Arrivo a Riva Fiorita verso mezzogiorno, oggi fa molto caldo, le strade sono semi deserte e le spiagge affollate. Quando entro in casa non sento più l'odore di chiuso che infestava le stanze la prima volta che ci sono tornata. Poso lo zaino sul tavolo sposto le tende e apro la finestra, la brezza marina mi colpisce il viso.
Adoro questo posto, quando posso cerco di renderlo mio aggiungendo qualcosa di nuovo.
Ho chiesto al comandante di non far sapere a mio padre quando esco in permesso, non voglio ritrovarlo fuori all'Ipm o che lui mi cerchi in strada.
Gli ho detto una mezza bugia, che io e mio padre abbiamo litigato e per questo non voglio vederlo. Non potevo certo dirgli che gli ho sparato per difendere Carmine.
La nuova direttrice non mi avrebbe più fatta uscire e avrei peggiorato di più la mia situazione.
Lui deve sapere che mi trovo al carcere e non altrove, per il momento va bene così, penserò poi al dopo.
Sono talmente assorta nei miei pensieri da non accorgermi che qualcuno entra in casa senza fare rumore, si avvicina con passo lento a me che sono di spalle persa a guardare il mare.
I miei capelli vengono spostati su un lato e sussulto quando mani gelide toccano la mia pelle scoperta.
Un bacio sulla guancia e un abbraccio mi portano a sorridere. Appoggio le mie mani sopra le sue dopo averle intrecciate. Pensavo che non venisse più, che restasse insieme a sua figlia, e invece è quì con me.
Mi morde l'orecchio, mi fa girare e mi spinge contro il muro.
Prende la mia testa tra le mani.
Circondo i suoi fianchi sorridendo mentre lui preme la bocca sulle mie guance, sul collo e poi le labbra.
Stringo la sua maglietta in un pugno e intreccio la mia gamba alle sue mentre Carmine infila la lingua nella mia bocca.
Gemo mordicchiandolo leggermente.
Carmine ride ed io mi innamoro ancora di più.
Mi accarezza il collo, le spalle.
Alzo le braccia su in modo che mi sfili il top.
Lui fa lo stesso con la sua maglietta, appoggio le mani contro il suo torace, arrossisco come se lo vedessi per la prima volta.
Carmine mi solleva da terra e mi appoggia sul letto.
Resta ai piedi del letto guardandomi.
Porta entrambe le mani alla cintura dei jeans slacciandola con estrema lentezza. Mi metto comoda sui gomiti, dopo aver sfilato gli stivaletti.
Mi mordo il labbro quando toglie il primo bottone e poi gli altri, e infine tira giù la cerniera.
I jeans scivolano lungo le sue gambe, con un piede li spinge lontano.
Non smette di guardarmi restando in boxer, poso lo sguardo sulla protuberanza che si è formata tra la stoffa dei boxer, sento improvvisamente un gran caldo.
Faccio per togliermi i pantaloni ma lui mi ferma, avanzando verso di me si piega in avanti, appoggia le mani sul letto. Sale a carponi su di esso, allunga le mani ai bordi dei miei pantaloni, li tira indietro togliendoli per poi lanciarli alle sue spalle ai piedi del letto.
Mi sovrasta con il suo corpo impossessandosi delle mie labbra.
Allargo le gambe per farlo stare più comodo ma anche per sentirlo meglio.
-Nun vir l'or eh?- Dice lui prendendomi in giro.
Scuoto la testa mentre lui preme le dita contro la mia femminilità.
Inarco la schiena quando fa pressione per poi spostare la stoffa e farle scorrere tra le pieghe e poi dentro di me.
Mi bacia il mento ascoltando i miei gemiti, socchiudo gli occhi non riuscendo più a sostenere il suo sguardo su di me.
Un brivido mi scorre dentro quando lo sento più in profondità.
Stringo le braccia intorno al suo collo reclamando la sua bocca.
Dopo poco anche gli ultimi indumenti finiscono sul pavimento.
Quando ci ritroviamo entrambi nudi, osserviamo l'altro senza nessuna forma di imbarazzo.
Mi trascina tra le sue braccia per poi sedersi sul letto e farmi sedere sopra di lui.
-T' voglj tarantè-
Sfiora le mie labbra mentre l'ultima parola gli esce di bocca, lui scivola dentro di me.
Gemo mentre mi sento riempita completamente. Mi accarezza le braccia portandole intorno al suo collo, mi aggrappo a lui muovendomi lentamente, godendomi ogni attimo.
Le sue mani scorrono lente lungo la mia schiena, per poi fermarsi intorno ai miei fianchi.
Carmine porta la testa indietro mugolando con gli occhi chiusi. Mi muovo con lui facendolo entrare sempre più a fondo e sentendo il mio cuore che accellera.
Stringe le mani intono al mio corpo nel momento in cui lo sento irrigidirsi. Ancora qualche spinta e lo stringo portandoci entrambi all'orgasmo.
Appoggio la mia fronte alla sua, lui sposta una ciocca di capelli dai miei occhi, sorride mentre entrambi ansimiamo ancora uniti.
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Soli ma insieme - [Piecurosa]
FanfictionPrima non lo avrei mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma dal primo giorno che i nostri sguardi si sono incrociati, sapevamo entrambi che tra di noi sarebbe scoppiato un fuoco che difficilmente si spegnerà. Ma tu invece non smettevi di provocarmi. V...