Capitolo 20

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Sono passati cinque giorni da quando mio padre mi tiene rinchiusa in camera mia senza lasciarmi uscire. Una donna mi porta il cibo ma io mi rifiuto di toccarlo, non voglio mangiare niente di quello che mi manda, preferisco morire di fame piuttosto che accettare il suo cibo.
L'unica persona esterna che ho visto fin ora è una guardia che viene a controllare se io rispetto i domiciliari.
Ho cercato di fare arrivare un messaggio fuori, ma senza successo. Quando mio padre ha capito cosa volessi fare, si è infuriato molto dicendomi che devo dimenticarmi di Carmine.
Se pensa che io gli ubbidisca, mente a se stesso.
Sento dei passi dietro la porta avvicinarsi, faccio in tempo ad allontanarmi che questa si apre rivelando la presenza di mio padre.
Guarda il vassoio con il cibo intatto su un tavolino.
-Staj facenn o' scioper ra famm?-
-Tu famm ascì e ij magn-
-Pienz ca so accussì strunz? Si t' facc ascì tu t' ne vaj-
-P' quand pienz e' m' tenè rinchius?-
-Fin a quand nun capisc chi song e' veri nemici-
-Po mument n' vec sol un...-
Mio padre irrigidisce la mascella avvicinandosi.
-M' vuò colpì?- Gli dico indicando il mio viso. -E fall, tant nun m' può fa mal. Già m' ne fatt tropp-
-Tagg fatt turnà a cas pcchè vulev ca capiv, invec vec ca continu arraggiunà comm o' Piecuro-
-Ma c' t' pensav ca cagnav bell e buon?-
-Si a pienz accussì, staraj sott a' mè fin a quand o' decid ij-
-Papà ij vogl esser libera-
Scuote la testa, so che sono una delusione per lui perchè ho scelto Carmine e non lui.
-Appen lev a miez e Di Salvo, faraj chella ca vuò tu-
-Nun pozz viver senza Carmine...accirem mo papà...-
-No, tu e' verè a fin re Di Salvo. Chella cess e Wanda ha sparat rind a zona nost. Ij agg ricagnà, primm ca ce fann a fest-
Mio padre è irremovibile, ha un unico pensiero, non riuscirò mai a fargli cambiare idea.
Non posso lasciargli uccidere Carmine, non potrei vivere senza di lui. Carmine è parte della mia vita adesso.
Appena uscirà da questa casa proverò a scappare e ad allontanarmi da lui, devo riuscire a raggiungere Riva Fiorita, lui non conosce quel posto. Sono sicura che lì starò bene, per un pò sarò al sicuro, fino a quando deciderò cosa fare.
Appena mio padre esce dalla mia stanza sento la serratura girare. Una volta amavo la mia camera, per me era speciale, ma adesso la detesto. Il carcere non era la mia prigione, lo è questa casa. Appoggio l'orecchio contro la porta, in corridoio sento le voci sia di mio padre che dei suoi uomini.
Discutono del gesto di Wanda verso le nostre piazze o almeno quelle che sono ancora sotto il controllo di papà.
I Di Salvo hanno fatto piazza pulita dei territori che erano sotto il controllo dei Ricci. Da quando Pietro è stato ucciso, mio padre ha perso molto.
Se lui dovesse morire tutto passerebbe all'unico figlio ancora in vita, ovvero me.
Ciro non c'è più, non può più guidare il clan come aveva sempre sperato papà. Ed io...ho altre priorità. Papà ha deciso di colpire i Di Salvo questa notte. Uscirà di casa insieme ai suoi uomini più fidati ed io sarò quì da sola. Quale occasione migliore di questa per tentare la fuga.
Probabilmente ci sarà qualcuno a sorvegliarmi, ma io non mi preoccupo. I suoi uomini non mi torcerebbero nemmeno un capello se non è lui a dare l'ordine.
Per quanto è arrabbiato con me, non credo arriverebbe ad uccidermi.
Io gli servo viva, così da poter colpire Wanda, ed ottenere la sua vendetta.
Da sotto il letto tiro fuori una sacca, al suo interno ci metto tutto ciò che mi può servire quando mi allontanerò da casa. Se riuscirò a farlo, non tornerò più quì. 


