♡•○•♡
Lui annuisce e va verdo la zia Beatrix, lo zio Carlo non lo guarda minimamente. Poi lo zio guarda il suo orologio.
《Io devo andare a lavoro, ditemi se la ritrovate.》
Dice e con l'acconsenso dei nazisti si allontana e sale sulla macchina, poi si dirige verso una strada vicino a dove sono io, e accosta la macchina.
《Ciao!》
Mi dice, facendomi spaventare per il suo improvviso saluto.
《Vieni, andiamo in Italia! Ero già d'accordo con Willhelm, che all'arrivo dei tedeschi ti avrei portata in Italia con me, dopotutto non ti devo neanche cambiare il nome.》
Mi dice lasciandomi a bocca aperta, lo sapevano già, e non me l'avevano detto, perché?
《Dai sali, cosa aspetti che ti venga a prendere in braccio!?》
Mi chiede, un pó annoiato. Poi vede che io non mi muovo e quindi viene lì e mi solleva portandomi verso la macchina, mi mette nel sedile del passeggero, e mi porge uno zainetto beige.
《Che cos'è?》
Gli chiedo, e lui sedendosi nel posto del guidatore, accende la macchina e inizia a partire. Subito mi ricordo ciò che mi ha detto Jakob sullo zio.
Mai farlo guidare!
Ma non vedo il problema nel farlo guidare, anzi guida anche bene, Jakob si lamenta troppo.
《Perché ci sono solo io in macchina, non porti nessun'altro in Italia?》
Gli chiedo curiosa, sul fatto che non ha portato neanche suo figlio ma una bambina che non conosce.
《Lo faccio solo perché me l'hanno chiesto, non credere che ti vedo come una figlia e che ti adotteró! Capito.》
Mi dice scandendo bene le parole.
《Che ne sarà dei nonni, di zia Beatrix e di Jakob? Staranno bene?》
Gli chiedo preoccupata, mentre lui alza il volume della radio, non volendo rispondere alle mie domande. Almeno, la musica era bella, la musica italiana ha quel non so che di felicità e di estate, in ogni parola e melodia, ma allo stesso tempo con tantissimi significati pesanti e molto profondi.
《Ci fermiamo verso il confine, dove ci fermiamo a mangiare e dopo diretti verso la nostra destinazione, nessun'altra fermata. Ci siamo intesi?》
Io annuisco, e lui rincomincia a canticchiare la canzone alla radio.
《Cosa volevano i tedeschi, e come mai ti hanno fatto andare via?》
Gli chiedo e stavolta lui spegne la radio, e accosta la macchina in un parcheggio e mi guarda.
《Vedi, quando te lavori per lo stato, ma soprattutto in un'alta carica, hai dei privilegi. Il mio è questo. Cercavano te, sanno chi è tuo padre, e ti vogliono portare da lui. Ma quello non deve succedere. Quell'uomo è senza cuore, così tanto che ha avuto pure un figlio con una donna sposata, senza l'acconsenso di lei!》
Mi risponde, con un tono leggermente arrabbiato nel pronunciare l'ultima frase.
Così gli chiedo.
《Conoscevi la donna?》
《Si, lei era mia sorella minore... e tua madre!》♡•○•♡
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La Figlia Del Führer
Historical FictionQuesta storia, non è un insulto per nessuno, è solo una storia che mi è apparsa in un mio sogno, quindi se non vi piace, non posso farci niente. Ma se volete suggerire qualche nuova scena, sono sempre pronta ad accettare nuove idee, di qualunque ge...