XXXVI

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Decido di prendere la lettera e di tenerla nascosta, per il momento, e di aprirla poi il giorno dopo insieme alla professoressa Heidi e ad Alex, così mi aiutano loro, la prof sopratutto con la traduzione e Alex con la rintracciazione.
Le parole dello zio mi hanno fatto riflettere un pó, dopotutto non l'avevo mai cercato così tanto da quando sono entrata nella camera di mamma per la prima volta.
Ad essere sincera non avevo mai cercato neanche mia mamma, probabilmente perché fino a pochi giorni fa pensavo che io ero polacca e che le persone che mi hanno cresciuta fossero la mia famiglia, ma alla fine non lo erano... forse è solamente la voglia di sapere come e che mi fa fare tutto questo.
Ma non so perché voglio arrivare a fondo di questo segreto che tutti tranne Alex sono disposti a tenermi fino alla tomba.
《MUORI! MOSTRO!》
Sento dopo qualche minuto, in cui la casa prima era in totale silenzio, uno sparo e poi una voce urlare molto probabilmente in salotto da quanto è lontana e ovattata rispetto a me. Pensavo che era la calma dopo la tempesta, invece è la tempesta dopo la calma...
Immediatamente, esco di corsa dalla porta della stanza, la chiudo nella maniera più veloce e efficace che conosco.
La chiave la nascondo in tasca e inizio a correre giù per le scale, al pianerottolo ci trovo anche zia Benedetta e i ragazzi, Antonio e Marco, anche loro hanno uno sguardo interrogativo, mentre loro rimangono all'inizio delle scale, io corro giù senza esitare e la scena non è delle migliori.
C'è zia Teresa in lacrime per terra che si sta tenendo il braccio, sembra ferita... spero non sia successo quello che temo...
《Benedetta! Non portare giù i bambini per nessun motivo, chiaro!》
Le ordina il nonno che intanto si era alzato dalla poltrona e si era avvicinato alla zia.
《Va bene... Linda, vieni su, dai!》
Mi chiese zia Benedetta, ma non volevo stare su con loro, volevo stare qui con tutti e scoprire cosa diamine era successo.
《Zio! Alex! Cosa è successo!》
Urlo, è l'unico modo per farmi ascoltare da tutti.
《Linda, vedi ti avevo detto che non erano persone buone. Guarda cosa ha fatto a tua zia Teresa! Sono mostri!》
《Saranno anche mostri, ma qualcosa deve averlo stimolato a spararle, quindi. Cosa è successo!》
Ribatto, perché non voglio più essere all'oscuro di tutto, io voglio sapere.
《Nessuna risposta?》
Silenzio totale.
《Allora fottetevi tutti!》
Gli urlo in faccia, a corro fuori dalla porta di ingresso, subito sento qualcuno inseguirmi, non mi frega chi è e neanche ho la minima idea di fermarmi.
《Linda!》
Questa è la voce di Alex, mi volto ed eccolo lì che mi corre dietro cercando di prendermi e di fermarmi.
《Cosa c'è mi riporterai dai muti!》
《No, non lo farò! Ti dirò tutta la verità!》
Mi dirà tutta la verità! Ma proprio tutta!
《Ora fermati!》
Odio obbedire, ma stavolta è per il bene sia mio che per Alex.
Mi fermo e subito sento Alex che mi poggia una mano sulla spalla e mi guarda indicando una panchina poco più avanti.
《Sediamoci lì, è un'ora morta qui in piazza, quindi non ci ascolterà nessuno tranne il vento.》
《Va bene...》
Dopo che ci siamo seduti, Alex rimane per un pó in silenzio, penso che sta cercando di pensare a cosa deve dirmi.
《Allora... devo iniziare dal principio totale o dalla parte che ti può interessare personalmente?》
《Se ti fa piacere solo quella più personale.》
《Va bene... allora cominciamo...》
Disse e con detto questo prende un grosso respiro.

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La Figlia Del FührerWhere stories live. Discover now