"Ciro vuole che io mi arrampichi alla grondaia e salti giù. Ma non c'è la faccio, è troppo alto, ho paura di farmi male. Lui si è subito arrampicato al davanzale della finestra, con un piede contro il muro e facendo forza con le braccia è riuscito a calarsi di sotto. L'ho guardato muoversi abilmente come se lo avesse fatto tante volte.
-E ja Rosa, muovt. Facimm tard-
-Ij nun cià facc Ciro-
-Si c' può. Miett e pier comm tagg fatt verè-
-A' faj facil tu...-
Mi siedo sul davanzale con le gambe a penzoloni, lui è completamente matto. Ed io non posso credere che gli sto dando retta. Mezza notte è passata da un pò, il nostro coprifuoco anche, ma a Piazza Plebiscito c'è un concerto e mio fratello sta cercando di trascinarmici.
Edo, Carmela e Salvo sono già lì, e ci stanno aspettando.
-Mo t' lass loc si nun t' muov- Dice Ciro spronandomi a fare un salto e raggiungerlo.
-No, Ciro nun m' può lassà ca, t' preg...-
-Scinn Rosa. È facil, nun t' faj mal. T' fid è mè?-
Ciro allarga le braccia dicendomi che c'è lui a prendermi se dovessi cadere, ma non succederà perchè io sono forte.
Mi fido di mio fratello, ma continuo a pensare che dovrei tornare in camera, infilarmi a letto e lasciarlo andare da solo. Ma poi mi dico che devo smetterla di provare timore per ogni cosa, io sono Rosa Ricci, non sono debole.
Chiudo gli occhi e un passo dopo l'altro riesco a scendere dalla grondaia, ma all'ultimo metto male il piede e rischio di cadere. Ma due braccia forti mi prendono da dietro stringendomi forte.
-E vist ca nun si carut?- Sussurra Ciro al mio orecchio.
Io annuisco sorridendo vittoriosa dentro di me. Sono ancora troppo scossa per dirlo ad alta voce. 
-Jammuncemm, facimm tard- Gli dico sistemandomi i capelli.
Lui alza il sopracciglio fissandomi a lungo.
Gli mostro la lingue spingendolo scherzosamente di lato. Lui invece porta un braccio oltre le mie spalle, mi da un bacio alla tempia rassicurandomi che per me sarà sempre presente.
-Finalment, pensavm ca nun venivn chiù- Dice Edo appena vede arrivare entrambi. Scambia un saluto con mio fratello abbracciandolo e poi fa lo stesso con me.
-Piccolì tutto bene?- Sorride e poi mi scompiglia i capelli.
Allontano la sua mano schiaffeggiandolo, non lo sopporto quando fa così, crede che io sia ancora una bambina.
-Ma t' si offesa?- Dice Edo scherzando.
-Tu riprovaci, e pò vir-
Lo guardo sorridendo poi vado da Carmela abbracciandola. I maschi si guardano tra loro e Salvo dal suo zaino prende due birre, sia Edo che Ciro le prendono stappandole.
Anche Carmela ne ha una mentre io devo limitarmi a guardarli. Ciro non vuole che io beva, dice che sono piccola. Ma stasera entrambi abbiamo disubbidito a nostro padre infrangendo il coprifuoco, credo di meritarlo un premio, non avevo mai disubbidito a papà prima d'ora.
-M' n' raj una?- Dico rivolta a Salvo.
Lui guarda mio fratello indeciso su cosa fare, Ciro lo guarda e scuote la testa.
-E ja Ciro, m' che le fa?- Dice Carmela bevendo un sorso di birra.
-Si piccolin p' chest-
-Nun è over. Guard aro stong...- Indico la piazza.
-Nun accumincià Ro...o' saj comm a' penz-
-A' me nun m' n' fott propj e chell ca pienz tu. Ij facc chell ca vogl ij- Dalle mani di Salvo prendo una birra stappandola e portandola alla bocca. Ne bevo il contenuto senza fermarmi, sento il liquido scorrere nella mia gola quasi bruciando. Ciro si alza dal muretto venendomi in contro, vuole riprenderla ma io continuo a bere fino a finirla completamente. Soddisfatta porgo la bottiglia vuota a mio fratello, lui mi guarda e mi stringe il polso impedendomi di sfuggirgli.
-Comm t' sient?-
Distendo gli angoli della bocca in un sorriso, dicendogli che mi sento bene anche se forse non dovevo berla tutta d'un fiato. Sento lo sguardo leggero e una strana sensazione sulla pelle.
Ma mi sento felice.
-Piccolì sicur c' stai bon?- Edo mi prende il viso con entrambe le mani guardandomi negli occhi, io continuo a sorridere annuendo. Poi ad un certo punto smetto di ridere, porto una mano alla pancia e corro verso il muretto.
-O' sapev, pcciò nun vulev ca bevev- Dice Ciro scocciato appena mi sente vomitare.
-Nun è nient Cirù, l'amm fatt tutt' quant- Gli dice Salvo.
Quando smetto di riversare anche l'anima, Carmela mi passa una salvietta umida per ripulirmi. Guardo mio fratello avvicinandomi a lui, aveva ragione non dovevo bere, non così.
-Crè?- Dice lui fissandomi.
-Ciro...chell cagg fatt...o' dici a papà?- Dico timorosa.
-Staj tranquill, null ric nient, ma tu me promettr ca m' staj assentì-
Annuisco. -To giur Ciro-
-Guagliù prumettimm na cos, tutt' quant- Dice Carmela alzando la bottiglia di birra in alto.
Noi la guardiamo curiosi di sapere cos'altro ha da dire.
-Tra diec ann, ce ritruvamm tutt'quand ca, comm stamm mo, senza ce perder e' vista-
-Ma c' so sti cos?-
-Salvo e' a' prommettr. Nuj nun simm sul cumpagn, nuj simm na famigl- Continua Carmela spronandoci a fare come lei.
E allora inizia Ciro alzando il braccio a metà, porta la bottiglia di birra in alto. Poi Edo anche se si finge scocciato emula il gesto di mio fratello, e dopo Salvo, ed io ne prendo una vuota. Ed insieme giuriamo che anche se passeranno anni, noi resteremo uniti come lo siamo adesso, e che un giorno ci rincontreremo tutti quì, in questo stesso posto con una bottiglia di birra tra le mani."

Soli ma insieme - [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora