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Distolgo lo sguardo dalla finestra, e mi concentro sulle due porte, tutte e due sono chiuse a chiave, quindi mi è impossibile entrare in nessuna delle due.
Vedo nonna Maria arrivare su per le scale e mi vede lì in mezzo al corridoio e mi sorride affettuosamente, poi mi consegna una chiave, deduco quella di camera mia, io accenno un sorrido come ringraziamento, non verbale.
Poi lei scende le scale, credo diretta verso la cucina, ormai è già ora di pranzo quindi fra non molto si mangerà, e quello vuol dire che starò a tavola con tutti, sarà troppo imbarazzante anche per il fatto che io non capisco l'italiano e che quindi ho bisogno dell'aiuto di zio Carlo per le traduzioni e per le conversazioni.
Vorrei solo stare sola in camera, a sistemare le mie cose e anche vorrei esplorare la libreria e anche la camera di mamma... anche se credo sia intoccata da quando mamma è morta... e credo, anche, che mi sia vietato l'accesso.
Ora sono sola, e non posso rimanere tutto il tempo qui fuori imbambolata a guardare chissà cosa, ed è ora di entrare in camera.
Infilo la chiave nella serratura e la giro una volta, subito sento un clak e la porta è aperta, giro la maniglia di ottone e la porta si apre definitivamente.
La camera è più grande della mia precedente in Polonia, è molto accogliente e calda, nonostante si trova nella mansarda.
Il letto si trova appoggiato alla parete sinistra rispetto alla finestra, dall'altro lato c'è un armadio medio-grande, dove metterò i miei vestiti. Sotto a una delle due finestre, quella davanti al letto, c'è una scrivania in legno di quercia con la sua sedia. Accanto alla porta c'è un piccolo caminetto in mattoni, e non molto lontana una piccola cassapanca, con dentro della legna, credo.
Mi affaccio alla finestra vicino al letto e vedo che oltre al vuoto per la visuale, c'è anche un piccolo spiazzo piatto sul tetto, grande abbastanza per un uomo nella media sdraiato, a leggere e a bere e mangiare. Perfetto per quando voglio stare completamente da sola!
Tornando alla cameretta, attaccata ad una trave del soffitto c'è una semplice, ma dall'aspetto resistente un'altalena di legno di betulla... credo... ma può darsi, visto che è di un legno bianco, ma non è ricoperto da pittura, ha un colore naturale.
È perfetta per me, ma mancano delle mensole o qualche scaffale per dei libri, oltre che per quelli per la scuola.
Li chiederò poi allo zio Carlo, lui saprà dirmi cosa fare. Ma ora spacchettiamo le mie valigie, anche se non so chi me le ha preparate visto che io ero con Jakob nella casa sull'albero. Ma prima di tutto devo aspettare che zio Carlo mi porta su i miei bagagli.
Tock Tock.
Credo sia lo zio Carlo con le mie valigie, vado subito ad aprirgli la porta.
《Si? Ciao zio, sono le mie valigie, giusto?》
Gli chiedo, nonostante io sappia già la risposta che mi darà tra neanche 10 secondi.
《Si, sono i tuoi. Tra mezz'ora c'è pranzo, scendi giù, ok... ti faccio conoscere tutti quanti in famiglia, per i tuoi cugini, dovrai aspettare fino a pomeriggio, perché sono a scuola. Bene, ora ti lascio al tuo lavoro.》
Detto ciò, esce dalla stanza chiudendo la porta dietro di se, lasciandomi sola.♡•○•♡
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La Figlia Del Führer
Historical FictionQuesta storia, non è un insulto per nessuno, è solo una storia che mi è apparsa in un mio sogno, quindi se non vi piace, non posso farci niente. Ma se volete suggerire qualche nuova scena, sono sempre pronta ad accettare nuove idee, di qualunque ge...