Capitolo 37

2.4K 58 13
                                    



CARMINE




L'ambulanza corre tra le vie di Napoli facendosi spazio tra le auto in corsia, al suo interno i paramedici fanno tutto il possibile per tenere Rosa in vita.
Cercano di non farle perdere i sensi ma la sua ferita è profonda e sta perdendo molto sangue, troppo. Le tengo la mano baciandone le dita, nella vana speranza che lei si svegli e sappia che le sono accanto.
Sono stato uno stupido in questi giorni, mi sono lasciato prendere dalla smania della vendetta e l'ho allontanata da me. L'ho persino accusata dicendole che è stata colpa sua la morte del comandante, le ho detto cose orribili ma lei nonostante ciò ha cercato di starmi vicino. Non è stata colpa sua, non potrebbe mai esserlo.
Il comandante è stato una vittima del sistema, di questa guerra che ha solo provocato tante vittime e che adesso con la morte di Don Salvatore, è finalmente finita.
Il braccio inizia a bruciare di nuovo ma stringo i denti resistendo al dolore, voglio solo che Rosa si svegli.
Le voglio dire che mi dispiace di essere stato così coglione con lei, di averla fatta soffrire e che non voglio più che niente e nessuno ci separi.
Uno dei paramedici mi guarda e vede la manica della maglietta sporca di sangue, mi chiede cosa ho e quando non gli rispondo è lui a guardare. La ferita è un piccolo taglio, non me ne preoccupo ma il paramedico dice che servono alcuni punti, annuisco e poi lo lascio fare.
Dopo minuti che mi sembrano ore finalmente arriviamo in ospedale, i paramedici portano fuori la barella mentre dei medici arrivano per portarla dentro. Nello stesso momento l'auto che ci seguiva si ferma nel piazzale del pronto soccorso da cui escono Carmela, Edoardo e poi Ciro.
Mi sembra assurdo che lui sia veramente quì, non riesco a crederci.
Subito mi torna alla mente la sera in cui con Rosa siamo andati al cimitero e abbiamo scavato per portare alla luce la sua tomba, quella scena è davanti ai miei occhi come se la vedessi adesso.
Se Ciro è quì ed è vivo, mi chiedo di chi sia quel corpo in decomposizione, forse una delle vittime di suo padre.
Nel corridoio tengo la mano di Rosa stretta nella mia, non voglio lasciarla ma sono costretto a farlo quando arriviamo alle sale operatorie. Gli infermieri mi dicono di aspettare fuori, non mi lasciano entrare con lei ed io le do un bacio prima di vederla sparire dietro le porte.
Con il cuore in gola e un peso al petto non posso fare altro che sedermi nella sala di aspetto e pregare per lei, per un miracolo, per la riuscita dell'operazione.
Stringo tra le mani la fede che porto al petto, è da un pò che non parlavo con Nina, lei mi manca ogni giorno che passa.
Un poco alla volta il suo ricordo sta lentamente svanendo, ho il timore che prima o poi mi dimenticherò di lei, non voglio che questo accada perchè Futura un giorno dovrà sapere tutto di lei.
Ma adesso vorrei che lei mi desse la forza per superare questo momento, non ce la faccio a rivivere tutto da capo. Dal corridoio vedo arrivare Carmela e dietro di lei ci sono Edoardo e Ciro, si fermano poco distante da dove sono io e fermano un infermiere per farsi dare notizie.
Edoardo è ferito la sua gamba sta peggio del mio braccio, lui è più grave di me appena i medici si accorgono di lui, lo costringono ad andare in una stanza per medicarsi, Ciro va con lui, non può restare con una pallottola nella gamba.
Restiamo solo io e Carmela, lei ha il viso rosso e rotto dal pianto, si appoggia alla parete balbettando parole incomprensibili.
Dopodiché bussa energicamente alle porte della sala operatoria, pochi attimi dopo ne esce un infermiere e Carmela dice una cosa che mi fa tremare dall'interno.
Rosa è incinta.
L'infermiere corre subito all'interno della sala avvisando il chirurgo, mentre io la guardo con gli occhi sbarrati e il fiato corto.
-Ma che staj ricenn?- Le dico incredulo.
Lei si gira verso di me, dalla borsa prende qualcosa e poi me lo porge, è un test di gravidanza uno di quelli che si comprano in farmacia per poi farli a casa.
Lo prendo tra le mani, sopra di esso leggo 3-4 e il mio cuore inizia a battere forte per la felicità, non riesco a trattenere un sorriso.
Poi guardo Carmela come per chiederle se è tutto vero, lei annuisce confermando che è tutto reale.
Stringo il test di gravidanza al petto lasciando che le lacrime mi bagnino il viso, non mi vergono a farlo, non ne avrei motivo dopo una notizia così bella.
-Rosa o' sap?- Dico a Carmela.
Lei scuote la testa. -Nun ha avut o' tiemp...ess era preoccupat pe té-
Le sue parole mi colpiscono come una lama affilata, se non avessi fatto lo stronzo probabilmente adesso staremo gioendo insieme.
E invece...lei è in una sala operatoria mentre lotta tra la vita e la morte.
-Rosa è fort...cià fà so sicur- Dice lei come per darmi conforto.
Ma riesco solo ad annuire incapace di dire qualcosa di sensato.
Appoggio la testa al muro, guardo in direzione delle porte immaginando che a momenti si aprano e il dottore ci dice che lei è viva ed è sveglia.
