XXVI

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Il pacchetto è rilegato con un nastro rosso, e ha un bigliettino incastrato tra il nodo, il mio impulso mi dice di aprirlo, leggere cosa dice e fare un tuffo nella verità, ma dall'altra parte la paura di rimanere delusa da chi potrei essere.
《Nonno!Siamo a casa!》
Sento e immediatamente mi immobilizzo sul posto. Ma la sola idea che mi beccano qui e che ho frugato tra le cose della nonna e che ho preso la chiave...
L'unica cosa che posso fare per ora è uscire il più in fretta possibile e chiudere la stanza, e nascondere la chiave. Troverò un'altra occasione per rientrarci e aprire il pacchetto e la lettera.
Decido di tenere la chiave dentro alla tasca della gonna, giusto in tempo che la figura dello zio Carlo sbuca fuori dalle scale sul corridoio, non ha un'espressione tanto calma, anzi sembra che abbia visto un fantasma.
《Ciao, zio, tutto bene?》
Gli chiedo, e lui non rispondendomi si avvicina e mi poggia una mano sulla testa.
《Ci hai fatto preoccupare, non rifarlo mai più...》
Mi dice con un tono preoccupato.
Poi mi porge la mano destra, che io accetto e insieme scendiamo le scale, verso il salotto dove, so già che, ci sarà tutta la famiglia, piena di dubbi e domande da fare.
《Tranquilla, ne abbiamo già parlato tra di noi, non dovrai spiegare nulla a nessuno, sei libera di raccontarlo a chi vuoi》
Mi spiega con un lieve sorriso sul viso, che è molto rassicurante e anche un pó calmante.
《Oh, la mia povera nipotina! Tutto apposto? Stai bene? Hai fame? Vuoi che ti preparo qualcosa da mangiare?》
Mi travolge la nonna, con le sue miliardi di domande asfissianti, mentre il nonno, zio Luigi con zia Benedetta sono sul divano che leggono il giornale, mentre Antonio e Marco sono sul tavolo da pranzo a fare dei compiti di scuola, mentre di zia Teresa non c'è traccia, probabile che sia ancora in giro, a fare due passi per le vie del borgo.
《Zio》
Gli chiedo in tedesco.
《Si, che c'è?》
Mi chiede sempre in lingua tedesca, capendo la mia intenzione di non farci intendere.
《Quando conoscerò mio padre?》
La sua faccia diventa di un colore quasi cadaverico, che mette anche un pó di paura, a guardarlo...
《PERCHÉ LO VUOI SAPERE!E PERCHÉ LO VUOI CONOSCERE, QUEL BASTARDO!!》
Il suo sguardo incute completa rabbia, che attira l'attenzione, di tutta la famiglia che saltano dallo spavento non appena sentono le urla d'irà dello zio.
《Tuo padre è un mostro e non devi mai incontrarlo! Lui non sa dove sei e tu non sai chi è! Meglio così!》
Me lo dice, quasi sputando le frasi.
《Carlo, calmati! La stai spaventando! Cosa è successo, cosa ti ha chiesto?》
Chiede la nonna, scioccata dal comportamento inaspettato e inusuale dello zio.
《Credi che io ho avuto voglia di portarti via dalla Svizzera se non fosse che ti voglio tenere al sicuro! E adesso lei, dopo tutti i miei sacrifici, vuole conoscere quel suo dannato di un padre!》
Subito non appena pronuncia l'ultima frase, il chiacchiericcio nella casa tace in un totale silenzio, gli occhi della nonna erano spalancati e lo zio Luigi è corso ed è arrivato in tempo, lì vicino a lei per sorreggerla prima che cadesse per terra svenuta.
《Non mi potete nascondere la verità per sempre!》
E dopo ciò, corro su per le scale evitando le braccia della zio Carlo, che mi voleva fermare per continuare il discorso, ma per un soffio mi sfiora.
Mi chiudo a chiave in camera mia, so che se mi provassi a nascondere nella camera di mamma, scoprirebbero il mio fatto... e già la situazione non è delle migliori...
Mi da alla testa il fatto che non mi vogliono nemmeno dire il nome, solo il nome o una fotografia, niente di che. È un mio diritto di sapere chi è mio padre, comunque questo si può definire come un rapimento, perché io dovrei legalmente vivere con mio papà!

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La Figlia Del FührerWhere stories live. Discover now