XVI

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Inizio a svuotare i bagagli, la cosa che mi fa rimanere scioccata è trovare una fotografia incorniciata da mensola, in mezzo a dei miei vestiti, raffigura la nonna Adelaide e nonno Willhelm, zia Beatrix e Jakob. Nella foto manca lo zio Carlo, ma perché... ora che ci penso, da quello che ho capito la nonna non sapeva che aveva dei figli, quindi zia Beatrix e zio Carlo non hanno avuto insieme Jakob...
Ma perché, mi sembravano felici, anche se lo zio Carlo stava sempre in salotto a guardare la parete, ascoltando la partita di calcio alla radio, non ho mai capito cosa ci trova di divertente, anche se non ho mai visto una partita ma solo ascoltandone una mi sono annoiata a morte.
Dentro uno delle valigie tra dei miei vestiti, c'è qualcosa che sbrilluccica, ma non faccio neanche in tempo a capire cos'è, che nonna Maria inizia a chiamare per il pranzo.
《VENITE!! È PRONTO!!!》
Subito mi sbrigo ad uscire dalla mia camera, e per sicurezza chiudo la mia stanza a chiave e me la nascondo in tasca, non mi fido ancora al cento per cento..., tranne dello zio Carlo, di lui ormai mi fido, ma degli altri ci metterò un pó di tempo.
Nel corridoio vedo 2 bambini, e un ragazzino di più o meno la mia età; i primi due stanno correndo verso il piano di sotto, mentre il più grande si incammina con calma. Appena arrivo anch'io davanti alle scale, sento lo sguardo dei tre su di me, beh li capisco anche, non mi hanno mai vista o saputo della mia esistenza, o se mai, che sono ancora viva... questa è la situazione che vorrei evitare a tutti i costi, ma alla fine più provo ad evitarla più sono le volte che mi capita.
Scendo l'ultima rampa delle scale e mi ritrovo di nuovo nel corridoio, ma stavolta c'era molta più gente di prima, e il brutto è che l'unico che mi capisce e con cui posso parlare è lo zio Carlo.
Ma non posso parlare solo con lo zio Carlo, ma devo provare a parlare o a conversare con gli altri miei famigliari...
《Bene, ora che ci sono anche i più piccoli, è ora di mangiare!》
Dice qualcosa, la nonna rivolta verso tutti gli adulti, ma anche verso noi ragazzini, anche se non ho ancora ben capito la lingua, mi abituerò con i gesti e le diverse espressioni, oltre che a chi si rivolge lo sguardo. E nel caso, si usa la legge universale, che molte volte si usa a scuola.
Annuire anche se non si ha capito nulla di ciò che l'altro o altra ha appena detto o spiegato.
Funziona sempre, anche se poi di passa per quello che non se ne frega di nulla, che non ascolta e che è disinteressato.
E non è proprio il massimo.
Tutti si dirigono verso la sala da pranzo, io seguo lo zio Carlo, e aspetto che mi dica dove sedermi, spero che sia vicino a lui, non voglio stare in mezzo a tante persone che non conosco e che non conprendo.
《Linda, vieni. Per questa settimana, mangerai accanto a me, così che potrai parlare con me, o se vuoi parlare con qualcuno o presentarti, ma lo dici e ti presento. Ma poi dopo questa settimana se non sai un pó di italiano, ti arrangi, perché arriverà un altro nostro parente, e quindi te vai vicino agli altri bambini, okay. Ora buon appetito!》
Mi spiega intanto che si siede, e mi indica la sedia sulla sua destra, e mi accomodo, non appena mi da l'augurio, mi da una pacca sulla testa, in modo scherzoso e quasi paterno, a questa sua mossa non posso fare altro che arrossire lievemente e abbozzare un sorriso imbarazzato sul viso.

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La Figlia Del FührerWhere stories live. Discover now