Ma questo non accade e restiamo quì, in questa sala per molte ore, infinite. Nel frattempo quando i medici finiscono di ricucire la gamba di Edoardo, lui ritorna da noi accompagnato da un infermiere, ha la gamba fasciata ed è in sedia a rotelle. Per un pò dovrà stare a riposo e non sforzarsi di camminare, giusto il tempo che la ferita si sani.
Dietro di lui vedo apparire Ciro, ha tra le mani due bicchieri di caffè fumanti, si ferma davanti a me porgendomene uno.
Alzo lo sguardo e lui mi incita a prendere il bicchiere, appena lo faccio si siede sulla sedia accanto alla mia.
Non sono nervoso dalla sua presenza, Rosa lo ha cercato per così tanto tempo fino a quasi impazzire per lui. Le dissi che non era possibile che suo fratello fosse ancora vivo, io l'ho visto morire quella sera dopo che il Chiattilo lo pugnalò e il comandante lo tenne stretto tra le sue braccia.
È un miracolo che lui sia riuscito a sopravvivere, ma sono anche sollevato che Filippo non sia quì, non so come potrebbe reagire Ciro alla sua presenza.
Di sicuro vuole una vendetta, ed ecco che il ciclo continua, la violenza non avrà mai fine.
-O' sacc c' staj pensann...- Dice Ciro mettendo fine ai miei pensieri.
Mi giro per guardarlo ma senza dire niente, alzo solo le spalle mostrando indifferenza.
Lui beve un pò di caffè portando il bicchiere alla bocca, dopo riprende a parlare.
-A' chella ser quand agg fatt a' rivolta rind all'ipm, e po o' cumpagn tuoj ma pugnalat, e tu te pigliat a colp p' na cos c' nun e' fatt. Ij nun so turnat p' cercà vendetta, sto ca p' sorm-
-Rosa nun a' maj crerut ca ir muort...- Dico a Ciro, e lui sogghigna non smettendo di tenere lo sguardo fisso sul bicchiere di caffè.
-Ij e Rosa tenimm nu rapport ca a papà nun è maij piaciut- Dice lui ed io non lo interrompo. Edoardo ci guarda incuriosito mentre Carmela sorride, è la prima volta che io e lui parliamo senza minacce o alzare le mani.
Se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto.
I momenti con lui erano sempre tesi, era un vero stronzo in carcere, adesso non lo so come è cosa pensa, le scelte che ha fatto non sono state facili per nessuno.
-A' vuo ben Piecuro?-
Sbuffo leggermente quando mi sento chiamare in quel modo, ma lui sembra non farci caso.
-Rosa è la persona chiù important ra vita mij, aropp a mia figlia-
-Muriss p' ess?-
Non capisco dove vuole arrivare ma annuisco, lo farei per lei, come Rosa lo farebbe per me.
-Pur rind a chistu mument, si sapess ca ess sta bene-
Ciro sembra apprezzare la mia risposta ma non saprei dire se accetta che io faccia parte della vita di Rosa. So come la pensano i Ricci sui Di Salvo, ma non me ne preoccupo troppo, amo Rosa e me la prendo, anche se suo fratello non è d'accordo.
E poi adesso aspetta un bambino.
Guardo ancora una volta il test tra le mie mani.
Carmela mi ha solo accennato in parte della cura che aveva iniziato Rosa, mi dispiace un poco che non mi abbia detto niente, forse non voleva illudermi ma gli sarei comunque rimasto accanto.
Ad un certo punto vediamo qualcuno arrivare verso di noi, le porte si aprono e ne esce il chirurgo con accanto una dottoressa.
Subito mi avvicino chiedendo notizie della mia Rosa.
-L'operazione è andata bene, se fosse arrivata un minuto dopo non ci sarebbe più stato niente da fare. Ha perso molto sangue ma le abbiamo fatto una trasfusione, per il momento è stabile ma dire che sta bene è ancora presto. Le abbiamo indotto un lieve coma farmacologico, se supera la notte e domani si sveglia da sola sarà ufficialmente fuori pericolo. Ma la buona notizia è che nonostante la gravità della ferita, siamo riusciti a salvare il bambino-
Carmela congiunge le mani piangendo di gioia, mentre Edoardo e Ciro si guardano confusi e in quel momento Carmela dice loro come stanno le cose.
-A' putimm verè dottore?- Gli dico con la speranza di poterla toccare anche se solo per poco.
Ma lui scuote la testa. -Impossibile, bisogna attendere domani per le visite. Tornate a casa la notte è lunga e per il momento non c'è più niente da fare- Dice il dottore guardandoci, dopo ci da le spalle ritornando in sala insieme alla sua assistente.
Non voglio tornare a casa ho paura che se esco da questo ospedale non la rivedrò mai più, non so perchè, è una sensazione. Ma il dottore è stato chiaro, non avrebbe senso restare tutta la notte se non possiamo vederla.
Edoardo anche deve rimanere e Carmela è più tranquilla a saperlo quì dentro insieme a Rosa, mentre lei e Ciro decidono di tornare il giorno dopo.
All'entrata vedo l'auto di mia madre ferma ad aspettarmi, lei e Ciro si guardano senza dirsi nulla, sono troppo stanco per indagare. Appena arrivo a casa mi sdraio a letto rigirando il test tra le mani, non riesco a posarlo. Sono emozionato e troppo felice, non vedo l'ora di dirlo anche a lei.
Dirle che presto diventeremo genitori e che lei sarà una mamma fantastica come lo è con Futura. Quando starà meglio andrò a prenderla, so che le manca molto, non ho voluto dirle dove si trova per tenerla al sicuro. Mi spoglio infilandomi a letto, chiudo gli occhi sperando che la notte passi in fretta in modo da tornare in ospedale e vederla. 

Soli ma insieme - [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora