal suo zaino ho preso una delle sue maglie indossandola, per poter tuffare il naso nella stoffa e sentire il profumo del suo proprietario.
Futura è quì con me sul letto, ha tra le mani un gioco di gomma per i denti. Le piace mordicchiarlo di continuo. La osservo senza avvicinarmi troppo, ho paura che inizi a piangere e che non riesca a farla calmare.
Ma poi lei fa una cosa che non le ho mai visto fare da quando è quì, gira la testa verso di me e mi guarda. Cerca di girarsi completamente ma non riuscendoci corruccia la fronte, e prima che si agiti, metto una mano dietro la sua schiena aiutandola a girarsi.
Ed ora siamo faccia a faccia.
Assomiglia a Carmine.
È difficile non notare somiglianze con lui. Futura ha i suoi stessi occhi e il suo naso. La bocca invece credo sia di Nina. È ancora piccola ma penso che presto editerà il carattere di suo padre. Allunga le braccia e le mani per toccarmi il viso, quasi rido per i suoi versi. Le bacio i palmi delle mani facendola sorridere, stringe gli occhi e il suo volto si illumina.
Sento una strana sensazione al petto quando lei è accanto a me. Credo di volerle bene.
Non so in quale forma, ma sento il bisogno di stringerla a me, di proteggerla se fosse in pericolo. Forse mi sto affezionando a lei, è una sensazione nuova per me, ma mi piace molto.
Quando mi avvicino un pò di più Futura si accuccia tra le mie braccia, sbadiglia e in poco tempo chiude gli occhi.
Guardandola dormire non riesco a non pensare a quanto sia meravigliosa, innocente e pura.
Quando Carmine fa ritorno la casa è immersa in un gran silenzio, chiama più volte il mio nome ma non gli rispondo. Posa sul tavolo le buste con il cibo, guarda la carrozzina ed è vuota, Futura non c'è, Carmine inizia a preoccuparsi e a pensare al peggio.
Corre verso la camera da letto e si ferma sulla soglia portando una mano al petto, resta li ad ammirare ciò che gli si presenta davanti agli occhi.
Io e Futura dormiamo insieme, la abbraccio come per tenerla al sicuro da ogni cosa. Carmine a quel punto non può fare altro che sorridere e avvicinarsi al letto evitando di fare rumore.
Il materasso si abbassa quando lui si siede, sposta i miei capelli dietro l'orecchio per accarezzarmi il viso, mi sfiora il collo ed io sospiro. Quando apro gli occhi lo vedo, è sdraiato su di un lato, ha la testa appoggiata su una mano e mi sorride.
-C' faj?-
-Vi guardo, siete bellissime-
Carmine accarezza i capelli della bambina posa la bocca sulla sua testa donandole un bacio, il mio stomaco brontola mi metto seduta mordendomi il labbro. Sento lui ridere di me, lo guardo un pò male. Sto per alzarmi quando mi ferma, mi stringe la mano e si avvicina per baciarmi ma le mani di Futura ci fermano.
Entrambi sorridiamo per il suo tempismo.
Carmine la prende in braccio riempiendole il viso di baci, lei ride infilandosi le dita in bocca. Li seguo in sala, lui adagia la bambina nella carrozzina rimboccandole la coperta, è così dolce con lei, è un papà perfetto.
Resto in disparte a guardarli, i miei pensieri corrono veloci, non mi lasciano il tempo di decidere con lucidità. Se da una parte vorrei restare per sempre insieme ad entrambi, da un altra comincio a pensare che se uscissi dalla sua vita lui vivrebbe sereno con sua figlia, non rischierebbe di non vederla crescere.
Ho dato per scontato che fosse solo colpa sua quello che è successo a Edoardo, e invece è colpa di mio padre. Ma sua madre voleva la sua testa, così ha detto mio padre. Credo che sia vero, perchè avrebbe dovuto mentire ancora.
Ad un tratto mi sento così sola.
Asciugo in fretta le lacrime, non voglio che lui le veda. Tengo la testa bassa per questo quando si gira verso di me, non lo vedo avvicinarsi.
Porta le mani alle mie guance per poi alzare la mia testa, il naso pizzica ma io mi trattengo più che posso. Apro la bocca ma subito la richiudo, mi mordo l'interno della guancia. Lui è più bravo ad esprimersi.
Sa sempre cosa dire, in qualunque occasione.
Socchiudo gli occhi quando mi accarezza il collo, il mio cuore inizia a battere più forte.
-M dispiac...- Sussurro cercando di trovare il coraggio per far si che lui mi perdoni, per tutte le volte che l'ho accusato senza sapere che in realtà non centrava nulla.
Credo che sia più facile puntare il dito verso qualcuno che prendersi le proprie responsabilità. Sono stata sciocca.
-È stat patm a sparà a Edoardo, ma mammt vulev a cap soj e ij...-
-Guardm-
-Tu nun tien colp Ca...-
-Ro...guardami-
Posa la bocca contro la mia fronte, alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi.
-Nun c' penzà, ij vogl sul a tè. Si a cosa cchiù bella ca m' putev capita'-
-Nun sarà facil Ca-
-A te t' piacn e cos facil?- Dice lui con un sorriso.
Inumidisco le labbra circondando i suoi fianchi. Il mio stomaco ricomincia a farsi sentire nei momenti meno opportuni.
Ci baciamo prima di andare a mangiare.
Carmine ha preso della pasta al sugo, entrambi ci sediamo l'uno di fronte all'altro. Tra un boccone e un altro ci guardiamo. Non abbiamo bisogno di tante parole per capirci, i nostri sguardi parlano per noi. 

Soli ma insieme - [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora