XXV

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Dopo aver raccontato tutto a zio Carlo, mi sono rinchiusa nella mia stanza, ho saltato anche il pranzo, cosa che ha fatto preoccupare e non di poco la nonna. Ma il mio appetito è completamente sparito dopo l'aver rivissuto con la mente tutti gli avvenimenti di questa mattinata.
《Linda... sono io, zia Teresa... vuoi parlarne?》
Sento la voce della zia, da fuori dalla porta, ma non voglio vedere nessuno per un pó.
《Voglio stare da sola per un altro pó, scendo giù verso le quattro del pomeriggio, va bene?》
《Sí, si, va bene... allora a dopo...》
Dice la zia poi allontanandosi dalla porta della mia camera
Non sono ancora mai riuscita ad entrare nella stanza dei nonni, per prendere la chiave della camera di mia mamma.
Forse oggi ci riesco.
《Linda! C'è il gelato!》
Sento la voce della zia Benedetta a voce alta dalla probabile cucina. Ma come ho risposto a zia Teresa rispondo ora a loro.
《Non ho fame!!》
Gli rispondo, alzando la voce per farmi sentire da loro.
Decido di continuare il diario aggiornandolo sui fatti avvenuti oggi mattina.
Credo che ormai sono le quattro del pomeriggio ma la voglia di scendere e vedere i parenti che mi chiedono con lo sguardo di raccontare, proprio non ne ho voglia.
《La nonna è molto preoccupata per te! Vuoi venire con noi al parco giochi, se no rimane qui solo il nonno che come suo solito ascolterà la radio con le notizie, e si addormenterà appena inizia!》
Sento la voce da bambino di Antonio, è un bambino molto sveglio e capisce quando la situazione è seria.
《Andate voi, non ho voglia di uscire, e dici alla nonna di non preoccuparsi che io sto bene》
《Va bene, come vuoi te!》
Mi risponde e dopo un pó di tempo e subito dopo lo sento correre giù per le scale.
Soltanto dopo circa 10 minuti si sente la porta di casa sbattere e dopo in casa c'è il più completo silenzio. Decido di scendere a vedere se è tutto tranquillo e vedo soltanto il nonno intento a russare sulla poltrona, intanto che la radio continua a parlare.
"... La Francia è caduta! I Tedeschi si sono impadroniti di Parigi, ora gli Inglesi sono soli in questa battaglia! Queste erano le ultime notizie per adesso, dopo il meteo passremo alle notizie statali italiane."
Finisco lì di ascoltare la radio e procedo verso il piano di sopra, verso quella che zio Carlo mi ha indicato come la stanza dei nonni.
《Dove potrebbero mai aver nascosto la chiave della camera della loro figlia... vero! Nel porta gioie della nonna!》
E subito dopo aver pensato al luogo più probabile, in cui posso trovare ciò che cerco.
Apro il portagioie, sembra antico, è di un bianco sbiadito con dei disegni a tema floreale.
Dentro ci trovo collane, anelli, bracciali e orecchini, per non parlare dei crocifissi e delle gemmine di plastica, penso che sia il regalo da parte di qualche bambino.
E sotto proprio una di queste in una bustina c'è una chiave, d'acciaio, ben tenuta, senza un graffio o una macchia, sembra mai usata.
Ma la cosa non mi fermerà visto che io voglio sapere chi è mio padre e chi era mia mamma.
Quindi la prendo e scatto immediatamente verso l'attico, e tiro fuori la chiave dal sacchetto, ma mi blocco non appena la sto per infilare nella fessura.
《Okay, mamma, ora saprò chi sei e chi sono io.》
E detto ciò, giro il chiavistello aprendo la porta.
La stanza è ricoperta da un mucchio di polvere, come se nessuno ci è passato da anni.
Il letto è ancora ben fatto, i libri sono ben ordinati e le statuette in riga precise.
Lungo i muri ci sono dei quadretti alcuni di uncinetto, mentre altri sono delle foto incorniciate della mamma durante gli anni, ma la cosa che attira più la mia attenzione è un pacchettino e una lettera sul comodino destro del letto.
Decido di avvicinarmi cautamente, e lo raccolgo, il pacchetto è datato il 16 agosto del 1927, è lo stesso anno in cui sono nata... ma è arrivato qualche mese dopo la mia nascita, il 7 maggio...

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La Figlia Del FührerWhere stories live. Discover now